La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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mercoledì 27 gennaio 2016

Il rabbino che si arrese a Cristo

 
Precisava di non aver rinnegato nulla del suo passato d'israelita ma soltanto di aver portato a compimento un percorso che dall'Antico Testamento porta a Cristo. Lui, che fin da piccolo rimane colpito dalla figura di Gesù, era il rabbino capo della comunità ebraica di Roma ed un valente studioso: Israel Zoller, divenuto in seguito professore di letteratura ebraica al Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Nel settembre 1944, durante la festa dello Yom Kippur nella Sinagoga di Roma, ebbe una visione. Gesù gli appare e gli dice che quella sarebbe stata l'ultima volta che celebrava in quel luogo. Il 13 febbraio 1945, in gran segreto, riceve il battesimo, seguito nei mesi successivi dalla moglie e dalla figlia. Sceglie il nome di Eugenio Pio, perché, spiega "L’ebraismo mondiale ha un debito di grande gratitudine verso Pio XII". Gli ebrei fanno di tutto per dissuaderlo. Sarà da allora allontanato dalla comunità ebraica, oggetto di ingiurie, insulti, minacce e dipinto come un "serpente" ed un "traditore".  Il professor Eugenio Pio Zolli, morì il 2 marzo 1956 (il giorno dell'80º compleanno di Pio XII) e fu sepolto nel Cimitero romano di Campo Verano: un personaggio cancellato dalla storia e dalla memoria della comunità ebraica e dimenticato dai cristiani; l'evocare il suo nome significa ancora oggi creare imbarazzo e forse anche scandalo.
Nella sua autobiografia dal titolo -Prima dell'alba- racconta il momento in cui Gesù gli apparve mentre era in piedi nella grande sinagoga romana, dopo un lungo giorno trascorso nel digiuno e nella preghiera per implorare da Dio la purificazione dell’anima e del corpo e il perdono dei peccati commessi nei dodici mesi precedenti:
«Il giorno era vicino alla fine, e io ero solo in mezzo ad una grande moltitudine di persone. Cominciai a sentire come se una nebbia s’insinuasse nella mia anima. Essa divenne sempre più fitta, finchè persi completamente il contatto con le persone e le cose che mi stavano attorno. (...) Mi sentivo lontanissimo dal rito e lasciai che gli altri continuassero per loro conto a recitare le preghiere e a cantare. Non avvertivo nè gioia nè dolore; ero privo di pensieri e di sensazioni. Il cuore era come morto nel petto... E proprio allora vidi con gli occhi della mente un prato che si estendeva verso l’alto, luccicante d’erba ma senza fiori. In questo prato vidi Gesù Cristo vestito d’un mantello bianco, e dietro il suo capo il cielo azzurro. Provai la più grande pace interiore...
Circa un’ora dopo, mia moglie, mia figlia e io eravamo finalmente a casa per la cena. Quando fui stanco mi ritirai nella mia camera da letto. La porta della stanza di mia figlia era chiusa. Ad un tratto mia moglie mi disse: “Oggi mentre stavamo davanti l’arca della Torah mi è parso come se un’immagine bianca di Gesù ti mettesse le mani sul capo nell’atto di benedirti”. Fui sbalordito ma rimasi calmissimo, e finsi di non aver capito. Mia moglie allora mi ripetè ciò che aveva detto, parola per parola. In quello stesso momento udimmo la nostra figlia minore, Myriam, che chiamava da lontano: “Papà!”. Andai nella sua stanza. “Che c’è?” le domandai. “Stavate parlando di Gesù Cristo” rispose. “Sai, papà, ho sognato che vedevo un Gesù altissimo, ma non ricordo che cosa succedeva dopo”.
 
 
 

3 commenti:

  1. Una gran e interesante historia.
    No la conocía y es extraordinaria.

    Un beso grande.

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  2. Una gran e interesante historia.
    No la conocía y es extraordinaria.

    Un beso grande.

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  3. Una historia extraordinaria.
    Un beso y gracias!

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