Alla bellezza non solo individuale di questo o quel santo, ma alla “bellezza sociale” di un’intera civiltà cristiana, si oppone una via turpitudinis che è allo stesso tempo sintomo e simbolo di quell’altrettanto plurisecolare processo di aversio a Deo, di apostasia delle società, che la scuola contro-rivoluzionaria e in specie Plinio Corrêa De Oliveira definisce Rivoluzione.
Le cattive istituzioni, come le cattive idee da cui scaturiscono, hanno la loro prima origine nelle tendenze disordinate del cuore dell’uomo. Per verificare quanto accade in ambito spirituale, per avere una radiografia dell’invisibile, il rapporto di una società con il bello – o con il brutto - è un’efficace cartina di tornasole. E forse non è casuale che il nostro mondo attualmente sia divenuto un coacervo di asfalto, graffiti e grigiore e che le metropolitane siano frequentate anche da aspiranti suicidi, stanchi di vivere in un mondo complessivamente non bello e quindi percepito come non amabile – poiché nessuno ama ciò che percepisce come brutto.
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