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martedì 18 giugno 2013

Manifesto di Alleanza Cattolica, punto 1

ACList 03/2013

Unioni di fatto e omofobia: cinque punti fermi. Manifesto di Alleanza Cattolica 

Di fronte a proposte di legge che vogliono introdurre anche in Italia un riconoscimento giuridico delle unioni di fatto, anche omosessuali, e le norme cosiddette anti-omofobia, Alleanza Cattolica ricorda cinque punti fermi, da cui nessun dibattito può prescindere. Alleanza Cattolica, come associazione ecclesiale, si rivolge anzitutto ai cattolici, ma sa che sono in gioco principi e valori generali, che chiunque può riconoscere sulla base della ragione. Solo un fronte ampio di amici della famiglia, credenti e non credenti, potrà ostacolare queste proposte. Alleanza Cattolica non rivendica primogeniture, ma si mette a disposizione di quanti vogliano battersi per la difesa della famiglia, per il momento offrendo la sua disponibilità per incontri e conferenze su questi temi, dal circolo culturale e dalla parrocchia fino a incontri privati tra famiglie.
 
1. Riconoscere le unioni di fatto, comprese quelle omosessuali, danneggia la famiglia
 
«La famiglia non può essere umiliata e indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un vulnus progressivo alla sua specifica identità, e che non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti dall'ordinamento» (Cardinale Angelo Bagnasco, Discorso all'Assemblea Generale dei Vescovi italiani, 21 maggio 2013). Lo stesso cardinale Bagnasco ha ricordato che deve considerarsi tuttora vincolante per i cattolici la Nota a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto della Conferenza Episcopale Italiana del 28 marzo 2007, dove si legge: «Riteniamo la legalizzazione delle unioni di fatto inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo. Quale che sia l'intenzione di chi propone questa scelta, l'effetto sarebbe inevitabilmente deleterio per la famiglia». L'obiettivo di risolvere alcuni problemi pratici dei conviventi è «perseguibile nell'ambito dei diritti individuali, senza ipotizzare una nuova figura giuridica che sarebbe alternativa al matrimonio e alla famiglia e produrrebbe più guasti di quelli che vorrebbe sanare».
A differenza dei diritti individuali dei singoli conviventi, che in Italia non sono il problema, perché - appunto - sono «in larga misura già garantiti dall'ordinamento», le unioni civili introdotte dalle varie proposte di legge presentate in questa legislatura sono precisamente quelle «rappresentazioni similari» alla famiglia che, in quanto umiliano e indeboliscono la famiglia tradizionale, non possono essere in alcun modo accettate.
In particolare, «nel caso in cui si proponga [...] un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003).
ALLEANZA CATTOLICA, SITO UFFICIALE

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