La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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martedì 2 maggio 2017

Profanazione del Giovedi Santo

 
Nella Santa Messa del giovedì santo chiamata 'in Coena Domini' si celebra l'istituzione di due sacramenti: l’Eucaristia ed il Sacerdozio. Infatti, non a caso, i presbiteri quel giorno rinnovano, dinanzi al vescovo, le sacre promesse fatte solennemente nel giorno della consacrazione nell'Ordine Sacerdotale. 
 
La lavanda dei piedi durante la 'Missa in Coena Domini' non è un sacramento e neppure un sacramentale: è un elemento accidentale. La sua introduzione è recente e risale alla riforma dei sacri riti della Settimana Santa fatta da Papa Pio XII, ed ha un suo stretto significato legato al sacro ministero sacerdotale, che è appunto un servizio. Da qui il gesto profondamente simbolico attraverso il quale, memori del fatto che la partecipazione al sacerdozio ministeriale di Cristo attraverso il Sacramento dell’Ordine Sacro è anzitutto un servizio, i vescovi procedevano a ripetere il gesto di questo esempio dato da Cristo Signore [cf. Gv 13,1-11] lavando i piedi a 12 loro presbiteri che rappresentavano gli apostoli scelti dal Redentore. (P. Ariel)
 
Alla luce della grande importanza di questa Santa Messa e del suo significato, diventa inopportuno, fuorviante e sacrilego svuotarla del vero significato evangelico, dando risalto ad un elemento accidentale e variandone il significato, quasi fosse l'elemento più importante ed il solo da valorizzare, piegandolo alla mentalità ed al linguaggio del mondo e nel contempo offrendolo come segno dell'umanità della Chiesa, del suo desiderio di servire, della sua solidarietà ed apertura al mondo secolarizzato.
 
Ciò che Papa Francesco fa sistematicamente da quando è stato eletto al soglio pontificio, non celebrando la Messa dell'Ultima Cena nella Basilica di San Pietro in Vaticano con i sacerdoti, andando a celebrare altrove e scegliendo anche delle donne, è quello di assecondare un processo di massiccio svuotamento del senso sacro dei simboli, dei gesti e dei segni esteriori riempiendoli di altri significati troppo orizzontali, mondani ed esteriori. 
  
Nel giovedì santo del 2013, nel carcere minorile romano di Casal del Marmo, il papa ha lavato i piedi anche a dei cristiani ortodossi e a dei musulmani, tra i quali una donna serba.

Nel giovedì santo del 2014, nel centro per disabili "Santa Maria della Provvidenza" della Fondazione don Gnocchi, Francesco ha lavato i piedi, oltre che a quattro donne, ad un libico di religione musulmana.

Nel giovedì santo del 2015, nel carcere romano di Rebibbia, tra i sei uomini e le sei donne ai quali il papa ha lavato i piedi hanno fatto notizia la showgirl congolese Silvy Lubamba ed il transessuale brasiliano Isabel.
 
Il giovedì santo del 2016 papa Francesco si è recato a Castelnuovo di Porto in un centro profughi richiedenti asilo. I prescelti per il rito della lavanda dei piedi sono stati sei donne e sei uomini: tre donne eritree copte, tre uomini musulmani provenienti da Siria, Pakistan e Mali,  un indiano di religione induista e solo cinque cattolici: quattro uomini nigeriani ed un'italiana, operatrice nel centro.
 
Il giovedì santo di questo 2017 Francesco si è recato presso la Casa di Reclusione di Paliano (Frosinone). Scrivono sia stata una scelta altamente simbolica; la peculiarità di questo carcere è che è l’unico in Italia riservato ai collaboratori di giustizia. Dunque la visita da parte di Francesco vorrebbe essere un messaggio a chi sceglie il pentimento, come processo di maturazione e di conversione. Qui il Papa ha lavato i piedi a 12 dei 70 detenuti del carcere, fra cui tre donne ed un musulmano che sarà battezzato a giugno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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