La mia Terra di Mezzo

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giovedì 27 ottobre 2016

Medici obiettori sotto attacco

“L’obiezione di coscienza è una piaga per l’Italia”.
Con queste parole sprezzanti il noto scrittore e giornalista napoletano Roberto Saviano ha attaccato decine di migliaia di medici italiani obiettori di coscienza che ogni giorno sacrificano se stessi, la loro vita familiare e spesso anche quella professionale per restare fedeli al cuore della loro vocazione: promuovere sempre la vita, mai sopprimerla.
Le parole di Saviano sono solo le più vergognose tra quelle sentite negli ultimi giorni contro il diritto dei medici di non praticare l’aborto, neanche indirettamente.
Infatti, dopo la recente, tragica morte di una donna a Catania, ricoverata per gravi complicanze durante la gravidanza gemellare avuta con procreazione medicalmente assistita, si è scatenata l’ennesima persecuzione contro i medici obiettori di coscienza.
 
Subito dopo la morte della donna e dei due bambini che aveva in grembo, si è iniziato a dire che la tragedia era colpa di un medico dell’ospedale che aveva omesso di soccorrere la signora invocando il diritto all’obiezione di coscienza previsto dalla legge 194 sull’aborto. Una versione dei fatti subito rilanciata da tutti i media: giornali, riviste, talk-show, tg, radio, web, social network.
 
Ed è così che in molti, tra cui appunto Roberto Saviano, hanno ricominciato a dire che il diritto all’obiezione di coscienza in Italia dovrebbe essere limitato se non del tutto soppresso, perché deve valere in assoluto il “diritto” della madre di abortire il figlio che ha nel grembo, e questo “diritto” dovrebbe vincolare la libertà della società intera. Di tutti noi.
 
Oggi però conosciamo la verità.
 
La dirigenza dell’ospedale, i magistrati che hanno aperto un’inchiesta e gli ispettori mandati sul posto dal Ministero della Salute hanno accertato in modo definitivo che nessun medico con cui la donna ha avuto a che fare ha mai fatto appello all’obiezione di coscienza, e ciò perché non si è verificata nessuna situazione che lo avrebbe giustificato.
 
In definitiva, questa tragedia è stata sfruttata in modo vergognoso solo come un pretesto per l’ennesima campagna denigratoria contro i medici obiettori di coscienza, che sono invece degli eroi del servizio sanitario nazionale.
 
Per questo motivo, firmiamo QUI  per chiedere al Ministero della Salute di esprimersi chiaramente e pubblicamente a sostegno di questi eroi e di ribadire che l’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale che non può in alcun modo essere messo in dubbio e anzi merita la massima protezione dello Stato.
 
 

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