Monte Sant'Angelo in provincia di Foggia è una tappa obbligata per chi si trova a visitare i luoghi di Padre Pio. Dista da San Giovanni Rotondo una trentina di chilometri scarsi ed accoglie il più celebre santuario dell'Occidente latino dedicato a San Michele Arcangelo. Il paese ed il santuario sono meta di pellegrinaggi sin dal VI secolo, epoca in cui si fanno risalire tre apparizioni dell'Arcangelo san Michele al vescovo della città ed il ritrovamento di una grotta che l'Angelo stesso consacrò come luogo sacro.
Si narra che nell'anno 490, mentre un giorno un ricco signore di Siponto, identificato come il 33.mo condottiero delle armi sipontine, Elvio Emanuele, faceva pascolare i suoi armenti sulla montagna del Gargano, scomparve il suo più bel toro. Lo trovò, dopo averlo tanto cercato, sulla vetta della montagna, inginocchiato davanti l'apertura di una spelonca. Preso dall'ira il padrone scoccò una freccia verso l'animale ribelle, ma questa, invece di colpire il toro, tornò indietro e lo ferì ad un piede. Turbato dall'evento, il condottiero si recò dal vescovo, che dopo averlo ascoltato, ordinò tre giorni di preghiere e di penitenza. Allo scadere del terzo giorno l'Arcangelo san Michele apparve al vescovo che gli ordinò di ergere la spelonca a luogo sacro e dedicarla al culto cristiano.
L'Arcangelo Michele così gli parlò: "Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode...Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini....Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito". A questa apparizione ne seguirono altre due; una nel 492 dove l'Arcangelo predice la vittoria dei Sipontini assediati dai Greci e l'altra il 29 settembre del 493 quando l'Arcangelo annuncia al vescovo la consacrazione della grotta che, per questo motivo, ha ricevuto il titolo di Celeste Basilica perché unico luogo di culto non consacrato da mani d'uomo. L'ultima apparizione risale al 22 settembre 1656 quando l'Arcangelo liberò la città di Monte Sant'Angelo dalla peste.
La singolare Basilica,costituita da un complesso di costruzioni di varie epoche intorno alla Grotta naturale, testimonia ormai ben 15 secoli di storia. Da tempi remoti questo è un luogo di preghiera, di incontro con Dio e di perdono. Numerosi sono i santi ed i papi che lo hanno visitato senza dimenticare che questo luogo è stato privilegiato anche dai Crociati che partivano per la Terra Santa.
Alla Grotta si accede attraverso l'atrio superiore che si vede nella foto; in corrispondenza delle due porte sono collocate due lapidi che riportano le parole pronunciate dall'Arcangelo durante la prima e la terza apparizione al vescovo. Le porte immettono in un vestibolo dal quale ha inizio la scalinata che porta fin nella mistica Grotta, nel cui cuore è posta la statua di san Michele Arcangelo accanto all'altare che contiene, a mò di reliquia, quello consacrato dall'Arcangelo stesso.
La Basilica inoltre ha una Cappella della riconciliazione (la visita al Santuario, così come ha detto l'Arcangelo, dona la possibilità dell'indulgenza plenaria, come stabilito dalla Santa Chiesa). In ultimo si possono visitare il museo devozionale e gli scavi delle cripte che risalgono all'epoca longobarda e che servivano come entrata alla grotta. I custodi del Santuario di San Michele sono, dal 13 luglio 1996, i Padri della Congregazione di San Michele Arcangelo fondata dal Beato Padre Bronislao Markiewicz.