Ai tempi d'oggi, dopo due secoli di battaglie per l'emancipazione da Dio, dalla Chiesa, dalla morale cattolica, dalla legge naturale e dalle leggi comuni che regolano famiglia e società, la secolarizzazione ha raggiunto livelli per certi versi inaspettati ma ben consolidati e radicati nel tessuto socio-culturale e politico italiano. Non ci sorprendiamo più, né tantomeno ci sgomentiamo o ci scandalizziamo se sentiamo parlare di 'orgoglio' e 'matrimonio' omosessuale, abolizione del concetto di mamma e papà, utero in affitto, fecondazione artificiale, 'dolce' morte, interruzione volontaria di gravidanza. Termini ormai d'uso comune, entrati a far parte del linguaggio comune dell'uomo comune e, purtroppo, anche del costume di migliaia e migliaia di persone comuni, cattolici e non cattolici e non solo Italiani.......
E' come se la rivoluzione del linguaggio, andata di pari passo a quelle degli usi e dei costumi, avesse anestetizzato la mente e la coscienza; cambiato il male in bene; mascherato il male dandogli la forma del bene per renderlo attraente, fruibile e facilmente accessibile da parte di tutti, giovani e vecchi, uomini e donne, appartenenti a qualunque condizione sociale. In una società dove per decenni si è sempre sentito parlare a suon di slogan, di uguaglianza, di rivoluzione sociale, di lotta di classe, di libertà, di emancipazione della donna, di uguaglianza, di diritti, la vera rivoluzione l'ha fatta il peccato!
Il peccato ci ha resi liberi, emancipati, uguali e pieni di diritti.
L'essere umano in preda a questo delirio di onnipotenza ha acquistato:
la LIBERTA' di andare diritto all'inferno in corsia preferenziale e veloce, col telepass e senza l'incubo dell' autovelox
con l'EMANCIPAZIONE lo sdoganamento della parola PECCATO e le sue più turpi conseguenze
con l'UGUAGLIANZA un appiattimento a livello sociale, culturale e religioso, dove tutto è uguale ed ogni cosa deve essere uguale per non discriminare e far torto ad alcuno
il DIRITTO di vedere riconosciute per legge opinioni errate e balzane; di avere liberamente comportamenti turpi e volgari, linguaggio triviale, orientamento sessuale contro natura; uccidere il bambino che si porta in grembo, uccidere chi è vecchio o malato, affittare un utero e comprare un bambino, desiderare, concupire e sodomizzare un fanciullo senza essere giudicato un pederasta o un pervertito, convivere senza essere giudicati concubini e pubblici peccatori, avere bambini fuori dal matrimonio e da ogni regola, senza essere giudicati immorali e peccatori, fumare ogni sorta di droga ed iniettarsi nelle vene ogni sorta di veleno, senza sentirsi dire di essere un drogato, un pericolo per l'incolumità di se stessi e degli altri, e condannare in nome della libertà, dell'uguaglianza e dei diritti, chi così non pensa e non agisce
I traguardi di questa rivoluzione sono sconcertanti. L'essere umano ha perso l'orientamento, il buon senso, il senso di sé e del peccato, la vera libertà di figlio di Dio, fatto a Sua immagine e somiglianza, ed ha acquistato la capacità di abbruttirsi e di somigliare sempre più al Principe del Male, il Demonio, che, da quando ha irretito Eva nel giardino dell'Eden, per far sì che si allontanasse da Dio insieme ad Adamo, continua nel suo instancabile lavorio delle anime per plasmarle con i suoi acuminati strumenti che, mentre si affondano nella carne lacerandola, danno la falsa impressione di accarezzarla ma lasciano un marchio, il marchio dell'appartenenza al peccato, il marchio di fuoco della Bestia.
Questa rivoluzione ha praticamente affrancato dalle regole anche il linguaggio, che è andato a riempire un vocabolario fatto ormai di parole che hanno perso il loro vero significato, che ne mascherano il contenuto, perché il significato oggettivo delle parole può ferire per la sincerità e la capacità di rimandare alla verità. E così in questa ubriacatura di senso si dice IVG invece di aborto-omicidio, amore gay invece di rapporti sodomitici, diritto di avere un figlio, invece di egoismo e sfruttamento-schiavizzazione della donna, convivenza invece di concubinato, debolezza, sbaglio, errore invece di peccato, dolce morte invece di assassinio, pillola anticoncezionale, invece di pillola abortiva, famiglia allargata invece di famiglia smembrata da un divorzio, genitore 1 e genitore 2 invece di papà e mamma, gender invece di maschio e femmina, poliamore invece di poligamia, diagnosi pre-impianto invece di eugenetica, etc, etc......
Perché la necessità di cambiare le parole? Perché non continuare a chiamare le cose con il loro nome di sempre? Perché la necessità di mascherare la concretezza quotidiana? Perché l'esigenza di abolire l'attualità della logica? Perché la prepotenza di cambiare un linguaggio che, in una società, diventa anche garanzia di verità?
La risposta è qui, nell'ultima domanda. Un idioma, un insieme di parole logiche, esprimono nei secoli una verità, una fedeltà, un popolo, con i suoi usi e costumi, una Patria, una comunanza, una religione, un'appartenenza, diventando segno e garanzia del bene comune, sigillo di regole e leggi da rispettare, quindi, il vanificare il significato delle parole, camuffandone il vero senso, diventa strumento per poter cambiare tutta la portata della verità e della sua vera natura, tutto il senso sociale, culturale e religioso, che la realtà di un popolo si porta sulle spalle da secoli, per far avanzare una nuova realtà, prepotentemente soggettiva, radicalmente relativistica, senza tradizione, né storia, senza arte né parte e cercare, in questo modo, di renderla positiva, apprezzabile, bella, affascinante, auspicabile ed accettabile. Si tratta di cancellare il peccato, perché lo si percepisce come tale, in tutta la sua oggettività e valenza. Allora, in tutta stoltezza, si pensa di agire sulle parole in modo da cambiarne il fine.
Ma cambiando le parole si possono cancellare il senso comune, il buon senso, la natura e la verità? Si può cancellare anche il peccato?
Questo è il mondo dove si crede di essere immersi nella 'grande bellezza' ed invece siamo precipitati nel mondo della perdizione e della 'grande illusione'. Proprio come Adamo ed Eva, all'origine dei loro sogni e della loro vita immortale. Proprio là dove iniziava la realtà del mondo ed il mondo senza fine.....
Effettivamente la GRANDE BELLEZZA esiste veramente nel mondo, ma ci attende nella sua realtà di luce solo se ci incamminiamo nella via della Verità che è Cristo Gesù, Signore Nostro, il Dio incarnato, morto e risorto per la salvezza del genere umano. Solo la fedeltà a Lui ed alla Sua Chiesa, che la Tradizione Apostolica tramanda dalle origini, custodendo la Verità del Vangelo, ci renderanno capaci di godere veramente e pienamente della vita e dei doni che essa ogni giorno ci offre, in simbiosi con il creato e con il Signore che quotidianamente soffia su tutti noi il Suo Divino Spirito.