sabato 26 novembre 2011

Vieni, Signore Gesù


Quanto ti ringrazio, Signore, perchè posso scorrere e non devo prendere, posso allargarmi e distendermi nella tua beata incomprensibilità e non devo inquietamente arzigogolare sopra segni e scritti. Giacchè tutto è runa, ma essa sussurra di te, e tutto è segno e indica te, allude a te. E sull'enigma di tutte le cose scintilla il tuo mistero sorgendo come un sole, e nel tramonto di ogni luce del mondo albeggia silente la tua notte più grande. Violenta mi spinge ogni strada fuori da me verso la selva intricata, e poichè io non trovo più nessuna via, percepisco il tuo volo e respiro.
Quanto ti ringrazio, Signore, perchè trascendi il nostro cuore, dato che è alla fine spregevole sotto di noi quello che possiamo comprendere. E non a prendere, brama il nostro spirito, ma ad essere preso in te, e conoscendo, ad essere piuttosto conosciuto dal tuo cuore. (....)
Al posto dell'enigma tu ci metti, illuminandolo, il mistero. Tutto, perfino il peccato, è per te una materia e una pietra da lavoro: espiando vicariamente tu prendi su di te ogni cosa e le doni, senza annientare la sua sostanza, una sostanza nuova. Dell'immondizia tu fai dei gioielli, della fornicazione una verginità, ai disperati tu offri un futuro; la tua magica mano supera tutte le fiabe dei bambini. Tu sei la fonte sempre viva di ogni possibilità, e il reale si stende curvandosi tra le tue dita con fatica minore che non la creta sulla ruota del vasaio.
La rosa del mondo si sfoglia, tutti noi appassiamo e cadiamo, ma in un simile autunno fiorisce una primavera. Cadiamo come fogliame impallidito, ci guastiamo e marciamo, nella terra si muta ciò che viene dalla terra, il cuore che pensa terrestremente. E un'altra volta il giardino del cielo si muta in selva selvaggia brulicante. Noi non siamo Dio. Il silenzio del limite non è illuminabile. Il limite è la nostra forma, il nostro destino, la nostra felicità. Non possiamo fare a pezzi la nostra forma, tu stesso hai rispetto della nostra forma. Indietreggiamo nella distanza. L' amore è solo nella distanza, l' unità è solo nella distanza. (....) . Nel fatto che noi non siamo te assomigliamo a te. Nel fatto che ci siamo ritirati nella lontananza della rispettosa venerazione abbiamo parte alla vicinanza dell'amore. Poichè l'amore è casto e il seno di Dio è verginale. E la regina, tua Madre, è Vergine e ancella.
Ci prostriamo e ti adoriamo. Alla fine tu sei ancora tu, cuore nel centro. (...) . Tu sei tutto in tutto. (...) Tutto ha relazione col tuo cuore che batte. Il tempo e la durata martellano ancora e creano, e con colpi grandi e dolorosi spingono avanti il mondo e il suo divenire. E' l'impazienza dell' orologio, e impaziente è il tuo cuore finchè noi non riposiamo in te, e tempo ed eternità sprofondano l'uno nell'altra . (...) Ma l'abisso più futile della rivolta è inghiottito dall'insondabile misericordia, e coi suoi colpi maestosi regna tranquillo il cuore divino.

HANS URS VON BALTHASAR

IL CUORE DEL MONDO
JACA BOOK

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