La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





post recenti

venerdì 27 settembre 2019

Corpo mistico dell'Anticristo

 
Il Venerabile Arcivescovo Fulton Sheen scrisse nel 1948:
 
Il falso profeta avrà una religione senza croce.
Una religione senza un mondo che verrà.
Una religione per distruggere le religioni.
Sarà una chiesa falsa.
La Chiesa di Dio (la Chiesa Cattolica) è Una, mentre il falso profeta ne creerà un’altra.
La chiesa falsa sarà mondana, ecumenica e globale.
Sarà una federazione vaga di chiese e le religioni formeranno una specie di associazione globale, un parlamento mondiale di chiese. Sarà vuota di tutto il contenuto divino e sarà il corpo mistico dell’Anticristo.
Il corpo mistico di Cristo sulla terra avrà il suo Giuda Iscariota e sarà il falso profeta.
Satana lo arruolerà fra i VESCOVI CATTOLICI.”

venerdì 20 settembre 2019

Delirio progressista-alimentar-ecologista!

 
Everything is a lie, tutto è menzogna, è un programma televisivo internazionale venduto a decine di canali in tutte le lingue. Raccoglie i contenuti più sorprendenti della rete, quelli che, come si dice, diventano virali. Di recente il format ha dato voce ai creatori di “Anime Vegane”, un autoproclamato “santuario animale” che divulga proclami contro il consumo di uova. Non vogliamo che violentino le galline, è uno degli slogan. Attraverso Twitter, il gruppo spiega che “le uova provengono dalle galline”, meritevoli di una “vita tranquilla e dignitosa”, e quindi gli attivisti, quasi tutte ragazze, le separano dai galli “perché non vogliamo che siano violentate”. Mangiare uova, asseriscono, porta allo sfruttamento delle galline. I polli sono separati per sesso, e quando la gallina non “si concede più”, è uccisa. Questa è una conseguenza diretta del nostro consumo, insistono.
 
Secondo i fondatori dell’associazione, i consumatori di uova sono complici dell’oppressione. Uno dei militanti intervistati afferma che gli allevamenti sono campi di concentramento e gli avversari delle loro idee sono persone fasciste e “transfobiche”. “Noi non crediamo nel genere maschile-femminile e crediamo che gli esseri umani siano molto diversi. Si sta banalizzando un problema molto serio”, denunciano, ribadendo che “mangiare le uova è rubarle e finanziare la schiavitù degli animali. Ogni giorno uccidono milioni di animali e, con esso, distruggono il pianeta. Mangiare prodotti animali è fascista”, concludono. Tutti i salmi finiscono in gloria.
 
Non vi è dubbio che quelle esposte siano tesi estreme di gruppi isolati, ma esprimono un clima diffuso, una modalità di pensiero che, in forme più attenuate, si va diffondendo tra molti giovani occidentali. Si tratta di una prova in più che il progressismo liberal ha vinto, insieme con la guerra delle parole, la battaglia delle mentalità. Non è solo che il centro politico, quel magico cinque tra uno e dieci si è spostato “a sinistra”. Il fatto è che hanno segnato l’idea di progresso, un fatto capitale per la progettazione della politica e per ciò che significa in termini di senso comune, agenda economica e sociale, istruzione e cultura. Termini come civile e civilizzato sono associati a obiettivi di sinistra, mentre è barbaro o arretrato chi non li condivide.
  
Nell’idea contorta ma accettata di progresso vi è al centro la questione del “pianeta verde”. L’ambientalismo di ultima generazione ha diffuso un linguaggio largamente condiviso, fortemente sentimentale e aggressivo, sottilmente moralistico, in cui non è ammesso contraddittorio, dove i dati statistici convergono sempre con le parole d’ordine poiché vengono forniti o manipolati da organizzazioni sovvenzionate da un potente grumo di interessi politici ed economici. Quel linguaggio, quegli slogan, sono passati dai media alle scuolee al discorso politico, diventando dogmi.
 
L’obiettivo di questo piano è una completa trasformazione sociale e antropologica, costruire l’Uomo Nuovo nella Nuova Società. Il viaggio è lungo, attraversa le generazioni, e gli ecologisti radicali ritengono che il modo migliore per avanzare verso quel futuro sia vincere la battaglia del linguaggio – obiettivo in gran parte conseguito – del desiderio collettivo (pochi osano manifestare apostasia dal verbo ambiental-progressista) e della politica.
 
Il business consiste in quella che chiamano trasformazione ecologica, cioè la sostituzione delle attuali forme di produzione con altre proclamate più sostenibili. Stesso capitalismo ma un po’ meno inquinante, più cool. Per questo l’agenda è condivisa, anzi guidata, dalle stesse centrali oligarchiche che hanno sin qui appestato il pianeta. Esse sanno meglio di ogni altro di dover cambiare strategia; allo scopo, hanno costruito e imposto a livello planetario una nuova ideologia, il pianeta verde, inventando senza vergogna un’improbabile eroina (....)che parla con toni messianici alle Nazioni Unite, ai potenti del mondo, al papa.....
 
Intero articolo Qui

martedì 17 settembre 2019

Il velo muliebre

La donna deve portare sul capo il segno dell’autorità di Cristo sulla natura umana
Perché S. Paolo consiglia alle donne di tenere il capo coperto durante le azioni liturgiche?


Il Codice di Diritto Canonico del 1917 prescriveva alle donne di tenere il capo coperto in Chiesa, soprattutto al momento della Santa Comunione [1]. Nel nuovo Codice non c’è traccia di questa disposizione e ormai questa antica e venerabile usanza è caduta nel dimenticatoio; eppure essa era fondata su una disposizione dello stesso Apostolo San Paolo. Ma, tra l’esegesi razionalista moderna, che tende a storicizzare tutte le disposizioni particolari (“roba d’altri tempi...”), e il famigerato luogo comune per cui “l’uomo di oggi” non sarebbe più in grado ci capire certe cose, anche la consuetudine, per le donne, di coprire il capo in chiesa, è andata perduta.

Per non parlare poi di molte suore, che, un tempo ben vestite (chi non ricorda i cappelloni delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli?), oggi espongono il ciuffo, per andar di pari passo con chi ha gettato tonaca e coletto bianco alle ortiche (e qui, visti i magrissimi risultati estetici, avendo tolto il velo, c’è assai spesso da stenderne subito un altro, questa volta pietoso, come si suol dire). Ma guai se ci limitassimo a rimpiangere i tesori che ci hanno scippato: dobbiamo cercare, con l’aiuto della Madonna, anche per questo caso, le ragioni della Tradizione: e allora leggiamo le parole dell’Apostolo, e vediamo come alcuni Padri della Chiesa le hanno interpretate. Dalla prima lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi: [11,3] "Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. [4] Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. [5] Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. [6] Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.[7] L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. [8] E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; [9] né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. [10]Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. [11] Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; [12] come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. [13] Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? [14] Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, [15] mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. [16] Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio".

Da questo brano, noi possiamo ben comprendere i motivi per cui S. Paolo consiglia alle donne di tenere il capo coperto durante le azioni liturgiche.


I motivi sono, essenzialmente, quattro:
 
1) La simbologia delle nozze tra Cristo e la natura umana. In chiesa, durante la liturgia, l’uomo e la donna non rappresentano solo se stessi, ma l’uomo – ogni uomo – rappresenta Cristo, lo Sposo: la donna rappresenta il genere umano, la natura umana sposa del Verbo. Possiamo comprendere ciò considerando la natura sponsale della fede (Ti sposerò nella fede e tu conoscerai il Signore – Os 2,22), il contesto generale della liturgia (l’atmosfera in cui la fede è esercitata nel modo più perfetto) e l’esplicito richiamo alle nozze di S. Paolo: E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo - 1 Cor 11, 8-9. Cristo sta all’uomo (maschio e femmina) come l’uomo sta alla donna. Inoltre l’uomo, diversamente dalla donna, è “immagine e gloria di Dio”, non per se stesso, ma in quanto rappresenta Cristo: perciò egli non può stare con il capo coperto, perché in questo modo egli “disonora il suo capo” (11,4) il suo proprio rappresentare Cristo: un uomo con il capo coperto non rappresenta bene Cristo, così una donna con il capo scoperto, non rappresenta bene la natura umana e la Chiesa sposa di Cristo. In questo senso Tertulliano dice: “Poiché io sono l’immagine del creatore, non c’è posto in me per un altro capo (che non sia Cristo)” (Contro Marcione, V, 8, 1).


2) Un segno della sottomissione a Cristo. Una donna con il capo coperto dal velo, ricorda a tutti coloro che sono in chiesa che la natura umana è sposa di Cristo: perciò la donna, in quanto rappresenta la natura umana, deve avere un segno della sua dipendenza sul suo capo (1 Cor 11,10): questo segno della dipendenza è il segno dell’autorità di Cristo nei confronti della sua Sposa, la natura umana. Perciò il Concilio Gangrense chiama il velo memoriale, ricordo della sottomissione. S. Giovanni Crisostomo lo chiama insegna della sottomissione; Tertulliano giogo della sua umiltà (cf. Cornelius a Lapide, ad loc.).


3) Il rispetto del perfetto equilibrio del cosmo. L’edificio della chiesa rappresenta il cosmo, ricolmato della gloria di Dio, specialmente durante la celebrazione della S.Messa (I cieli e la terra sono pieni della tua gloria…). Il cosmo è perfettamente ordinato (Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso - Sap 11,20). Nessuno può dimenticare la presenza, all’interno della chiesa-cosmo, della gerarchia celeste, perfettamente ordinata (Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa… - Eb 12,22). Non è quindi conveniente che in un cosmo perfettamente ordinato qual è la celebrazione liturgica, la ordinata relazione tra Cristo-Sposo e Chiesa-Sposa - la particolare relazione che la celebrazione liturgica ricrea nel modo più perfetto -, non sia mostrata (Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli - 1 Cor 11,10)

4) Un segno naturale di umiltà. Ultimo aspetto, ma non di minore importanza: "Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo" (1 Cor 11, 14-15). È obbligatorio, per le donne, portare il velo in Chiesa? Oggi non più, ma S. Paolo ce ne spiega i sempre validi motivi di convenienza.
 
Testo tratto da QUI
Don Alfredo Morselli, 16 giugno 2009

NOTE

[1] Can. 1262. ... §2. “Viri in ecclesia vel extra ecclesiam, dum sacris ritibus assistunt, nudo capite sint [...] mulieres autem, capite cooperto et modeste vestitae, maxime cum ad mensam Dominicam accedunt”.