Charlie è un bambino inglese di 9 mesi affetto da una gravissima e rarissima malattia, la sindrome della deplezione del Dna mitocondriale. I genitori, Chris e Connie, da mesi hanno lanciato una campagna per la raccolta di 1,3 milioni di sterline per tentare una terapia sperimentale negli USA, ma i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato il piccolo, si sono opposti. Per loro Charlie è senza speranza e quindi è inutile tenerlo in vita. Ne nasce una vertenza giudiziaria. Ad aprile scorso l’Alta Corte di Londra emette la sua condanna a morte, pienamente convinto di agire per il miglior interesse di Charlie e contro la volontà dei genitori. La mamma aveva detto: “Hanno eliminato i nostri diritti di genitori come se non fosse importato a nessuno. Il modo in cui siamo stati trattati dai medici nell'Ospedale di Great Ormond Street è stato disumano. Nostro figlio è sostanzialmente tenuto come prigioniero in ospedale". I genitori si sono appellati alla Corte Europa dei Diritti dell'Uomo e questa, in tempi molto più rapidi del previsto, ha dato ragione ai tribunali inglesi: «La decisione è finale», dicono i giudici di Strasburgo in nome del rispetto per la sovranità britannica.
L'Italia si è mobilitata, con preghiere ed appelli, per tentare di salvare Charlie Gard dalla morte sancita dal Tribunale. Sono state inviate una petizione al Presidente della Repubblica Italiana Mattarella perché conceda la cittadinanza italiana al bimbo -in quanto da italiano avrebbe garantito il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Carta Costituzionale e potrebbe recarsi negli Usa per le cure sperimentali -ed una lettera a Papa Francesco affinché faccia sentire la sua voce (finora rimasta muta! Il Papa 'chiacchierino' non ha parole in difesa di questo bambino!!!!!) e si decida ad intervenire con un atto pubblico. Purtroppo al momento tutto tace, dalla Santa Sede non una sola parola nei drammatici giorni vissuti dai genitori per salvare la vita al loro bambino. Nulla anche dal palazzo del Quirinale. Tutto tace. Un mutismo insolito. Un orribile silenzio che sa di vigliaccheria ed accondiscendenza. Di tutta la tristissima ed atroce vicenda si è ampiamente occupato il sito de LaNuovaBussolaQuotidiana dal quale ho tratto questo post.
Anche l'Italia ha il suo Charlie! Si chiama Emanuele, ha 10 anni, vive in provincia di Lucca e, seppur con la sua disabilità, riesce ad interagire con il mondo attorno a sé, ed anche se è incapace di parlare e camminare, ha trovato nel gioco dei colori, il suo personalissimo e prezioso modo di comunicare, di parlare al mondo, di esprimersi, con tela, pennelli e tanti colori! QUI il suo sito.
Nei giorni scorsi, prima della decisione del Tribunale Europeo, anche la sua mamma ha inviato una lettera (un appello di mamma Chiara) ai giudici della Corte Europea dei diritti dell’Uomo (CEDU) . Purtroppo invano.
Qui sotto il video che ritrae una giornata di Mele a scuola.
di Emanuele hanno scritto in tanti, questo articolo mi è piaciuto particolarmente:
"Mele, il bambino che parla con i colori"
" Un universo silenzioso, ma esplosivo di colori e di emozioni (...). Emanuele ha trovato una strada tutta sua per comunicare: la pittura.(...) I suoi lavori, già dal 2011 sono stati oggetto di mostre collettive e personali, anche oltre i confini della Versilia. Come un vero artista. Ed è proprio così ("un piccolo genio artista") che lo definisce il Prof. Paoli che ha dedicato a "Mele" il suo libro (...)"
Articolo apparso su 'Il Tirreno' il 13 settembre 2014
L'intero articolo QUI
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