La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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giovedì 26 giugno 2014

No clapping, please!


La Messa è finita. Nel sen­so che ormai pare stia andando a farsi benedire l’osservanza delle più elementari norme liturgiche. Che non ci sia più religione in alcu­ne celebrazioni eucaristiche è una questione seria. E padre Se­rafino Tognetti, monaco e pri­mo successore di don Divo Bar­sotti alla guida della Comunità dei Figli di Dio, non può fare a meno di rilevarlo in questo pro­vocatorio volumetto (Mostrami Signore, la tua via). In appen­dice a un testo denso di stupo­re per il paradosso del cristianesimo la cui forza si sprigiona nella debolezza («Cercate voi in tutta la letteratura di tutto il mondo, antica e moderna, stu­diate tutte le religioni del mon­do e ditemi se trovate un Re - Agnello o una divinità che si fac­cia mite, vittima») ecco alcune osservazioni appassionate sul­la realtà sconfortante di certe Messe odierne. Sotto la sua len­te finisce quindi l’uso «ultima­mente in voga» di applaudire in chiesa.
Il tema non è nuovo. Già Joseph Ratzinger nell’Introduzione al­lo spirito della liturgia aveva tuonato: «Là, dove irrompe l’ap­plauso per l’opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta di intrattenimento a sfondo reli­gioso ». Sulla stessa scia padre Tognetti: «Il tempio di Dio non è il luogo degli applausi. Con l’applauso si sposta l’attenzio­ne: si celebra l’uomo al posto di Dio». Non siamo di fronte a un cantante, a un calciatore o a un funambolo del circo, rimarca con ironia l’autore. «Nessuno applaude nel rimirare estasiato un tramonto sull’oceano, o nel­l’osservare ammirato il volo de­gli uccelli nel cielo. L’applauso è sempre in relazione agli uo­mini, quando fanno qualcosa di bello, qualcosa che ci piace». Ma il protagonista per eccel­lenza della celebrazione è Ge­sù: "Probabilmente sotto la cro­ce a nessuno venne in mente di applaudire. Nel momento del­la Resurrezione, poi, non c’era nessuno, e se c’era dormiva (le guardie). E nella Messa non succede la stessa cosa: morte e Resurrezione? La Messa è il Sa­crificio di Cristo, non altro, da vivere con timore e tremore, nella preghiera, nell’adorazio­ne, nella lode…»La verità è che si smarrisce quell’atteggiamento di meravi­glia e composta gratitudine che dovrebbe avere il fedele e tra­sformiamo la chiesa in un tea­trino molto umano» annota a­maramente Tognetti. Per non parlare di ciò che accade dopo la benedizione: «Ci rimango sempre male quando dopo aver detto 'La Messa è finita, anda­te in pace', l’assemblea si tra­sforma in un mercato…». O quel che avviene nelle Messe nuziali: «Sono ancora matri­moni o sedute fotografiche?».
 
di A. Giuliano, da Avvenire, del 19.06.2014, pag. 25

4 commenti:

  1. Danke, wunderbar.
    Ja der Applaus. Ich singe in einer Choral-Schola gregorianische Gesänge. Hauptsächlich im tridentinischen Ritus (Messe oder Vesper). Manchmal singen wir in Novus Ordo. Schrecklich, es gibt immer Applaus, obwohl wir sagen, es nicht applaudiert werden.

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  2. Jos.m.betle, der Applaus ist wirklich schrecklich! Ich tue es nie, nie, niemals, und ich liebe gregorianische Gesänge; schön dass Du in einer Choral-Schola singst.

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  3. Lo peor no es que aplaudan, sino que alguno habrá que mientras aplaudan él silbará, ya puestos...

    Un abbraccio.

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  4. JUAN IGNACIO, non sapevo che qualcuno in Chiesa si permette anche di fischiare!

    Un abbraccio anche a te

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