La famiglia, fondata sul matrimonio, tra un uomo ed una donna, sull'amore coniugale, unico, indissolubile e aperto alla vita è estremamente necessaria per lo sviluppo psico-fisico dei bambini, per il bene comune ed anche per la crescita dell'economia.
In Italia, purtroppo, assistiamo al contrario: divorzio rapidissimo e privatizzato, fisco sempre meno a misura di famiglia, depenalizzazione dell'uso delle droghe cosiddette leggere, fecondazione artificiale eterologa, attacco ai medici e operatori sanitari che sull'aborto fanno obiezione di coscienza, sindaci che violano la legge trascrivendo 'matrimoni' omosessuali contratti all'estero, preparazione di una legge tutta italiana per unire in 'matrimonio' due persone dello stesso sesso. Questi atti politici ed ideologici rappresentano altrettante tessere di un mosaico dietro al quale è difficile non vedere la regia globale di una cultura ostile alla famiglia e alla vita.
Matteo Renzi assicura che non si tratterà di matrimonio, ma non è così e lo sa bene! Queste 'unioni civili' proposte da Renzi, introducono qualcosa che è uguale al matrimonio tranne che nel nome e in un limite posto all'adozione.
L'esperienza inglese insegna che queste 'unioni civili' dopo qualche anno cambiano nome in 'matrimonio' in modo pressoché naturale e indolore.
L'esperienza tedesca, invocata da Renzi, mostra come, introducendo la possibilità di adottare i figli biologici di uno dei conviventi, si offra un assist alla magistratura per allargare costantemente l'area dell'adozione in nome del principio di uguaglianza.
Dunque si scrive UNIONE si legge MATRIMONIO.
E che le 'unioni civili' di Renzi non sono l'alternativa ma il battistrada al 'matrimonio omosessuale' lo si comprende dalle parole del sottosegretario Scalfarotto che, in un'intervista al quotidiano la Repubblica il 16.10.2014 così si è espresso: «L'unione civile non è un matrimonio più basso, ma la stessa cosa. Con un altro nome per una questione di realpolitik». Evviva la sincerità!
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