lunedì 2 novembre 2020

Sulle orme dell'autunno



Siamo di nuovo in autunno che, giorno dopo giorno, con il suo carico di bei colori accesi, avanza per condurci, tra una foglia che cade e l'aria sempre meno riscaldata dal sole, nella stagione più fredda dell'anno. Per alcuni è un periodo di malinconia: osservare gli alberi che si spogliano, svegliarsi con la fioca luce dell'umido mattino e la grigia nebbiolina può dare un senso di tristezza, come se si percepisse l'ora della provvisorietà e della transitorietà.

L'autunno è il momento di mezzo, come la vita tra la nascita e la morte, contiene in sè il ricordo della verde giovinezza ed il germe dorato della vecchiaia. E' il tempo delle promesse vissute e mantenute. Ci insegna il ricordo del passato, il 'qui ed ora' del presente, l'attesa del futuro, il gusto dell'attesa. Ci esorta a maturare, a restare desti, a pazientare e custodire, a lasciare il superfluo che appesantisce i sentimenti, ad accettare i cambiamenti, ad andare incontro agli eventi con coraggio e speranza, ad essere saggi, profondi, positivi, generosi, grati, previdenti. 


E' il periodo dell'anno che ci offre gli ultimi frutti della terra, prima che questa si assopisca sotto il grande e freddo manto bianco dell'inverno. E' una stagione generosa che pensa al futuro: le olive e l'uva trasformate in olio e vino ci faranno compagnia tutto l'anno. 


E' una stagione che ha impresso in sè il colore del sole e ce lo dona nei cachi, nelle arance, nei mandarini, nelle zucche. E' una stagione che ha un guscio pungente o coriaceo, come l'aria del mattino ed un cuore dolce e sostanzioso, proprio come le castagne ed i melograni, pronti da raccogliere in questo periodo.