La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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sabato 3 marzo 2012

Il dono di soffrire per Cristo



TRATTO DA  SANT' ALFONSO MARIA DE' LIGUORI - PRATICA DI AMAR GESU' CRISTO
Ed Città Nuova pag 66-67

Scrive san Giovanni Crisostomo che quando il Signore fa la grazia di soffrire, concede un dono più grande del potere di risuscitare i morti, perchè col far miracoli l'uomo resta debitore a Dio, ma nella sofferenza è Dio che resta in obbligo con l'uomo. E aggiunge che chi soffre per amor di Dio, per il fatto stesso che soffre per amor di quel Dio che egli ama, ha già ricevuto un grande premio. Ecco perchè egli dice di valutare di più la grazia dell'apostolo Paolo nell'essere incatenato per Gesù Cristo che nell'essere rapito al terzo cielo.
San Giacomo, con l'espressione "la pazienza, poi, completi l'opera sua in voi" (Gc 1,4), vuol dirci che non c'è cosa più gradita a Dio di una persona che con pazienza e in pace porta tutte le croci che Dio le manda. E questo, appunto, fa l'amore: rende l'amante simile alla persona amata.
"Le piaghe del nostro Redentore - scrive san Francesco di Sales - sono tutte bocche che ci insegnano come soffrire per lui. Questa è la scienza dei santi: soffrire sempre per Gesù. E' così che si diventa presto santi". Chi ama Gesù Cristo desidera di essere trattato come lui, povero, straziato, disprezzato.
San Giovanni, nell'Apocalisse, vide tutti i santi avvolti in candide vesti e con le palme nelle mani (cf Ap 7,9). Ora, la palma è segno del martirio, e se non tutti i santi sono morti martiri, come mai tutti portano le palme nelle mani? Ci risponde san Gregorio Magno: "Tutti i santi sono stati martiri o di spada o di pazienza. E anche noi possiamo essere martiri, se coltiviamo la virtù della pazienza".
Il merito di una persona che ama Gesù Cristo sta tutto nell'amare e nel patire. "Pensi tu, figlia mia - rivelò il Signore a santa Teresa -, che il merito consiste nel godere? No, ma nel patire e nell'amare. Guarda la mia vita piena di sofferenze.....Ebbene credimi, figlia, che chi più è amato dal Padre mio, più travagli deve affrontare. Questo significa amare. Guarda queste mie piaghe e sappi che i tuoi dolori non potranno mai essere così grandi! E' un grave errore pensare che il Padre mio celeste ammetta nella sua amicizia gente senza travagli!". E qui, a nostro conforto, santa Teresa aggiunge che Dio non manda mai una prova senza subito ripagarla con qualche favore.

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