Anche se il “tempo” in cui riviviamo questa pagina di Vangelo è trascorsa, ci farà bene riflettere sopra e ragionare con serenità sull’insegnamento magisteriale e patristico. In questi ultimi cinque anni si è data vita ad una nuova “tradizione” della “lavanda dei piedi“. Nella Tradizione di sempre, come conclusione della Messa – in Coena Domini – c’era (e c’è) la reposizione di Gesù-Ostia-Santa nei cosiddetti “Sepolcri”, organizzati e preparati negli Altari della “Reposizione”, a significare il triste tempo in cui si entra: quello dell’arresto di Gesù, una notte di processi farsa, vituperio, oltraggi alla Sua Persona. Alle ore 12,00 del Venerdì Santo Gesù viene “portato via” da questi Altari, viene “nascosto” per così dire, si segue tutta la Passio, gli ultimi interrogatori di Pilato ed infine la condanna, la Via Crucis e la Crocifissione, con l’adorazione della Croce da parte della Chiesa, con i Fedeli.
Orbene, nella nuova “tradizione” avviata da papa Francesco la prima parte qui descritta: la reposizione di Gesù-Ostia-Santa con la conseguente adorazione, anche notturna, è finita, non c’è più, per lui. La Messa in Coena Domini (della Cena del Signore) è stata trasformata nella messa della “lavanda dei piedi”, e l’ adorazione a Gesù portato nell’Altare della Reposizione, questo Papa non la fa più. Papa Francesco saluta i fedeli come se nulla fosse, mentre prima i Papi, terminata la sacra funzione si ritiravano in silenzio proprio per lasciare spazio e tempo all’Unico e vero Protagonista, da quel momento fatto oggetto di un processo montato ad arte per condannarlo a morte.
Per capire cosa abbia in mente papa Francesco bisogna risalire indietro nel tempo. Non che abbia mai rilasciato una catechesi o una lectio sulla “sua lavanda dei piedi”, ma i tanti gesti che l’hanno caratterizzata da quando era arcivescovo di Buenos Aires, fanno capire bene, purtroppo, che per lui Gesù è più PRESENTE e vivo nei “poveri o emarginati, gli scartati” che non nell’Eucaristia. Ci crede nella Presenza reale, ma..... però.....
“Chi ha fatto il bagno non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro. Voi siete puri ma non tutti” (Gv.13,1-11)
Con queste parole di Gesù – il rito della lavanda dei piedi – entra all’interno dei fatti accaduti in quel “Giovedì Santo” ricordati nella Tradizione viva della Chiesa, i cui pilastri teologici e dottrinali sono due: l’istituzione dell’Eucaristia e l’istituzione del Sacerdozio (il Sacramento dell’Ordine Sacro). Per comprendere la reazione di Pietro che rifiuta in un primo momento di farsi lavare i piedi, occorre capire che questo era un gesto vietato persino ai servi ebrei nei confronti dei loro padroni, essendo considerato troppo umiliante e quindi da riservare agli schiavi stranieri, cioè lavare loro i piedi.
Ebbene, a cosa allude Cristo attraverso questa distinzione che ha un evidente valore simbolico? Molti Padri della Chiesa hanno distinto tra il “bagno” del battesimo e la “lavanda” dei peccati successivamente commessi durante l’esistenza cristiana, attraverso la penitenza-riconciliazione-confessione delle colpe (vedi Matteo 16,19; 18,18; Giovanni 20,23).
Infatti i Padri mettono anche in risalto che Gesù, con la lavanda dei piedi, ha voluto rappresentare simbolicamente la sua donazione sacrificale per la redenzione-salvezza dell’umanità nell’umiliazione della morte in croce, insita in un potere straordinario e divino ora trasmesso AGLI APOSTOLI nell’Ultima Cena con l’Istituzione del loro sacerdozio e dell’Eucaristia, con il potere di rimettere i peccati. Non per nulla dice a Pietro che, qualora egli rifiuti questo dono, «non avrà parte con lui» nel regno futuro.
Pietro aveva equivocato e ritenuto che Gesù volesse introdurre un nuovo rituale di purificazione. È per questo che Cristo ribadisce riproponendo il senso profondo di quell’atto: il lavacro battesimale completo ha sempre bisogno dell’atto della donazione estrema di Cristo nella sua morte redentrice, raffigurato proprio nel gesto di umiliazione della lavanda dei piedi. La redenzione, come la stessa remissione dei peccati, passa dal Cristo, per questo “Il più grande tra voi sia vostro servo…”(Mt.23,11)
Nel gesto della lavanda dei piedi, quindi, caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre che veniva effettuata con un catino apposito e con un “lention” (asciugatoio) posti al di fuori della zona dove ci si riuniva per mangiare, diventa ora segno e simbolo del vero servizio nella Chiesa. Per gli Apostoli è il servizio liturgico e sacramentale. Spiega Benedetto XVI:
- “La richiesta di fare ciò che ha fatto Gesù non è un’appendice morale al mistero o addirittura qualcosa di contrastante con esso….. Questa dinamica essenziale del dono, ….. appare in modo particolarmente chiaro nella parola di Gesù: «Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,12)… La novità può derivare soltanto dal dono della comunione con Cristo, del vivere in Lui. (..) solo se ci lasciamo ripetutamente lavare, «rendere puri» dal Signore stesso, possiamo imparare a fare insieme con Lui ciò che Egli ha fatto. ” cliccare qui.
Fin dai Padri della Chiesa e dalle loro spiegazioni, questo gesto della lavanda dei piedi ha così diversi significati inscindibili fra loro:
- il primo è il senso salvifico all’interno della Chiesa, è Gesù che salva e si sacrifica per noi (istituzione dell’Eucaristia), per i suoi stessi Apostoli: “se non ti lavo”, ossia se non ti lasci purificare da me, non potrai aver parte di Me;
- il secondo senso è battesimale (Gv.17,14-17) “Sapete ciò che vi ho fatto?” domanda loro Gesù e che spiega poi il gesto, invitando i Suoi a fare altrettanto fra di loro, FRA I BATTEZZATI esprimendo il concetto della conversione nell’umiltà, con un gesto di umiltà: “non solo per questi ma anche per quelli che sulla loro parola crederanno in me”. Nei testi dei Padri si pone in parallelo la lavanda con il battesimo, considerandola la “illuminazione” degli apostoli. Il battesimo, come morte dell’uomo vecchio e resurrezione dell’uomo nuovo, è la condizione essenziale per poter partecipare all’Eucaristia. Così Gesù lava i piedi ai discepoli “per avere parte con Lui”. Sono pronti, cioè, a mangiare la Pasqua nuova.
- il terzo senso è emulativo, di conversione, è importante perché i discepoli possano aver parte con Lui e questa azione li libera dal peccato, li rende puri. Per i Padri della Chiesa, la santa lavanda non è intesa a “lavare le macchie del corpo, ma a santificare misticamente l’anima”, per questo è sempre stata pensata all’interno del collegio apostolico. I Vescovi lavavano i piedi dei propri sacerdoti (il presbiterio), da loro consacrati e associati al ministero nella propria diocesi; nei monasteri gli Abati lavavano i piedi agli umili frati…
Il significato è chiaro. Il Re è venuto per servire e non per essere servito. Pietro non accetta lo “scandalo” della lavanda dei piedi, come in precedenza, proprio subito dopo che Gesù lo aveva eletto “pietra di fondazione della Chiesa”, non aveva accettato lo scandalo della croce. In quella occasione Pietro aveva chiamato in disparte Gesù per rimproverarlo per quel discorso da “fallito”, da “vinto”. Ma Gesù, per tutta risposta, davanti a tutti lo scaccia come “satana” perché non ragiona secondo Dio ma secondo gli uomini. Dopo quella brutta figura, la reazione di Pietro al gesto sconvolgente di Gesù è meno “aggressiva” e più remissiva. Anzi quando gli dice: “Se non ti laverò, non avrai parte con me” Pietro non oppone altra resistenza, anzi chiede addirittura che gli venga fatto il bagno… (1) E’ solo in questo contesto che si avvia, nella vera Tradizione della Chiesa, questo rito della lavanda dei piedi, DENTRO IL COLLEGIO APOSTOLICO.
E così siamo arrivati al dicembre 2014 quando, Papa Francesco, dispose la modifica delle regole che disciplinano liturgicamente il tradizionale rito della “lavanda dei piedi”, nella messa “in Coena Domini” del Giovedì Santo, prevedendo che per ricevere la lavanda dei piedi – che ricorda il gesto fatto da Gesù la sera dell’Ultima Cena con gli apostoli – non debbano più essere scelti solo maschi, ma anche le donne… Anche il numero, quindi, non dovrà essere più obbligatoriamente di 12, ma “un gruppetto”.
Lasciando perdere per un momento la questione delle “donne” che è pura ideologia, altrettanto ideologia è che poi, papa Francesco, vi abbia aggiunto anche i non battezzati, coloro che non sono solo semplicemente al di fuori della Chiesa, ma che probabilmente non hanno neppure alcuna intenzione di aderirvi, perché magari musulmani!! Ora è onesto anche dire che fu sempre quello “spiritello” del Concilio ad avanzare aperture e stranezze in campo liturgico! Bergoglio non sta facendo altro che attualizzarle perché “altri” glielo hanno permesso di fare!
Spiegava così Benedetto XVI:
- “Teniamo innanzitutto presente che la lavanda dei piedi – come abbiamo visto – non è un sacramento particolare, ma significa la totalità del servizio salvifico di Gesù: il sacramentum del suo amore, nel quale Egli ci immerge nella fede e che è il vero lavacro di purificazione per l’uomo. Ma in questo contesto la lavanda dei piedi acquista, tuttavia, al di là del suo simbolismo essenziale ancora un significato più concreto, che rimanda alla prassi della vita della Chiesa primitiva. Di che cosa si tratta? Il «bagno completo» presupposto non può riferirsi che al battesimo, col quale l’uomo una volta per tutte è immerso in Cristo e riceve la sua nuova identità dell’essere in Cristo.” (vedi qui)
In conclusione: cosa dovrebbe fare papa Francesco? e perché avrebbe sbagliato a cambiare la tradizione?
Prima di tutto perchè il senso di Bergoglio è molto ideologico, prima l’apertura alle donne (che c’entrano nel collegio apostolico? Gesù non lavò i piedi alla Madre! forse che la Madre non prese parte di Lui alla gloria eterna?); secondo perché è più facile lavare i piedi ad un carcerato, ad un musulmano (con tanto di fotografi e telecamere piazzate) che non – per esempio – umilmente inginocchiarsi per lavarli al cardinale Rayomond Leo Burke…
Papa Francesco dovrebbe riprendere la Tradizione e lavare i piedi ai sacerdoti, ai vescovi e cardinali da lui trattati male durante l’anno, dovrebbe lavare i piedi a Padre Stefano Maria Manelli… e ribadire in tal senso il concetto dell’autentico umile servizio a cui allude il Cristo nei fatti riportati dai Vangeli.
Infine dovrebbe riportare al centro – nella Messa del Giovedì Santo – l’EUCARISTIA, i Santi Sepolcri, l’Adorazione al termine della Messa in Coena Domini, che non è la “messa della lavanda dei piedi”…
Laudetur Jesus Christus
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