La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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domenica 25 dicembre 2016

Santo Natale 2016



Come rugiada fresca
il Signore del Cielo e della terra
è sceso nel seno purissimo di Maria Vergine,
che oggi lo ha donato al mondo, bambino.
 
BUON NATALE A TUTTI!
 
 

giovedì 22 dicembre 2016

Sale insipido

Intervista a Mons. Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale italiana, che a proposito dell'attacco terroristico al mercatino di  Natale nella città di Berlino, così insipidamente ha chiosato:
 
 
«È brutto, è brutto...»..... «Questi atti, con la loro disumanità, vogliono paralizzarci la vita. A questo mira chi compie questa violenza bestiale»......«Per questo dobbiamo continuare a vivere, è evidente».
«Dire che non bisogna farsi vincere dalla violenza e dalla paura può essere una frase stupida e vuota, se non è seguita dall’impegno di ciascuno a prendersi le proprie responsabilità. Ad essere tutti più uniti, più tolleranti. E guardarsi dalla violenza, anche nell’uso del linguaggio».
«...... la volgarità e l’aggressività del linguaggio alimentano un clima che incattivisce le persone e allontana gli sforzi di convivenza pacifica. Esiste anche un terrorismo del linguaggio, si uccide anche con la calunnia. Guardi nei media, in tv, la politica. Per non parlare dei social network: la parola di un imbecille vale come quella di un Nobel, come diceva Eco, e spesso la parola di un violento o di un guerrafondaio ha molto più sostegno».
 
«..... lo scontro di civiltà è ciò che si propongono i violenti. Se anche ci fosse questo, e io non lo credo, al fondo c’è soltanto egoismo e sopraffazione. Guadagna chi ha interessi di potere o denaro, chi commercia in armi. Alla fine, nelle guerre, va a morire la povera gente. I signori si arricchiscono».  «..... egoismi e interessi hanno la meglio. Il terrorista non rispetta la vita. E nemmeno chi usa violenza, anche verbale».
 
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corriere.it
 
 
 
L’intervista rilasciata l'altro giorno al Corriere della Sera da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, poco dopo i tragici fatti di Berlino, è già stata variamente commentata (negativamente), soprattutto per quell’ostinazione con cui ripete sempre lo stesso ritornello: la religione non c’entra, guerre e violenze sono provocate da soldi e potere e ovviamente dai commercianti di armi. Uno schema fisso, che pretende di scongiurare una guerra di religione o lo scontro di civiltà (tanto per usare altre due frasi fatte che vengono usate spesso a sproposito) e invece ritarda solo la possibilità di comprendere la natura di questa guerra dichiarata e già combattuta da una sola parte.
Più volte abbiamo spiegato quanto sia pericoloso continuare a non riconoscere la matrice religiosa islamica del terrorismo, o cercare di minimizzare asserendo che in fondo ci sono fondamentalisti in tutte le religioni, anche quella cattolica. Non torniamo dunque sullo stesso argomento, qui piuttosto interessa sottolineare un altro aspetto, ovvero la condanna della religione cattolica all’irrilevanza perseguita proprio dai suoi pastori. 
Posizioni come quella di monsignor Galantino – peraltro condivisa da tanti vescovi -  lungi dal diminuire la minaccia islamica (non saranno certo le sue affermazioni a ridurre l’afflato religioso dei terroristi) in realtà rendono irrilevante proprio il cattolicesimo. Alla fine infatti si insegna ai cattolici a non considerare rilevante la fede nel motivare le azioni degli uomini, che si muoverebbero invece solo per denaro. 
Tra tre giorni il mondo cristiano celebrerà la nascita di Gesù, Dio che si fa carne e si fa compagnia all’uomo: un fatto che ha cambiato il corso della storia, eppure di questo evento senza pari nelle parole di monsignor Galantino, che deve giudicare a caldo un fatto terribile come la strage di Berlino e l’assassinio politico in Turchia, non c’è neanche una eco lontana. (R. Cascioli)

martedì 20 dicembre 2016

Il Presepe in mostra al Quirinale

Dal 14 dicembre 2016 al 20 gennaio 2017, in occasione delle prossime festività natalizie, verrà esposto al pubblico nella Palazzina Gregoriana del Quirinale il presepe monumentale conservato nelle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.
Le figure esposte, che rappresentano gli usi e costumi delle diverse regioni d’Italia, sono opera di importanti maestri napoletani del XVIII e XIX secolo e ci mostrano personaggi caratteristici di classi sociali e realtà diverse, occidentali e orientali, cristiani e gentili.
 
Sono oltre 100 i “pastori” su una scena complessiva di 35 metri quadrati realizzata, in questa occasione, da uno dei maggiori maestri presepari oggi attivi, Nicola Maciariello, coadiuvato da Nicolò Giacalone. La scenografia contribuisce in maniera sostanziale a creare la veridicità della narrazione e a dare senso al complesso significato simbolico di strutture e personaggi, creando allo stesso tempo un insieme di grande suggestione.
 

Da non perdere, sempre al Quirinale, anche la mostra 'Presepi d'Italia'
palazzo.quirinalepresepi

 
 
 
 

venerdì 16 dicembre 2016

Natale: invito alla conversione

Come si fa a sentire la dolcezza infinita del Natale di Cristo se non si avverte tutto il bisogno di misericordia che abbiamo? La tenerezza della bontà di Dio, che scende sulla terra, è avvertita da chi sente il cocente bisogno di essere perdonato e riedificato. Per questo il Natale è un grande invito alla conversione.

Che senso avrebbe contemplare la bontà di Dio per noi, la sua tenerezza per noi nel Dio-Bambino che nasce a Betlemme, dimenticando che Lui è qui per liberarci dal peccato e dalla morte? E che senso avrebbe considerare la sua opera di salvezza per noi, non domandando perdono dei nostri peccati? Nostro Signore viene nel mondo per liberarci dal peccato e noi gli diremo che non abbiamo peccato? Viene nel mondo l'Eterno, per liberarci dall'abisso del male e noi gli diremo che il nostro peccato non è poi così grave? Questo equivarrebbe al rifiuto di Cristo stesso.
Questo mondo, che non chiede perdono perché ha perso il senso del peccato, non può capire il Natale cristiano e infatti ne fa un gran “pasticcio”. Ne siamo sempre più convinti, il mondo non si divide tanto in giusti e ingiusti, ma sopratutto si divide tra chi intona il “Miserere” e chi continua a non farlo.  È questa la grande separazione che passa nel mondo. E oggi passa terribilmente anche dentro la Chiesa.
Difronte ai fatti che accadono chi ancora domanda perdono per i propri peccati? E cosa deve ancora accadere perché si intoni il Miserere? Catastrofi naturali, gravi situazioni sociali non ci inducono al dolore dei peccati.
E il Natale nell'anno dei terremoti e delle leggi più immorali che la storia abbia mai conosciuto, passerà edulcorato nella solita falsificazione.
È questa la malattia del mondo, che non avendo il senso di Dio ha perso il senso del peccato; è questa la malattia che è entrata potentemente nella Chiesa grazie all'aggiornamento; e la chiesa aggiornata si appresta anch'essa a “pasticciare” per l'ennesima volta col Natale perché non ricorda più che Gesù viene a liberare l'uomo dal tremendo suo peccato.
È proprio sorto un “nuovo cristianesimo” che non sa cosa sia la compunzione e la penitenza.
Eppure tutta la Rivelazione parla invece di un invito urgente alla conversione. Nostro Signore non dice che questo, e la sua misericordia sta proprio nell'intimare la conversione e nell'ottenerci con la sua Incarnazione - Passione e Morte, la grazia necessaria perché il nostro cambiamento accada.
Per chi si scandalizza del nostro scrivere citiamo solo uno dei tanti passaggi del Vangelo dove l'appello al pentimento risuona:

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo»” (Lc 13, 2-4).
Non si tratta di fare gli “avvoltoi” sulle sofferenze degli altri; piove sui giusti e sugli ingiusti; i santi sono chiamati a portare croci come i peccatori. Si tratta però di rendersi conto che il mondo ed anche la natura sono sconvolti dal peccato degli uomini. Si tratta di sentire il dolore del proprio male mentre scorgi il male diffuso nel mondo: umanamente sembri non centrare nulla, ma soprannaturalmente centra eccome, perché il mio peccato contribuisce sempre al male del mondo intero.Eppure tutto accade senza che si intoni il Miserere! E quanto deve ancora accadere perché il cuore si risvegli dentro un salutare dolore? Quando i Pastori della Chiesa, Vescovi e sacerdoti, torneranno ad essere guide del popolo nella verità, intimando la pubblica penitenza a tutto il popolo? Quando per primi, dopo essere stati l'eco fedele del richiamo di Cristo alla conversione, per primi precederanno il popolo in questa pubblica penitenza?
Difronte agli avvenimenti dolorosi, che siano terremoti o violenze umane, la Chiesa deve ricordare l'appello alla conversione, deve intonare pubblicamente il suo Miserere, altrimenti tradisce il suo compito, e questo è terribile!

Nei secoli, in tutti i secoli, ma proprio tutti, il popolo cristiano ha fatto così: guidato dai suoi pastori si è affidato all'intercessione dei santi per chiedere a Dio misericordia... perché ha assaggiato già in questo mondo le conseguenze del suo peccato. Ma al popolo cristiano oggi mancano pastori così, che abbiano il coraggio di bandire la pubblica penitenza, e così i pastori finiscono per abbandonare il popolo al suo destino. Ma al popolo cristiano rischiano di mancare anche i santi, quelli veri, cui affidare la propria penitenza difronte a Dio: abbiamo cercato nuovi santi, quelli di un cristianesimo facile fatto di esperienza spirituale senza dolore dei peccati, senza compunzione. Abbiamo tolto dalla vita dei nuovi santi la penitenza, ingombrante retaggio di una cristianità che fu. I pastori ammodernati e i santi edulcorati non fanno penitenza e non fermano il male, e saranno presto rigettati come inutili: ma quanto deve ancora accadere perché ci si risvegli?
Fare un Natale senza rispettare lo spessore del mistero del male sarebbe banalizzare la venuta di Cristo in mezzo a noi.

Fare un Natale senza penitenza e domanda di conversione sarebbe misconoscere perché Cristo nasce a Betlemme.

Non c'è un Gloria senza Miserere, almeno nel cristianesimo.L'anno santo è terminato, ma se non ci ha invitati alla penitenza è stato vano: chiediamo alla misericordia di Dio che così non sia.
 

giovedì 15 dicembre 2016

Con gli occhi dell'amore


“L’amore è la preghiera più alta. Se la preghiera è regina delle virtù, allora l’amore cristiano è Dio, perché Dio è amore.
 
Guardate al mondo solo attraverso l’amore, e i vostri problemi scompariranno: vedrete dentro di voi il Regno di Dio, nell’uomo un’icona, nella bellezza terrena l’ombra del paradiso”.
 
(Padre Alipj, al secolo Ivan Voronov, namestnik del monastero delle Grotte di Pskov, morto il 12 marzo 1975)

lunedì 12 dicembre 2016

Un 'No' benefico


Cosa ci siamo persi con il No al Referendum:
 
1)Una pericolosa accentuazione del centralismo statalista
dovuto alla modifica del titolo V della Costituzione, che, abbinato alla legge elettorale (“Italicum”) avrebbe favorito una deriva antidemocratica.

Non è vero che sarebbe stato abolito il bicameralismo: sarebbe rimasto un Senato che vota su grandi e importanti questioni istituzionali, che produce un risibile risparmio economico (50 milioni su una spesa di 530 milioni), che può interferire su ogni legge votata dalla Camera dei Deputati e che può creare importanti conflitti di competenze con Camera e Regioni.
 
2)Le Prefetture di napoleonica memoria
per il fatto che sopprimendo le Province, il Prefetto sarebbe stata la vera autorità “locale”, non eletta dal popolo ed agli ordini del potere centrale. Mentre sarebbero rimaste le Regioni  a statuto speciale.

3)La continuazione del Governo Renzi con tutti i suoi danni

Grazie al NO al Referendum non c'è stata la temuta soppressione
 
1)del principio di sussidiarietà
che si sarebbe verificato a causa del grande indebolimento dei poteri decentrati, creando un grande vulnus all'intera società

e

2)delle 'Corporazioni'
in modo particolare si è scampata la soppressione degli ordini professionali, da sempre nel mirino del liberalismo di matrice illuminista, in quanto la loro struttura comunitaria, tesa a garantire professionalità e rispetto della morale connessa all’esercizio di uno specifico lavoro intellettuale, contrasta con il dogma che è il mercato l’arbitro esclusivo del prezzo di una prestazione.
 
 

 
 

martedì 6 dicembre 2016

Aspettando il Natale

 
Il mondo in cui viviamo sembra divenire ogni giorno più secolarizzato e materialista. Non riconosce più una verità che sia eterna e che coinvolga tutti. Papa Benedetto ha coniato la celebre espressione “dittatura del relativismo”: vivere senza l’eterna Verità di Dio è vivere senza Cristo, nell’oscurità, nell’ignoranza, nel dubbio e nella paura. Cristo è venuto a rendere testimonianza alla Verità e a liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e illuminarci con la Buona Novella della Sua misericordia e del Suo amore. Le prima parole del Suo ministero pubblico sono -Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo!-
 
(Omelia di S.E.R. Mons. Alexander K. Sample, Arcivescovo di Portland)
Roma, 30 ottobre 2016
Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini