La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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giovedì 15 marzo 2018

Hawking ed il suo grande buco nero

 
 
Ieri 14 marzo a Cambridge, all'età di 76 anni è morto Stephen W. Hawking. Astrofisico e matematico inglese, membro della Pontificia Accademia delle Scienze dal 1986. Ha convissuto, dall'età di 21 anni, con una terribile malattia che lo ha progressivamente consumato nel fisico, ma che, contrariamente ad ogni  previsione, lo ha 'graziato', per ben oltre 50 anni! Lui, che aveva bandito Dio dalla sua vita e dalla scienza, è stato, suo malgrado, un miracolo vivente e segno di quel Dio che stoltamente ha voluto ignorare per tutta la vita, dal quale invece è stato dotato di grandi capacità intellettive. Nella sua lunga carriera si è distinto per essere stato un nemico della fede, negandosi la benchè minima possibilità di valutare, nella fisica dell'Universo, la prospettiva trascendente, azzoppando di fatto la sua intelligenza e la valenza scientifica del suo lavoro.
 
Il libro che lo renderà famoso, 'Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo' viene pubblicato nel 1988 ed è un concentrato di studi ed ipotesi in cui bandisce per sempre e sostituisce Dio con 'la teoria della grande unificazione'. Seguono altre pubblicazioni e libri, dove ciò che preme all'autore pare sia dimostrare principalmente l'inutilità e l'assenza di Dio, che è stato sostituito dall'Universo.
 
S. Hawking è sempre stato considerato un esperto in materia di 'buchi neri'(argomento del quale ancora molto è sul piano meramente speculativo) ma non va dimenticato che egli stesso ha nutrito dei seri dubbi sulla loro natura, tali da fargli dire, in una intervista, che il “buco nero” altro non sarebbe che un pozzo scuro senza fondo che vaga tra le stelle, stravolgendone di fatto l’idea creduta sino ad allora.
 
Come ha nutrito dei dubbi sui buchi neri, ne avrà mai avuti su Dio, che ha tenuto celati nel cuore? Ha vissuto una vita lontana da Dio, disordinata dal punto di vista sentimentale e scientista dal punto di vista professionale. Qualcuno dice che era un genio, qualcun altro che avesse una intelligenza superiore: sicuramente per studiare e fare il docente, gli sarà servita, ma tutto questo a cosa gli è servito?
 
In un altro suo celebre libro, pubblicato assieme al fisico Leonard Mlodinow, dal titolo 'Il grande disegno', spiega come Dio sia inutile e che l’Universo si crei spontaneamente per effetto della legge di gravità. Ebbene come può uno 'scienziato' serio, di fama mondiale, fare simili affermazioni e credere che il nulla possa generare qualcosa? Non rido perché nutro profondo rispetto per la sua esistenza di creatura, creata ad immagine e somiglianza di Dio, e segnata dalla malattia e dal dolore, ma spero che, negli ultimi istanti della sua vita, abbia usato questa sua famosa intelligenza per chiedere perdono al Signore dell'universo che lo ha amato da sempre, è morto sulla croce anche per lui e gli ha donato le facoltà intellettive per esplorare i segreti dell'universo e rendergli così gloria.  
 
Nonostante le gravi limitazioni, alle quali la malattia, progressiva ed incurabile, lo ha sottoposto, non si è mai arreso e non ha pensato all'eutanasia nei vari ed inevitabili momenti critici. Segno positivo, senza dubbio! Però in una intervista del 15 maggio 2011, 'Non esiste il paradiso; è una fiaba' (QUI ) spiega in poche righe il senso della sua esistenza:
 
"I'm not afraid of death, but I'm in no hurry to die. I have so much I want to do first".
 
"Non ho paura della morte, ma non ho fretta di morire. Voglio fare ancora tante cose prima".
 
Fa paura questa sua personale visione della vita e soprattutto della morte; Ecco cosa dice in merito:   

"I regard the brain as a computer which will stop working when its components fail. There is no heaven or afterlife for broken down computers; that is a fairy story for people afraid of the dark,"
 
«Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti si romperanno. Non c’è alcun paradiso o vita oltre la morte per i computer rotti; è una fiaba per le persone che hanno paura del buio».
 
Certo, come dargli torto: per i computer, dopo la morte non c'è vita, non c'è inferno, purgatorio e né paradiso, per i computer no, ma per le persone sì!

RIP

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