La mia Terra di Mezzo

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martedì 8 maggio 2018

Gaudete et Exsultate: la demagogica pietà in marcia

Non nascondo che ogni atto papale mi inquieti e mi lasci nel contempo  pensierosa, dubbiosa ed anche a volte sconcertata. La lettura dell'ultima esortazione non mi convince, anche se a tratti vi sono bei pensieri che elevano l'animo. La disamina di Ferrara rispecchia lo stato d'animo di tanti cattolici che, come me, si sentono perplessi, avviliti e nel peggiore dei casi, rimproverati dalle parole del supremo pastore.
 
(Christopher A. Ferrara, Una Vox – 8 aprile 2018) Gaudete et Exsultate è esattamente quello che ci si aspetta da questo pontificato tristemente prevedibile. Per citare Carl Olsen del Catholic World Report: “molte buone qualità e passaggi sostanziali.... spsso oscurati, o persino indeboliti, dagli uomini di paglia, argomenti discutibili e colpi bassi”.
Le dichiarazioni bergogliane in generale sono precisamente veicoli per la consegna di uomini di paglia, argomenti discutibili e colpi bassi, tutti invariabilmente diretti contro l’ortodossia e l’ortoprassi. Le espressioni di pietà sono avvolte in una grossolana demagogia ecclesiastica, un guanto di velluto sul pugno chiuso dell’umiltà militante così tipica del gergo zotico dei chierici della sinistra latinoamericana.
L’appello del documento ad una relazione vivente con Dio animata dalla carità è smentita dalla ripetuta discesa nella caricatura poco caritatevole e nella vera e propria calunnia di quei membri tra i fedeli che Bergoglio percepisce come ostacoli ai suoi disegni maniacali.

Di seguito alcuni esempii dell’invettiva avvolta nei pii passaggi presente nel documento:
1) Gli ordini contemplativi appartati dal mondo sono malsani:
«(26) Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione, e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione.»
2) La Chiesa non ha tutte le risposte e non dovrebbe dire alla gente come vivere (a meno che a dirlo non sia Bergoglio):
« (41) Quando qualcuno ha risposte per tutte le domande, dimostra di trovarsi su una strada non buona ed è possibile che sia un falso profeta, che usa la religione a proprio vantaggio, al servizio delle proprie elucubrazioni psicologiche e mentali. (43) Perciò non possiamo pretendere che il nostro modo di intenderla ci autorizzi a esercitare un controllo stretto sulla vita degli altri.»
3) La dottrina cattolica è soggetta a diverse interpretazioni a seconda delle circostanze:
« (43) Voglio ricordare che nella Chiesa convivono legittimamente modi diversi di interpretare molti aspetti della dottrina e della vita cristiana che, nella loro varietà, “aiutano ad esplicitare meglio il ricchissimo tesoro della Parola”»
5) Il forte attaccamento alla dottrina e alla disciplina cattoliche è pelagianesimo:
«(49) Quelli che rispondono a questa mentalità pelagiana o semipelagiana, benché parlino della grazia di Dio con discorsi edulcorati, “in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico” [del passato]»
6) Coloro che resistono al cambiamento – cioè, a qualunque cosa voglia Francesco – hanno ceduto alle forze del male:
«(168) Questo risulta particolarmente importante quando compare una novità nella propria vita, e dunque bisogna discernere se sia il vino nuovo che viene da Dio o una novità ingannatrice dello spirito del mondo o dello spirito del diavolo. In altre occasioni succede il contrario, perché le forze del male ci inducono a non cambiare, a lasciare le cose come stanno, a scegliere l’immobilismo e la rigidità…»
7) Coloro che dicono che tutte le cose sono possibili con la grazia sono veramente pelagiani:
«(49) Quando alcuni di loro si rivolgono ai deboli dicendo che con la grazia di Dio tutto è possibile, in fondo sono soliti trasmettere l’idea che tutto si può fare con la volontà umana, come se essa fosse qualcosa di puro, perfetto, onnipotente, a cui si aggiunge la grazia.»
8) Anche con l’aiuto della grazia è impossibile per i “deboli” mantenere la legge morale dati i loro limiti “concreti”; solo un progresso graduale è possibile (esaltando così la fragilità della volontà umana a fronte della grazia proprio nel modo pelagiano che Francesco condanna):
« (49) Si pretende [da parte degli immaginari cattolici pelagiani] di ignorare che “non tutti possono tutto” e che in questa vita le fragilità umane non sono guarite completamente e una volta per tutte dalla grazia.»
« (50) La grazia, proprio perché suppone la nostra natura, non ci rende di colpo superuomini. Pretenderlo sarebbe confidare troppo in noi stessi. In questo caso, dietro l’ortodossia, i nostri atteggiamenti possono non corrispondere a quello che affermiamo sulla necessità della grazia, e nei fatti finiamo per fidarci poco di essa.
«Infatti, se non riconosciamo la nostra realtà concreta e limitata, neppure potremo vedere i passi reali e possibili che il Signore ci chiede in ogni momento, dopo averci attratti e resi idonei col suo dono. La grazia agisce storicamente e, ordinariamente, ci prende e ci trasforma in modo progressivo.»
9) L’attaccamento alla dottrina e alla disciplina cattoliche è un’aridità pelagiana che rifiuta “lo Spirito”:
«57. Ci sono ancora dei cristiani che si impegnano nel seguire un’altra strada: quella della giustificazione mediante le proprie forze, quella dell’adorazione della volontà umana e della propria capacità, che si traduce in un autocompiacimento egocentrico ed elitario privo del vero amore. Si manifesta in molti atteggiamenti apparentemente diversi tra loro: l’ossessione per la legge, il fascino di esibire conquiste sociali e politiche, l’ostentazione nella cura della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa.....
«In questo alcuni cristiani spendono le loro energie e il loro tempo, invece di lasciarsi condurre dallo Spirito sulla via dell’amore, invece di appassionarsi per comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo e di cercare i lontani nelle immense moltitudini assetate di Cristo.»
10) I cattolici osservanti sono pelagiani senza cuore, curatori di un museo religioso che rigetta “lo Spirito”:
« (58) Molte volte, contro l’impulso dello Spirito, la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi. Questo accade quando alcuni gruppi cristiani danno eccessiva importanza all’osservanza di determinate norme proprie, di costumi o stili. In questo modo, spesso si riduce e si reprime il Vangelo, togliendogli la sua affascinante semplicità e il suo sapore. E’ forse una forma sottile di pelagianesimo, perché sembra sottomettere la vita della grazia a certe strutture umane. Questo riguarda gruppi, movimenti e comunità, ed è ciò che spiega perché tante volte iniziano con un’intensa vita nello Spirito, ma poi finiscono fossilizzati... o corrotti.»
11) I tentativi di limitare la migrazione musulmana di massa (principalmente maschi di età militare) sono moralmente equivalenti all’uccisione nel grembo materno:
« (101) La difesa dell’innocente che non è nato, per esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra, e lo esige l’amore per ogni persona al di là del suo sviluppo.
« (102) Spesso si sente dire che, di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale, per esempio, la situazione dei migranti. Alcuni cattolici affermano che è un tema secondario rispetto ai temi “seri” della bioetica. Che dica cose simili un politico preoccupato per i suoi successi si può comprendere, ma non un cristiano, a cui si addice solo l’atteggiamento di mettersi nei panni di quel fratello che rischia la vita per dare un futuro ai suoi figli. »
12) Qualsiasi opposizione pubblica da parte dei fedeli ai disegni bergogliani è diffamazione ispirata dal diavolo (la cui dimora non è chiara, viste le interviste con Scalfari):
« (115) Anche i cristiani possono partecipare a reti di violenza verbale mediante internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale. Persino nei media cattolici si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altrui.
«E’ significativo che a volte, pretendendo di difendere altri comandamenti, si passi sopra [da parte dei difensori dell’ortodossia che si oppongono a Bergoglio] completamente all’ottavo: “Non dire falsa testimonianza”, e si distrugga l’immagine altrui senza pietà. Lì si manifesta senza alcun controllo che la lingua è «il mondo del male» e «incendia tutta la nostra vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna” (Gc 3,6)».
13) I difensori dell’ortodossia sono giudici senza cuore che guardano dall’alto in basso gli altri (dice Bergoglio che costantemente giudica e guarda gli altri dall’alto in basso):
«(117) Non ci fa bene guardare dall’alto in basso, assumere il ruolo di giudici spietati, considerare gli altri come indegni e pretendere continuamente di dare lezioni.»
14) Dio esige che accettiamo il “magistero odierno” di Bergoglio e guardiamo al Vangelo sotto una nuova luce piuttosto che seguire semplicemente ciò che la Chiesa ha sempre insegnato (compresi tutti i Papi precedenti); tutto il resto è rigido dogmatismo:
« (134) Come il profeta Giona, sempre portiamo latente in noi la tentazione di fuggire in un luogo sicuro che può avere molti nomi:... ripetizione di schemi prefissati, dogmatismo, nostalgia, pessimismo, rifugio nelle norme.»
« (173) Non si tratta di applicare ricette o di ripetere il passato, poiché le medesime soluzioni non sono valide in tutte le circostanze e quello che era utile in un contesto può non esserlo in un altro.
«Il discernimento degli spiriti ci libera dalla rigidità, che non ha spazio davanti al perenne oggi del Risorto. Unicamente lo Spirito sa penetrare nelle pieghe più oscure della realtà e tenere conto di tutte le sue sfumature, perché emerga con altra luce la novità del Vangelo.»
Ovviamente, i media gioiscono di questo ultimo esempio di pugnalate alle spalle dei credenti cattolici. Particolarmente gradita è la dichiarazione dell’equivalenza morale tra gli omicidi di massa nel grembo materno e tentativi di limitare la migrazione di massa dei musulmani, la maggior parte dei quali sono maschi in età militare forniti di cellulari e presentati in modo ridicolo come “rifugiati indifesi”. La CNN ha esultato per questo “rimprovero agli attivisti cattolici contro l’aborto che si concentrano su questa questione escludendo tutte le altre”.
Sono tutte cose che abbiamo già sentito, più e più volte, incessantemente, negli ultimi cinque anni. A questo punto, la questione va al di là di un’analisi delle dichiarazioni bergogliane per scoprire le pillole di veleno che in esse si trovano sempre. Non è necessario continuare l’esercizio di verifica dopo aver constato che anche un cattolico come Marcello Pera può affermare che «Bergoglio è poco o per niente interessato al cristianesimo come dottrina, all’aspetto teologico”, “apparentemente le sue affermazioni sono basate sulla Scrittura, in realtà sono fortemente secolariste” e che il suo pontificato rappresenta una “rottura con la dottrina e la tradizione”.
Ora la questione sollevata dai fedeli, dal clero e dai laici, è se ci sia qualche meccanismo con cui la Chiesa possa essere liberata dalle grinfie di Bergoglio prima che infligga ad essa danni maggiori. A riguardo vediamo i commenti delle maggiori fonti di notizie cattoliche che ne hanno parlato in un convegno dal titolo «I cardinali possono dichiarare che un papa eretico “perde il suo ufficio”: storico della Chiesa». Anche il vescovo in pensione di Corpus Christi, nel Texas, René Henry Gracida , parla apertamente nel suo blog della prospettiva di un concilio imperfetto di cardinali che dichiari invalida l’elezione di Bergoglio e proceda ad un nuovo conclave.
Per cominciare, citiamo Roberto de Mattei, «Abbiamo bisogno di avere il coraggio di dire: ‘Santo Padre, tu sei il primo responsabile della confusione che esiste oggi nella Chiesa. Santo Padre, tu sei il primo responsabile delle eresie che circolano oggi nella Chiesa.’» Ma oltre a questo, il clero e i laici devono unirsi ovunque possibile per fare ciò che San Roberto Bellarmino diceva bisognava fare per affrontare lo scenario di un Papa che tenta di distruggere la Chiesa: un’ipotesi che oggi è diventata realtà:
«Com’è lecito resistere al Pontefice che aggredisce il corpo, così pure è lecito resistere a quello che aggredisce le anime o perturba l’ordine civile, o, soprattutto, a quello che tenta di distruggere la Chiesa. Dico che è lecito resistergli non facendo quello che ordina ed impedendo l’esecuzione della sua volontà....» [De Controversiis: Sul Romano Pontefice, trans. Ryan Grant (Mediatrix Press: 2015), Book II, Chapter 29, p. 303.]
Andando oltre una semplice diagnosi di “questo disastroso papato”, che tale è già stato confermato centinaia di volte, dobbiamo opporci direttamente ai suoi disegni in ogni campo d’azione che ci compete. Incredibilmente, i fedeli devono difendere la Chiesa cattolica contro un “Papa dittatore” che la distruggerà e la ricostruirà secondo la sua visione, come egli stesso ha chiarito nel suo megalomane manifesto Evangelii Gaudium:
49. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli....
27. Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione.
Possa il Buon Dio liberare la Sua Santa Chiesa dal Papa che oggi l’affligge. E possa la Beata Vergine intercedere presto per l’adempimento del piano divino per l’inevitabile restaurazione della Chiesa e il trionfo del suo Cuore Immacolato.
 
Tratto da QUI

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