La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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giovedì 28 gennaio 2016

Noi preferiamo la Madre di Dio!

 
Fino a ieri la Chiesa ci ha insegnato che avremmo dovuto ascoltare e pregare di più la Vergine Maria, che è la nostra Madre premurosa e la potente protezione contro il male (...)

Ma oggi sembra proprio che stia venendo giù tutto...
Adesso ci vengono a dire addirittura il contrario, cioè che non bisogna essere troppo devoti alla Madre di Dio altrimenti si disturba il "dialogo" con i luterani...

Chi lo ha detto?
Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, che durante gli anni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI aveva ben altri toni, adesso appare cambiato...

Ebbene, costui, nella terza predica di Avvento alla Curia Romana, auspicando un riavvicinamento tra cattolici e protestanti, ha spiegato che un ostacolo sarebbe rappresentato dalla nostra "sconsiderata" devozione alla Vergine.

Ha testualmente detto che occorre prendere un'altra via: "Tale via passa per un sincero riconoscimento da parte di noi cattolici del fatto che spesso, specialmente negli ultimi secoli, abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato e soprattutto non collocando tale devozione dentro un quadro biblico ben chiaro che ne facesse vedere il ruolo subordinato rispetto alla Parola di Dio, allo Spirito Santo e a Gesù stesso".

A sentire queste sciocchezze non so se è più grande l'indignazione o la tristezza... Io infatti penso esattamente il contrario, cioè che non si è onorata e ascoltata abbastanza la Madonna (...)
In ogni caso lascio volentieri, a Cantalamessa, Lutero e quei luterani che non gradiscono la nostra devozione a Maria. Se li tenga lui. [...]
Preferisco stare con tutti i papi e con tutti i santi ai piedi di Maria. Preferisco essere "esageratamente" devoto a Lei che devoto ai poteri di questo mondo...

E siccome il "predicatore pontificio" Cantalamessa ha deprecato "gli ultimi secoli", perché avrebbero onorato in modo "esagerato e sconsiderato" la Vergine, ricordo alcuni dei santi che (negli ultimi secoli) hanno affermato l'esatto contrario:
San Massimiliano M. Kolbe:
«Non temete di amare troppo la Madonna, perché non arriverete mai ad amarla come l'ha amata Gesù».

San Bonaventura:
«Nessuno può essere mai troppo devoto della Beata Vergine»; «Bisogna guardarsi con diligenza dallo scemare minimamente l'onore dovuto a Maria... bisogna essere pronti a difendere i privilegi di Maria Santissima anche con pericolo della vita».

Padre Pio:
«Vorrei poterLa amare quanto merita, ma ricordati che tutti i Santi e gli Angeli insieme non possono degnamente amare e lodare la Madre di Dio».

San Bernardo di Chiaravalle:
«O Maria, Tu sei unica al mondo; tu non avesti mai nessuno prima di te che ti somigliasse, ed il mondo, durasse anche eternamente, non avrà mai l'uguale».

Aggiungo che Pio IX, nella Bolla con cui definì dogmaticamente l'Immacolata Concezione scrisse che Ella è «superiore a tutte le lodi del cielo e della terra... è il miracolo di Dio per eccellenza, anzi, il vertice di tutti i miracoli». [...]

Questi sono i nostri maestri degli "ultimi secoli". Li preferiamo a Cantalamessa e a Lutero...
 
Titolo originale: Se in Vaticano vogliono Lutero se lo tengano. Noi preferiamo stare con la Madre di Dio -
di Antonio Socci
 
Lo Straniero, 30/12/2015
 

mercoledì 27 gennaio 2016

Il rabbino che si arrese a Cristo

 
Precisava di non aver rinnegato nulla del suo passato d'israelita ma soltanto di aver portato a compimento un percorso che dall'Antico Testamento porta a Cristo. Lui, che fin da piccolo rimane colpito dalla figura di Gesù, era il rabbino capo della comunità ebraica di Roma ed un valente studioso: Israel Zoller, divenuto in seguito professore di letteratura ebraica al Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Nel settembre 1944, durante la festa dello Yom Kippur nella Sinagoga di Roma, ebbe una visione. Gesù gli appare e gli dice che quella sarebbe stata l'ultima volta che celebrava in quel luogo. Il 13 febbraio 1945, in gran segreto, riceve il battesimo, seguito nei mesi successivi dalla moglie e dalla figlia. Sceglie il nome di Eugenio Pio, perché, spiega "L’ebraismo mondiale ha un debito di grande gratitudine verso Pio XII". Gli ebrei fanno di tutto per dissuaderlo. Sarà da allora allontanato dalla comunità ebraica, oggetto di ingiurie, insulti, minacce e dipinto come un "serpente" ed un "traditore".  Il professor Eugenio Pio Zolli, morì il 2 marzo 1956 (il giorno dell'80º compleanno di Pio XII) e fu sepolto nel Cimitero romano di Campo Verano: un personaggio cancellato dalla storia e dalla memoria della comunità ebraica e dimenticato dai cristiani; l'evocare il suo nome significa ancora oggi creare imbarazzo e forse anche scandalo.
Nella sua autobiografia dal titolo -Prima dell'alba- racconta il momento in cui Gesù gli apparve mentre era in piedi nella grande sinagoga romana, dopo un lungo giorno trascorso nel digiuno e nella preghiera per implorare da Dio la purificazione dell’anima e del corpo e il perdono dei peccati commessi nei dodici mesi precedenti:
«Il giorno era vicino alla fine, e io ero solo in mezzo ad una grande moltitudine di persone. Cominciai a sentire come se una nebbia s’insinuasse nella mia anima. Essa divenne sempre più fitta, finchè persi completamente il contatto con le persone e le cose che mi stavano attorno. (...) Mi sentivo lontanissimo dal rito e lasciai che gli altri continuassero per loro conto a recitare le preghiere e a cantare. Non avvertivo nè gioia nè dolore; ero privo di pensieri e di sensazioni. Il cuore era come morto nel petto... E proprio allora vidi con gli occhi della mente un prato che si estendeva verso l’alto, luccicante d’erba ma senza fiori. In questo prato vidi Gesù Cristo vestito d’un mantello bianco, e dietro il suo capo il cielo azzurro. Provai la più grande pace interiore...
Circa un’ora dopo, mia moglie, mia figlia e io eravamo finalmente a casa per la cena. Quando fui stanco mi ritirai nella mia camera da letto. La porta della stanza di mia figlia era chiusa. Ad un tratto mia moglie mi disse: “Oggi mentre stavamo davanti l’arca della Torah mi è parso come se un’immagine bianca di Gesù ti mettesse le mani sul capo nell’atto di benedirti”. Fui sbalordito ma rimasi calmissimo, e finsi di non aver capito. Mia moglie allora mi ripetè ciò che aveva detto, parola per parola. In quello stesso momento udimmo la nostra figlia minore, Myriam, che chiamava da lontano: “Papà!”. Andai nella sua stanza. “Che c’è?” le domandai. “Stavate parlando di Gesù Cristo” rispose. “Sai, papà, ho sognato che vedevo un Gesù altissimo, ma non ricordo che cosa succedeva dopo”.
 
 
 

martedì 26 gennaio 2016

Unioni (in)civili: una grande bugia di Renzi&Co

 
'E' l'Europa che ce lo chiede'. Un refrain che i mass-media italiani introducono nelle nostre case fino alla nausea, una sorta di lavaggio del cervello collettivo e a tappeto. E' vero? E se così fosse, obbedire diventa doveroso? E' vero che l'Italia è l'unico Paese europeo che ancora non ha legiferato in materia? Renzi ha detto proprio così, che in pratica siamo rimasti l’unico Paese dei 28 dell’Unione Europea a non aver ancora le 'unioni civili' aggiungendo poi che a tale eccezione occorre al più presto porre rimedio. Alle bugie Renzi ci ha abituati fin dal primo giorno del suo 'governo abusivo'(ecco-le-sette-menzogne-capitali-di-renzi-pinocchio). Anche questa è una bugia, una colossale bugia! Renzi è forse male informato oppure è in mala fede? Numeri alla mano c’è da temere purtroppo che la seconda delle due ipotesi sia quella esatta. Nei Paesi aderenti all'Unione Europea il cosiddetto 'matrimonio omosessuale' è in vigore in 12 Stati membri mentre l’unione civile in altri quattro. Gli Stati ove invece non solo non esiste ma nemmeno è in discussione sono 12.
In tutta Europa il 'matrimonio' è presente in:
Spagna, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia (non fa parte dell'UE), Svezia, Irlanda, Grecia.
Mentre in:
Svizzera (non fa parte dell'UE), Germania, Austria, Ungheria e Croazia vige l’unione civile.
In Russia, nell'intera Europa orientale e nell'Asia non esiste nè viene prospettato.
Nel resto del mondo il 'matrimonio omosessuale' vige soltanto in meno di 20 degli oltre 200 Stati membri dell’Onu; In Africa esiste solo in Sudafrica; Nelle Americhe esiste in Canada, in 37 Stati membri degli USA, in Messico (in 5 Stati della Federazione su 31) in Brasile, in Uruguay ed infine nel grande continente dell'Oceania esiste solo in Nuova Zelanda.

lunedì 25 gennaio 2016

La 'Bomba P': una clamorosa bufala!


        

La rivista 'Nature' smonta la bufala della sovrappopolazione  
di Marco Respinti 07-01-2016
 
Materiali a confutazione di questa vera e propria bufala ce n’è oramai a iosa, ma nella mentalità dominante (dominante anche troppi addetti ai lavori) lo sforzo serve a poco perché le leggende metropolitane procedono per autoalimentazione: più le si confuta, più si gonfiano; e più la confutazione è seria e circostanziata, più diventa prova provata del dolo. Ora però contro la fobia della “Bomba P” (la popolazione mondiale che ci sta scoppiando tra le mani) scende finalmente in campo anche il periodico britannico Nature, una delle più antiche e importanti riviste scientifiche del mondo, e la musica cambia. Cambia perché, rispetto al conformismo neoilluminista imperante, Nature non è certo un cuordileone che rema controcorrente, prediligendo invece sempre le acque calme delle “idee ricevute”, dello scientificamente corretto in business casual e del sottile progressismo blasé da documentario di prima serata. Evidentemente però la fola della “Bomba P” è tanto grossa e grossolana che pure i don Abbondio non riescono più a tenere a freno la lingua.
In un articolo ospitato su Nature di dicembre, la giornalista scientifica Megan Scudellari bolla disinvoltamente come falsa l’idea secondo cui la popolazione della Terra crescerebbe costantemente in modo esponenziale portando inevitabilmente ‒ come per primo affermò il pastore anglicano ed economista Thomas R. Malthus (1766-1834) nel 1798 ‒ alla carestia e alla miseria. La popolazione mondiale, infatti, non cresce per nulla in modo esponenziale. Non lo ha fatto ieri, non lo fa oggi ed «[…] è improbabile che lo faccia in futuro», dice il demografo della Rockefeller University di New York Joel Cohen intervistato dalla Scudellari. Oggi, per esempio, la popolazione mondiale cresce a un ritmo che è addirittura la metà di quello seguito prima del 1965.
 
Quanto agli attuali 7,2 miliardi di abitanti della Terra da mangiare ce n’è davvero a sufficienza per tutti. A documentarlo è la FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, secondo le cui stime la produzione mondiale di cibo è di gran lunga superiore alla crescita demografica. Attualmente, la sola produzione calorica mondiale in cereali è sufficiente a sfamare tra i 10 e i 12 miliardi di persone. La fame nel mondo allora non esiste? Niente affatto: esiste eccome, afferma sempre Cohen. Solo che non è causata né dalla presunta sovrappopolazione mondiale né dalla scarsità generale e generica di cibo, bensì dal fatto statistico che circa il 55% della produzione nutrizionale del pianeta viene impiegata per scopi diversi dall’alimentazione umana (mangimi per bestiame o produzione di carburanti), oppure semplicemente sprecata, o ancora malamente distribuita.
 
Né scarseggia neppure l’acqua, come ha documentato il vice segretario generale delle Nazioni Unite, Jan Eliasson, sulle pagine dello stesso Nature nel gennaio 2015. Il vero problema dell’acqua, infatti, è che in certe regioni molti (si calcola 1,2 miliardi di persone) hanno difficoltà ad accedervi, ma questo per ragioni politiche, militari o economico-sociali di arretratezza tecnologica, motivo per cui l’unico rimedio possibile è l’antropizzazione, lo sviluppo tecnico-scientifico e il libero scambio commerciale che zittisce le armi, non certo il deserto umano, la riduzione delle nascite e il reinselvatichimento del pianeta. La Scudellari cita a questo proposito Nicholas Eberstadt, demografo dell’American Enterprise Institute di Washington: «La sovrappopolazione non è sul serio sovrappopolazione. È piuttosto una questione di povertà»; ma, invece di esaminarne attentamente le cause alla ricerca di soluzioni pratiche, ci si perde in chiacchiere attorno a un problema che non esiste, la chimerica “Bomba P”. La teoria vorrebbe che se a dire per l’ennesima volta che non è vero che sulla Terra siamo troppi, che non è vero che il pianeta non ce la fa più, che non è vero che il cibo è insufficiente a nutrire tutti e che non è vero che l’acqua manca è finalmente un beniamino blasonato del pensiero dominate come 'Nature' il mondo dovrebbe cominciare a prestare orecchio, ma chissà perché abbiamo già la sensazione di sbagliarci.
 
Tratto da qui

giovedì 21 gennaio 2016

Uscire dalla foresta

 
Lidia Macchi, studentessa universitaria varesina attiva nei boy scout e militante di Comunione e Liberazione, il 7 gennaio 1987 venne ritrovata morta, uccisa con 29 coltellate, in una radura nei pressi dell’ospedale di Cittiglio, Varese, dove era andata a trovare un’amica due giorni prima. Aveva 21 anni.
 
Nei giorni scorsi è stato effettuato l'arresto del presunto omicida che prima di ucciderla l'ha violentata.
La ragazza aveva conosciuto don Giussani: un incontro che le aveva cambiato totalmente la vita.
 
Dopo quell'incontro scrisse ad un'amica:
 
(....) A me sta capitando una cosa straordinaria e un po’ confusa ma veramente grande; è come se in me adesso ribollissero con chiarezza un sacco di domande e di desideri sulla vita. Il desiderio d’essere felice, d’essere libera, cioè di trattare con libertà, senza essere schiacciata od appesantita da tutte le circostanze della vita, il desiderio di amare con profondità le persone che mi sono care, gli amici; il desiderio di costruire anch’io un pezzetto di storia (......)
 
Di don Giussani scrive:
 
'È strano perché più delle sue parole, mi ha colpito lui, il suo sguardo profondo e attento, qualcosa di inafferrabile, un uomo libero, aperto, non arrabbiato o irato con la vita. Non so dirti niente di più preciso ma è come se custodisse un segreto, una forza non sua'.
La lettera termina così:
 
Adesso non mi sembra più di essere sola alla ricerca disperata di qualcosa di cui tutti se ne fregano; è come se qualcuno, facendomi sobbalzare, perché è arrivato inaspettatamente, mi avesse detto: “Ehi, sono qui, non urlare e non disperarti, perché seguendo questa strada usciremo dalla foresta”.
E io voglio uscire dalla foresta, perché la vita è mare, cielo, monti e pianure, case, alberi, volti umani, stelle, sole e vento e noi siamo fatti per questo Infinito che c’è; basta solo guardarsi in giro e per questo seguire questo “Qualcuno” che mi è venuto incontro nel groviglio della foresta e che mi dice: “Guarda lassù tra le foglie, vedi, c’è un pezzettino di cielo blu, blu, usciamo a vederlo”.

Una ragazza desiderosa di vivere la vita alla sequela di Cristo, con passione e tenerezza, perché finalmente ha trovato il senso pieno e vero della vita, il motivo per cui vivere e morire.

mercoledì 20 gennaio 2016

Un ebreo diventato cattolico

Ricorre oggi la memoria di una vicenda straordinaria: la conversione dell’ebreo Alphonse Ratisbonne (nato a Strasburo il 1 maggio 1812) a seguito dell’apparizione della Madonna della Medaglia Miracolosa nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma.

Era il 1842 e Alphonse aveva deciso di sposarsi con la cugina Flore. Prima del matrimonio decise di recarsi a Gerusalemme per visitare la culla della sua religione. A causa di un'avaria alla nave che lo trasportava, fu costretto a fermarsi alcuni giorni a Roma, in attesa delle necessarie riparazioni: qui incontrò il barone de Bussières, fervente cattolico e amico del fratello di Alphonse, Theodore che si era convertito al cattolicesimo diventando sacerdote nella Compagnia di Gesù nel 1830.
Una sera, il barone, sfidando l'anticlericalismo di Alphonse, gli donò una medaglia della Madonna, di cui era molto devoto ed quest'ultimo, solo per non procurare dispiacere all'amico, accettò di mettersela al collo, così come accettò di ricopiare il 'Memorare', la celebre preghiera mariana di san Bernardo di Chiaravalle. Nel frattempo decise di prolungare di qualche giorno la sua permanenza a Roma, visitando il ghetto il 6 gennaio 1842.
La mattina del 20 gennaio si trovava sulla carrozza del barone de Bussières, che si stava recando alla chiesa di Sant'Andrea delle Fratte, nei pressi di piazza di Spagna, per organizzare il funerale di un diplomatico. Sebbene avesse affermato di voler attendere l'amico a bordo della carrozza, Alphonse, spinto dalla curiosità, decise di visitare l'interno della chiesa. Una volta dentro improvvisamente venne colto da un certo turbamento che egli stesso così descriverà:
'......vidi come un velo innanzi a me, mi sembrava la chiesa tutta oscura, eccettuata una cappella, quasi che tutta la luce della medesima Chiesa si fosse concentrata in quella. Levai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull’Altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa la SS.ma Vergine Maria simile all’atto e nella struttura all’immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell’Immacolata. A tal vista io caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo......
Altare dell'Apparizione
La Vergine non pronunciava alcuna parola, ma compresi perfettamente... provavo un cambiamento così totale che credevo di essere un altro, la gioia più ardente scoppiò nel profondo dell'anima; non potei parlare... non saprei render conto delle verità di cui avevo acquisito la fede e la conoscenza. Tutto quello che posso dire è che il velo cadde dai miei occhi; non un solo velo, ma tutta la moltitudine di veli che mi aveva circondato, scomparve; uscivo da un abisso di tenebre, vedevo nel fondo dell'abisso le estreme miserie da cui ero stato tratto a opera di una misericordia infinita; tanti uomini scendono tranquillamente in questo abisso con gli occhi chiusi dall'orgoglio e dall'indifferenza... Mi si chiede come ho appreso queste verità, poiché è certo che non ho mai aperto un libro di religione, non ho mai letto una sola pagina della Bibbia... Tutto quello che so è che, entrando in chiesa, ignoravo tutto, e uscendone, vedevo tutto chiaro, non avevo alcuna conoscenza letterale ma interpretavo il senso e lo spirito dei dogmi...
Tutto avveniva dentro di me, e queste impressioni, mille volte più rapide del pensiero, non avevano solamente commosso l'animo, ma l'avevano diretto verso una nuova vita......
i pregiudizi contro il Cristianesimo non esistevano più, l'amore del mio Dio aveva preso il posto di qualsiasi altro amore.'

(Alphonse Marie Ratisbonne, Conversione di un israelita, Edizioni Amicizia Cristiana, 2008)
 
Alphonse-Marie Ratisbonne
Undici giorni dopo venne ammesso al Battesimo, assumendo il nome di Alphonse Marie. Dopo essersi riconciliato con il fratello,(sappiamo quanto fosse grande l'avversione di Alphonse per il cattolicesimo che si inasprì ulteriormente dopo la conversione del fratello Theodore diventato gesuita nel 1830)decise di diventare egli stesso gesuita, seguendo le orme del fratello e il 24 settembre 1848 fu ordinato presbitero.
Dopo alcuni anni trascorsi nella Compagnia di Gesù, comprese che la sua missione era accanto al fratello Théodore, nella Congregazione di Notre Dame de Sion da lui fondata per convertire gli ebrei al cattolicesimo.
 
Lasciò quindi i gesuiti e si trasferì in Terra Santa dove fondò nel 1856 il convento 'Ecce homo', con annessa scuola e orfanotrofio femminile, a cui seguirà il convento 'San Giovanni' nel 1860 (con annessa chiesa e orfanotrofio) e l'orfanotrofio maschile dedicato a San Pietro, con annessa scuola meccanica, presso Giaffa.
Morì il 6 maggio 1884 ad Ain Karin, il luogo che la tradizione collega alla visitazione di Maria a Santa Elisabetta.
 
La grazia di questa straordinaria apparizione, non solo portò la conversione al cristianesimo e l’onore della santità al giovane Alfonso, ma fece assurgere la chiesa romana a Santuario Mariano, con una speciale dedicazione alla Madonna della Medaglia Miracolosa o Madonna del Miracolo.
Ain Karin - Luogo della Visitazione


martedì 19 gennaio 2016

Misericordia spassosa

Ma.......per caso il Papa ha scritto un libro di barzellette?
 Ebbene, per presentare il libro del Papa sulla Misericordia Divina, è stato convocato il comico ed attore Roberto Benigni(ormai è di moda e di casa in Vaticano!). Cosa ci si poteva aspettare da Benigni, se non comicità e farneticazioni sulla Misericordia? Infatti nella sala dell'Augustinianum ed in diretta televisiva, Benigni ha promosso il libro da par suo, dando il 'meglio' di sé ed il peggio del Papa e della Santa Chiesa.


Caro Benigni, c'è poco da ridere!
Caro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, c'è poco da ridere!
Caro Papa, Pastore della Chiesa Cattolica, c'è poco da ridere!

lunedì 11 gennaio 2016

E' tempo di combattere.....in ginocchio

 
Urge chiedere l'aiuto al Signore, alla Vergine Maria, a san Giuseppe suo castissimo Sposo ed a tutte le potenze del Cielo per fermare l'approvazione della legge Cirinnà che introdurrebbe in Italia il 'matrimonio' tra persone dello stesso sesso con la conseguente adozione di bambini ed il mercimonio dell'utero in affitto.
 
Il sito http://www.unoradiguardia.it/ ci illumina sulla lodevole iniziativa di pregare per questo scopo e cliccando sul link si potranno trovare tutte le informazioni e la possibilità di scegliere l'ora di preghiera che più ci aggrada.
 
Il Disegno di legge sulle cosiddette unioni civili arriverà in Aula al Senato il 26 gennaio, dopo mesi di braccio di ferro all'interno della Commissione Giustizia, dopo il rinvio ottenuto grazie alla resistenza di piazza, culturale e politica portata avanti negli ultimi mesi da tanti singoli e associazioni, ma come cattolici possiamo e dobbiamo fare di più. 

Sappiamo che questa non è una semplice lotta politica, è una battaglia escatologica delle forze del Bene contro quelle del Male ecco perché occorre che ci prepariamo per combattere insieme e combattere in ginocchio.
 Dal 5 al 26 gennaio e per i tre giorni della discussione del testo (ovvero fino al 30 gennaio) siamo chiamati in modo speciale a pregare per questa intenzione. Come?
Scegliendo la nostra Ora di Guardia e impegnandoci a pregare per 60 minuti, da soli o in compagnia, in Chiesa o in qualsiasi altro luogo, iniziando con l’invocazione che trovate su questo sito (qui) per fermare il ddl sulle cosiddette unioni civili.

In compagnia di Maria, di San Giuseppe e dei Santi, grazie all’intercessione dei quali ogni cosa ci può essere accordata da Dio se è secondo la Sua Volontà e per il Bene del suo popolo.

Scegliamo la nostra Ora dunque, e invitiamo a pregare anche i nostri amici e conoscenti, altrimenti ogni sforzo umano non porterà frutto. 
Se preghiamo con fede, con perseveranza e chiediamo nel nome di Gesù, ogni cosa ci verrà concessa: “In verità vi dico: se due di voi, sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro “. (Mt. XVIII, 19)

A noi la battaglia, a Dio la vittoria! 

mercoledì 6 gennaio 2016

E' apparsa la gloria di Dio, alleluia!


Riposate, Signore, nel vostro poverissimo quanto augustissimo presepio, sotto lo sguardo della Vergine, vostra Madre, che riversa su Voi i tesori ineffabili del suo rispetto e della sua tenerezza. Mai una creatura adorò con così profonda e rispettosa umiltà il suo Dio. In nessun tempo un cuore materno amò più affettuosamente suo figlio. Reciprocamente, mai Dio amò tanto una mera creatura. E in nessun momento un figlio amò tanto pienamente, tanto interamente, tanto sovrabbondantemente sua madre. Tutta la realtà di questo sublime dialogo di anime può essere racchiusa in queste parole, che indicano qui un intero oceano di felicità e che, in un'occasione ben diversa, avreste detto un dì dall'alto della Croce: "Madre, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre" (Giov. 19, 26). E, considerando la perfezione di questo reciproco amore, tra Voi e vostra Madre, udiamo il cantico angelico che si innalza dalle profondità di ogni anima cristiana: "Gloria a Dio nel più alto dei Cieli, e pace in Terra agli uomini di buona volontà" (Luca 2, 14).
(Plinio Correa de Oliveira)
Tratto da qui

venerdì 1 gennaio 2016

Madre di Dio e dell'umanità

Nell’ottava di Natale, nel primo giorno del nuovo anno, la Chiesa celebra solennemente Maria Madre di Dio: è una festa che si rifà alla proclamazione del dogma da parte del Concilio di Efeso nel 431 d.C., uno dei primi dogmi proclamati da un concilio ecumenico che lasciò adito a molte critiche da parte di coloro che non compresero esattamente il senso di questa affermazione di carattere teologico, ma soprattutto spirituale e pastorale. Essendo madre di Cristo, ed essendo Cristo Figlio di Dio, Maria è Madre di Cristo e Madre di Dio. E’la Theotokos. Il Concilio, infatti, decretò che Gesù è una persona sola, non due persone distinte, completamente Dio e completamente uomo. Una persona due nature. La Vergine Maria è la Theotokos perché diede alla luce non un uomo, ma Dio come uomo. L'unione di due nature in Cristo si compì in modo che una non disturbò l'altra.
Una maternità singolare quella della Madonna, che ella esercitò nella pienezza delle sue facoltà e capacità proprio nei confronti di Gesù, dalla sua nascita alla sua ascensione al cielo. Una maternità che Gesù stesso, dalla Croce, estende alla chiesa e all’umanità intera, quando affida alla custodia del discepolo prediletto, Giovanni, la sua Madre, mentre sta morendo sulla
croce per la salvezza del genere umano. Missione quella di Maria nei confronti dell’umanità intera espressa nella preghiera dell’assemblea eucaristica all’inizio della celebrazione odierna:  “O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita”. È nel nome di Maria che dal 1967, per volontà di papa Paolo VI, si celebra oggi in tutto il mondo cattolico la giornata mondiale della pace. Dono divino, dono messianico è la pace. Non può essere costruita soltanto da noi uomini. La pace degli uomini non può essere diversa da quella di Cristo: va quindi costruita sulle solide basi dell'amore fraterno e della grazia divina. Ogni cristiano per vocazione deve essere un costruttore di pace cominciando magari dalle mura domestiche, impartendo una sana educazione ai figli con la forza dell'esempio. Il tutto dobbiamo accompagnarlo con la forza della preghiera come fa la liturgia di questo giorno che ci fa ripetere nella orazione: «Tu, o Dio nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna», una salvezza che inizia già durante il nostro pellegrinaggio terreno e si compirà nella gioia perfetta della casa del padre. A tutti voi ai vostri cari auguro un nuovo anno di pace e bontà, sotto lo sguardo benedicente di Maria Madre di Cristo e di tutti i popoli.