Il cosmologo Bernardo di Chartres scriveva: «Siamo come nani sulle spalle di giganti, sì che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'acume della nostra vista o per l'altezza del nostro corpo, ma perchè sostenuti e portati in alto dalla statura dei giganti». (nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes, ut possimus plura eis et remotiora videre, non utique proprii visus acumine, aut eminentia corporis, sed quia in altum subvehimur et extollimur magnitudine gigantea). La frase esprime una consapevolezza diffusa tra gli studiosi medievali, soprattutto tra quelli delle scuole sorte a cavallo del Mille e che sono state il preludio alla grande epopea della prime università europee. I giganti erano naturalmente i filosofi e matematici greci che, riscoperti, tradotti e studiati dai monaci, diedero un forte impulso allo sviluppo dello scibile umano nel corso dei secoli. In questo tempo di 'memoria corta' va ricordato che esistono e sono ancora valide e basilari due categorie per il progresso scientifico e tecnologico: il radicamento nella tradizione e la libertà di immaginare il nuovo.
Abito la Terra di Mezzo, in servizio permanente effettivo, tra un fonendo ed una tazza, di ricetta in ricetta
La mia Terra di Mezzo
Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....
post recenti
martedì 19 novembre 2013
Radicamento nella tradizione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Plas, plas, plas... (aplausos).
RispondiEliminaUn abbraccio
RAFAEL, per questo ti meriti un grande abbraccio.....grazie!
RispondiElimina¡¡Excelente, Martina!!.
RispondiEliminaUn beso grande.
AMALIA, ¡¡muchisimas gracias!! Un fuerte abrazo
RispondiElimina