Il passato ha già contato i sui giorni e più non è anche se può essere alimentato dai nostri ricordi, ma con l'andare del tempo essi subiscono l'impietoso sbiadimento nella memoria. Il futuro ancora non è e non ci è dato conoscerlo né interrogarlo, solo il presente è l'unico tempo che ci viene dato di vivere e di cui possiamo contare lo scorrere delle ore.
Nel libro 'Le lettere di Berlicche', pubblicato a Londra nel 1942 dallo scrittore Clive Staples Lewis, un geniale racconto in forma epistolare in cui un diavolo anziano, “sua potente Abissale Sublimità il Sottosegretario Berlicche”, istruisce suo nipote Malacoda, un giovane diavolo apprendista tentatore, è descritto in modo davvero mirabile l'importanza del tempo presente e la sua connessione con l'eternità, la nostra eternità che già inizia qui ed ora, nel nostro presente!
Ecco come:
«Mio caro
Malacoda,
[...] gli esseri umani vivono nel tempo, ma il nostro Nemico (il diavolo Berlicche chiama così Dio) li destina all'eternità. Perciò, credo, Egli desidera che essi si occupino principalmente di due cose: dell'eternità stessa e di quel punto del tempo che essi chiamano il Presente.
Il Presente è infatti il punto nel quale il tempo tocca l'eternità.
Il Futuro è, fra tutte le cose, la cosa “meno simile” all'eternità. È la parte più compiutamente temporale del tempo, poiché il Passato è ghiacciato e non scorre più, e il Presente è tutto illuminato dai raggi dell'eternità.
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