La mia Terra di Mezzo

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venerdì 4 maggio 2018

Il crocifisso che divide (?)

di Roberto de Albentiis

Il 3 maggio, nel calendario antico, si celebra la festa dell’Invenzione della Croce, in cui si commemora il ritrovamento delle reliquie della Croce e del Santo Sepolcro da parte di Sant’Elena, madre di Costantino; con questa festa si voleva celebrare non solo il primario trionfo della Croce di Cristo sul paganesimo e sul giudaismo, ma anche il secondario e derivato trionfo secolare e sociale della fede, che da allora, lentamente ma progressivamente, avrebbe fondato e ispirato l’Impero e, poi, la Cristianità europea. Questa festa, cassata dalle solite riforme degli anni ’60, che non tolleravano le feste doppie e, in generale, le feste “trionfaliste”, è ancora viva in Oriente (anche se in altra data, al 6 marzo) e perfino nei calendari anglicano e luterano (!). E proprio di luterani andremo incidentalmente a parlare.
Recentemente, il governo federale bavarese (si ricordi che la Baviera è sempre stata terra cattolica, prima come regno autonomo e poi come Land, e al governo vi è costantemente andata la CSU, variante locale esplicitamente cattolica e più muscolare della CDU), guidato da un luterano, Markus Soder, ha deciso di esporre in tutti gli uffici pubblici, scolastici come politici e giudiziari, il crocifisso; certamente, in un’Europa dove dominano il secolarismo e il laicismo, dove il primo diritto è quello alle nozze gay e la CEDU stabilisce la libertà di blasfemia, non si tratta di un passo decisivo, ma fa comunque piacere sapere che qualche governo non permette l’estromissione pubblica della fede. Ribadiamo, il presidente è luterano, e sapendo sia la storia che soprattutto le abiezioni moderne del luteranesimo (l’approvazione di eutanasia, nozze gay, pasto resse lesbiche, tutte cose che farebbero storcere il naso anche a Lutero), ma chi gli si è opposto? La solita CEDU, la variante tedesca dell’UAAR, una o più obbedienze massoniche? No, niente di tutto questo; ad opporsi è stata la Conferenza Episcopale Tedesca, cattolica (almeno nominalmente).

La ricchissima Conferenza Episcopale Tedesca, tanto forte e potente quanto sostanzialmente atea, priva di fedeli, piena di idee balzane al riguardo di intercomunione, comunione ai peccatori impenitenti, aperture all’aborto e all’omosessualismo, negazione della Trinità o della Divinità di Cristo, la Conferenza Episcopale Tedesca della chiusura di centinaia di parrocchie e conventi, dei seminaristi a livello storico negativo (uno, uno!, in un anno a Treviri, città del cardinal Marx, suo capo), dalla sua forza, dai suoi magnifici risultati, osa protestare contro l’esposizione pubblica del crocifisso!
 
Leggiamo allibiti qui : tale decisione darebbe luogo a “divisione” e “metterebbe le persone le une contro le altre”; strano, fu proprio Gesù a dire di essere venuto a portare la spada, a dividere le famiglie, a dividere le pecore dai capri, a dividere i giudei e il cattivo ladrone dalla Madonna, San Giovanni, le Pie Donne, il Buon Ladrone, così come leggiamo in San Paolo che è la Croce, il Crocifisso ad essere giudicato stoltezza e anatema dai pagani e dagli ebrei. E ricordiamo peraltro che si tratta non della croce cattolica, con la raffigurazione di Cristo Crocifisso, ma della croce luterana, vuota.

Ancora, secondo il cardinal Marx “Se la croce è solo vista come un simbolo culturale, allora non è stata capita”, ha detto. La croce è “un segno di opposizione alla violenza, all’ingiustizia, al peccato e alla morte, ma non un segno [di esclusione] contro gli altri”; è vero, la croce non è un mero simbolo culturale, è il segno del trionfo di Cristo, e proprio per questo deve essere esposta, ma, come insegnava San Giovanni Paolo II, una fede che non si fa cultura è una fede morta. No, eminenza, no, eccellenza, non vi crediamo più! La vostra non è la giusta critica ad un rendere il cristianesimo una mera cultura a scapito del suo aspetto di verità, la vostra è una resa al mondo, è un rinnegamento di Cristo; conosciamo, da anni, da decenni, le vostre malefatte, le vostre opinioni, i vostri risultati, che non solo più del cattolicesimo, ma manco del generico cristianesimo, hanno l’aspetto, e non possiamo, né dobbiamo né vogliamo credervi più!
Per Markus Soder, ripetiamo, luterano, la sua politica rispecchia “l’identità culturale dello Stato e l’influenza cristiano-occidentale”; Naturalmente, la croce è soprattutto un simbolo religioso“, ha detto Soder ai media tedeschi. Tuttavia, il premier ha continuato, la croce, nel senso più ampio, porta con sé anche le basi fondamentali di uno stato secolare. Interessante anche l’opinione del commentatore cattolico Birgit Kelle in un editoriale per il quotidiano “Die Welt”: “Ogni musulmano, ogni ateo e ogni altro credente può sentirsi al sicuro sotto questa croce, che non costituisce una pretesa di potere, ma un impegno a trattare ogni persona in modo uguale e dignitoso, indipendentemente dalla sua formazione, fede, capacità o sesso“; La sua presenza pubblica – che nella Baviera tradizionalmente cattolica è quasi onnipresente – va vista come tale, accolta ed apprezzata, ha affermato.

Si segnalano, tuttavia, da parte dell’episcopato, due posizioni a favore: il vescovo Rudolf Voderholzer di Ratisbona ha accolto con favore la decisione, affermando che: “La croce è il simbolo della cultura occidentale. È l’espressione di una cultura dell’amore, della compassione e dell’affermazione della vita. Appartiene alle fondamenta dell’Europa“. Parole forti, soprattutto dopo il terribile caso di Alfie Evans. Ancora, sempre l’eccellenza Voderholzer: per questo motivo, ha aggiunto, i bavaresi hanno tradizionalmente posto croci piuttosto che altri simboli in cima alle loro montagne. “Non la bandiera nazionale o altri simboli del governo umano, come altri avrebbero voluto vedere in altri momenti, ma la croce. Dovrebbe essere ampiamente visibile, la croce, segno di salvezza e di vita in cui Cristo è cielo e terra, Dio e persone riconciliate, vittime e colpevoli“.
Interessante, poi, il commento, con tanto di video, del nunzio austriaco (e anche qui, sappiamo come è messa male la Chiesa della fu cattolica Austria), che si può vedere
qui  : “Come nunzio e rappresentante del Santo Padre, mi rattrista e mi vergogno che – quando si erigono croci in un paese vicino – siano proprio i vescovi e i sacerdoti a criticare questa decisione. Che vergogna! Questo non è accettabile.”

Due anni fa, su questo sito, parlavo sempre delle feste della Santa Croce, soprattutto della festa odierna dell’Invenzione e di un santo, San Ciriaco di Ancona, che si festeggia il giorno avanti, che contribuì alla scoperta e che morì infine
martire; ogni epoca ha i vescovi e i santi (o non ha i santi) che si merita: San Ciriaco, e tanti altri, morirono per la Croce, Marx, i vescovi tedeschi, e pensiamo molti altri, per “dialogo” e quieto vivere, per sostanziale ateismo, la rinnegano. Ognuno segua chi più lo rappresenta, ma si badi: solo una è la via cristiana, non ne esistono più. E questa via è appunto quella della Croce.


Tratto da QUI

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