Abito la Terra di Mezzo, in servizio permanente effettivo, tra un fonendo ed una tazza, di ricetta in ricetta
La mia Terra di Mezzo
Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....
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giovedì 28 febbraio 2013
Il Grillo Sparlante
Ci sono grilli e grilli, alcuni simpatici altri un po' meno, alcuni sono la voce della coscienza altri parlano a sproposito, urlano per farsi sentire e per attirare su di sé le coscienze; alcuni vivono tra le verdi foglie del creato, altri tra le verdi ideologie di qualcun altro; alcuni servono all'economia della natura e dell'uomo seppur con un disegno sconosciuto, altri disegnano scenari fantascientifici ed improponibili per l'uomo e la natura; alcuni allietano le sere d'estate con il loro cri-cri, altri disturbano la quiete sociale con il loro fracasso assordante; alcuni sono piccole creature, figlie del Creatore altri si sono resi figli di un dio minore; alcuni, seppur nell'incoscienza connaturale, seguono le leggi della natura, altri con incosciente determinazione, seguono le vie della contrapposizione, dell'insulto, dello scontro verbale; alcuni si limitano ad essere e a fare i grilli, altri si credono grandi politici, grandi riformatori, grandi oratori, dimenticando il palco da dove provengono.......
Temo che questo sia un flagello di Dio, travestito da tsunami verbale ed ideologico, che non si fermerà prima di aver stravolto negativamente la società italiana e la politica. Credo che in Italia non abbiamo bisogno di simili urlatori delle piazze, di simili politicanti dell'ultima ora; non ci meritiamo questo.......la politica non è questa, e mi riferisco alla politica quella vera, quella con la P maiuscola come si direbbe per evidenziarne l'importanza, che, alimentandosi della Dottrina Sociale della Chiesa, sappia rendere un servizio ai cittadini per il bene comune e della Patria, nel rispetto di Dio e dell'uomo. Non abbiamo bisogno di un novello MANGIAFUOCO, quello lasciamolo a Pinocchio.
mercoledì 27 febbraio 2013
Adotta un cardinale!
Ho aderito all'iniziativa molto meritoria che ha lanciato questo sito http://www.adoptacardinal.org/ che consiglia di 'adottare' un cardinale per il prossimo conclave. Ciò che va fatto è pregare affinché egli sia docile all'ispirazione dello Spirito Santo affinché venga scelto un Papa che sia secondo il Cuore di Dio. Il cardinale viene assegnato automaticamente dal sito in questione. Il mio cardinale si chiama Antonio Maria Vegliò. Sono molto sorpresa da questa scelta per diversi motivi. Sono certissima che è stato il Signore che lo ha scelto per me perché io preghi per lui. Si chiama Antonio, come mio padre, e Maria, a me piace moltissimo il nome Maria dopo il nome maschile (ogni uomo dovrebbe portare come secondo nome quello di Maria), è stato ordinato sacerdote il 18 marzo 1962, creato cardinale il 18 febbraio dell'anno scorso (il numero del giorno del mio compleanno) e, cosa curiosa, è Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ed io nel mio percorso di vita ho vissuto l'esperienza dell'emigrazione, sono nata in Germania dove ancora risiedono i miei genitori e mia sorella.
Luce e silenzio per il Papa /2
Qualche giorno fa (cliccare qui) ho scritto dell'iniziativa delle monache dell'Adorazione Eucaristica che hanno organizzato, per stasera, una fiaccolata silenziosa a Piazza San Pietro, per salutare il Santo Padre che trascorrerà l'ultima serata in Vaticano, per poi partire per Castel Gandolfo. Suor Maria Gloria chiedeva, a chi non riuscirà ad essere presente, di mettere una candela accesa dalle 19 alle 20 sul davanzale della finestra come segno di partecipazione.
martedì 26 febbraio 2013
Nè vincitori, nè vinti
Elezioni finite: POVERA ITALIA! I numeri dei partiti in parlamento dicono che governare l’Italia sarà
molto difficile se non impossibile. Le forze politiche ora schierate sono caratterizzate, dal punto di vista culturale ed ideologico, da un polo che si definisce per gli elementi di
conservazione (come lo statalismo nella scuola e in economia) ma anche di
progressismo radicale (come nella lotta alla famiglia tradizionale) conditi da
ecologismo e sostenibilità (Il Movimento 5 stelle); un polo di centro-sinistra
classica di tipo socialdemocratico, ideologicamente più robusto ed omogeneo (Pd ed alleati) ed in ultimo un polo di centro-destra di tipo liberale con all’interno elementi
conservatori e cattolici (PdL ed alleati). Esiste, dunque, un’ampia area di cultura
radicale nelle prime due aree e parzialmente nella terza. Una alleanza
parlamentare tra Partito democratico e Mov. 5 stelle sarebbe
completamente dominata da questa cultura radicale. Un governo Pd-Pdl di
unità nazionale, darebbe adito forse a pericoli
minori. La campagna elettorale è stata dura, offensiva, evanescente e sterile. Sui 'principi non negoziabili' non c'è stata unanimità di pensiero, anche in 'casa cattolica'e "Gli strumenti di
informazione cattolica, come per esempio i Settimanali diocesani, hanno spesso
dato voce a tutte le posizioni, oppure si sono astenuti limitandosi a
sottolineare il dovere del voto o ha chiedere “dialogo, condivisione e sobrietà”
e in questo modo hanno accentuato il disorientamento dei fedeli" - così si è espresso Mons. Crepaldi in un'intervista- che profeticamente continua: " Esiste la concreta possibilità che nel prossimo Parlamento i cattolici siano
pochi e divisi e che venga a mancare un pur piccolo nucleo che possa essere
punto di riferimento riconoscibile per la difesa dei principi connessi con la
natura umana". ( Ma io mi chiedo se in Parlamento ci siano mai stati!) E qui, spero abbia torto, continua dicendo: " C’è la concreta possibilità che nel giro di pochi mesi, nella
prossima legislatura, vengano approvate a raffica leggi che importino anche in
Italia la devastata situazione dell’Inghilterra o della Francia: che il limite
dei tre embrioni previsto dalla legge 40 venga sfondato, che diventi possibile
divorziare con una mail; che la pillola abortiva RU486 sia data in mano alle
ragazzine come l’aspirina; che un bimbo possa avere 6 genitori, che sia
possibile partorire a pagamento per conto terzi, che il giudice decida di
affidare un bimbo a due omosessuali e così via". Come dargli torto anche quando dice: "Difficile, davanti a questo quadro possibile, non parlare di grave inadeguatezza
dei cattolici italiani in questa ultima fase della vita politica italiana". Lo scenario ancora è tutto da definirsi, a noi poveri elettori italiani, non resta che stare a guardare e pregare.
domenica 24 febbraio 2013
L'ultimo Angelus del Papa
Cari fratelli e sorelle!
Grazie per il vostro affetto!
Oggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35).
La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).
La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).
Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).
Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa.
sabato 23 febbraio 2013
Luce e silenzio per il Papa
Appello: Luce e silenzio per il Papa
Autore: Riva, Sr. Maria Gloria Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
Il 27 febbraio ultima sera della sua permanenza in Vaticano di Sua Santità
Benedetto XVI, vogliamo promuovere una fiaccolata silenziosa in San Pietro il
27 febbraio dalle ore 19:00 alle ore 20:00. Per quanti non potranno recarsi a
Roma, chiediamo di mettere una luce alla medesima ora e osservare un minuto di
silenzio il 27 febbraio alle ore 20,00 in punto.
Carissimi lettori e carissimi amici,
questo è un appello per chi ama davvero la Chiesa. Siamo consapevoli di vivere un grande evento. Non possiamo permettere né che passi invano, né che il Santo Padre si senta solo in quest’ora per lui, e per tutti noi, così difficile e grave. Sappiamo già che non è solo. Tuttavia siamo convinte che le parole, così tanto ormai svuotate di senso non riescano più a comunicare, ci sono necessari dei gesti, veri, sentiti, liberi dalla polemica e colmi di quella partecipazione sentita che solo il silenzio può offrire.
Per questo vogliamo invitarvi a dire «Grazie» al Papa per tutto ciò che è e che ha fatto con un gesto: «Andare tutti in piazza San Pietro alle ore 19 del 27 febbraio 2013 in assoluto silenzio, con preghiere che salgano a Dio dal cuore, con fiaccole che segnalino la nostra presenza al Santo Padre che, per l’ultima sera, lavorerà a quella finestra che si affaccia sulla piazza e che tutti conosciamo.
Quello sarà l’ultimo giorno del Papa in Vaticano perché, dal pomeriggio del giorno successivo, si trasferirà a Castel Gandolfo. Vogliamo così manifestargli la nostra assoluta comprensione per il suo gesto, la nostra solidarietà e il nostro vero attaccamento alla Chiesa.
Tutti quelli che non potranno per ovvi motivi (è un mercoledì sera) recarsi a Roma o essere in piazza San Pietro, a quell’ora offrano la loro partecipazione orante osservando un minuto di silenzio alle 20,00 e mettendo fin dalle ore 19 un lume alla finestra. Dobbiamo far sapere al Papa che ci siamo che siamo con lui e che lo saremo sempre anche nelle prossime difficili ore della storia».
Ringraziamo anticipatamente quanti vorranno e potranno rispondere e aderire.
Le monache dell’Adorazione Eucaristica
questo è un appello per chi ama davvero la Chiesa. Siamo consapevoli di vivere un grande evento. Non possiamo permettere né che passi invano, né che il Santo Padre si senta solo in quest’ora per lui, e per tutti noi, così difficile e grave. Sappiamo già che non è solo. Tuttavia siamo convinte che le parole, così tanto ormai svuotate di senso non riescano più a comunicare, ci sono necessari dei gesti, veri, sentiti, liberi dalla polemica e colmi di quella partecipazione sentita che solo il silenzio può offrire.
Per questo vogliamo invitarvi a dire «Grazie» al Papa per tutto ciò che è e che ha fatto con un gesto: «Andare tutti in piazza San Pietro alle ore 19 del 27 febbraio 2013 in assoluto silenzio, con preghiere che salgano a Dio dal cuore, con fiaccole che segnalino la nostra presenza al Santo Padre che, per l’ultima sera, lavorerà a quella finestra che si affaccia sulla piazza e che tutti conosciamo.
Quello sarà l’ultimo giorno del Papa in Vaticano perché, dal pomeriggio del giorno successivo, si trasferirà a Castel Gandolfo. Vogliamo così manifestargli la nostra assoluta comprensione per il suo gesto, la nostra solidarietà e il nostro vero attaccamento alla Chiesa.
Tutti quelli che non potranno per ovvi motivi (è un mercoledì sera) recarsi a Roma o essere in piazza San Pietro, a quell’ora offrano la loro partecipazione orante osservando un minuto di silenzio alle 20,00 e mettendo fin dalle ore 19 un lume alla finestra. Dobbiamo far sapere al Papa che ci siamo che siamo con lui e che lo saremo sempre anche nelle prossime difficili ore della storia».
Ringraziamo anticipatamente quanti vorranno e potranno rispondere e aderire.
Le monache dell’Adorazione Eucaristica
venerdì 22 febbraio 2013
Newsletter da Padre Livio di Radio Maria
Cari amici,
nelle decisioni difficili bisogna cercare la volontà di Dio nella luce della preghiera.La decisione del Santo Padre di rinunciare al ministero petrino è una delle più ardue che si possano immaginare.Il Santo Padre ha dovuto pesare davanti a Dio tutti i pro e i contro di tale drammatica scelta.Da una parte l’assoluta novità dell’evento, con la sorpresa, il dolore e lo sconcerto di una buona parte della Chiesa.Dall’altra la consapevolezza di non avere più le forze per adempiere bene un ministero esigentissimo, con le inevitabili ripercussioni sulla Chiesa stessa.Il Santo Padre ha pesato davanti a Dio gli argomenti a favore e quelli contrari. Ha pregato e probabilmente ha chiesto consiglio.Col cuore purificato da un lungo cammino spirituale ha atteso che Dio parlasse attraverso la voce della coscienza.Quando è stato certo della volontà di Dio, ha fatto la sua scelta drammatica e coraggiosa, in umiltà e obbedienza. Il Papa sa che il comando della coscienza deve essere sempre seguito e che su questo ogni uomo sarà giudicato.Il Santo Padre chi ha insegnato come devono essere fatte le scelte che decidono della vita. Nel medesimo tempo ha ricordato alla Chiesa che tutti siamo “servi inutili” , come Gesù ci ha ammonito.Il Santo Padre non ha indebolito il ministero petrino, ma lo ha rafforzato con la trasparenza, la forza e la bontà che emanano dalla sua persona.
Nel nostro cuore c’è ammirazione, gratitudine e amore.
Vostro Padre Livio
giovedì 21 febbraio 2013
Il pensatore che prega
Giorni fa sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo di Peter Seewald, il biografo del Santo Padre Benedetto XVI. In esso vi descrive alcuni incontri con il Papa, fino all'ultimo avvenuto qualche settimana prima della notizia del suo ritiro. Mi colpisce molto positivamente la descrizione che egli fa del Santo Padre, in cui si evidenzia, senza dubbio, il fatto che lo scrittore lo conosca molto bene. Dal suo tratteggio emerge la figura di un uomo mite ma forte, di un umile e vero servitore della Santa Chiesa, dotto ed illuminato. Ecco cosa scrive: "Non c’era in lui la minima traccia di vanità, né di presunzione. Mi colpivano la sua superiorità, il pensiero non al passo coi tempi ed ero in qualche modo sorpreso di udire risposte pertinenti ai problemi del nostro tempo, apparentemente quasi irrisolvibili, tratte dal grande tesoro di rivelazione, dall’ispirazione dei padri della Chiesa e dalle riflessioni di quel guardiano della fede (si riferisce ad un'intervista fatta ai tempi di quando il Papa era cardinale e Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede)che mi sedeva di fronte. Un pensatore radicale – questa era la mia impressione – e un credente radicale che tuttavia nella radicalità della sua fede non afferra la spada, ma un’altra arma molto più potente: la forza dell’umiltà, della semplicità e dell’amore.
Così come egli stesso è equilibrato, così insegnava; con la leggerezza che gli era propria, con la sua eleganza, la sua capacità di penetrazione che rende leggero ciò che è serio, senza privarlo del mistero e senza banalizzare la sacralità. Un pensatore che prega, per il quale i misteri di Cristo rappresentano la realtà determinante della creazione e della storia del mondo, un amante dell’uomo che alla domanda, quante strade portino a Dio, non ha dovuto riflettere a lungo per rispondere: «Tante quanti sono gli uomini».
È il piccolo Papa che con la matita ha scritto grandi opere.
Ratzinger non ha mai cercato il potere.
Conduceva da sempre la vita modesta di un monaco, il lusso gli era estraneo e un ambiente con un comfort superiore allo stretto necessario gli era completamente indifferente.
Mi piaceva come parlava delle questioni piccole, e soprattutto delle grandi; quando metteva in discussione il nostro concetto di progresso e chiedeva di riflettere se davvero si potesse misurare la felicità dell’uomo in base al prodotto interno lordo.
Lei è la fine del vecchio – chiesi al Papa nel nostro ultimo incontro – o l’inizio del nuovo?
La sua risposta fu: «Entrambi».
Così come egli stesso è equilibrato, così insegnava; con la leggerezza che gli era propria, con la sua eleganza, la sua capacità di penetrazione che rende leggero ciò che è serio, senza privarlo del mistero e senza banalizzare la sacralità. Un pensatore che prega, per il quale i misteri di Cristo rappresentano la realtà determinante della creazione e della storia del mondo, un amante dell’uomo che alla domanda, quante strade portino a Dio, non ha dovuto riflettere a lungo per rispondere: «Tante quanti sono gli uomini».
È il piccolo Papa che con la matita ha scritto grandi opere.
Ratzinger non ha mai cercato il potere.
Conduceva da sempre la vita modesta di un monaco, il lusso gli era estraneo e un ambiente con un comfort superiore allo stretto necessario gli era completamente indifferente.
Mi piaceva come parlava delle questioni piccole, e soprattutto delle grandi; quando metteva in discussione il nostro concetto di progresso e chiedeva di riflettere se davvero si potesse misurare la felicità dell’uomo in base al prodotto interno lordo.
Lei è la fine del vecchio – chiesi al Papa nel nostro ultimo incontro – o l’inizio del nuovo?
La sua risposta fu: «Entrambi».
Peter Seewald
martedì 19 febbraio 2013
Come la pioggia e la neve
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. (Is 55,10-11)
lunedì 18 febbraio 2013
Vogliamo seguire l'io o Dio?
All'Angelus di ieri il Santo Padre, nella sua breve catechesi, ha posto l'uomo davanti alla capacità di esercitare la libertà contro o per Dio. Per costruire la civiltà della giustizia e dell'amore con Dio o la civiltà dell'individualismo e dei desideri personali camuffati da vero bene. Una delle tentazioni dell'uomo contemporaneo infatti è quella di lasciarsi convincere che ogni desiderio primario sia un bene di diritto da soddisfare a qualunque costo, al di là della ragione ed anche della fede. Il Santo Padre dice, a questo proposito: "Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce". Così pensando ed agendo l'uomo ha finito per accettare realtà peccaminose o distorte, non riconoscendole più come male ma, adattandole a significati nuovi, le ha assimilate acriticamente e definitivamente come diritti, beni indiscutibili, essenziali ed imprescindibili per una società che voglia definirsi al passo coi tempi. Così la grande famiglia umana si è munita di 'strumenti sociali' di morte: aborto, eutanasia, diagnosi pre-impianto, unioni gay, fecondazione artificiale, considerandoli invece come conquiste delle quali andare fieri (ecco il male camuffato da falso bene!)ottenute al prezzo di dure battaglie, contro gli ultimi baluardi di un cristianesimo bigotto, fortemente clericale ed oscurantista. In questo modo l'uomo si è completamente 'emancipato' da Dio, la creatura non riconosce più come Padre il suo Creatore, credendo di aver finalmente reso giustizia alla cacciata dall'Eden di Adamo ed Eva, reintroducendoli nell'Eden del mondo capriccioso, volitivo e godereccio. Dio non entra più a far parte della vita e dei disegni dell'uomo, che, sulla terra, vive obnubilato dal fumo acre e solforoso di Satana.
Il Santo Padre dice: "In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?".
domenica 17 febbraio 2013
Non di solo pane
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane". Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo". (Lc 4,1-3).
sabato 16 febbraio 2013
Il bene silenzioso
'Il bene fa poco rumore: il molto rumore fa poco bene.
Il bene va fatto bene e senza
rumore.'(Beato Giuseppe Allamano)
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giovedì 14 febbraio 2013
Moderni accusatori di Cristo
La notizia dolorosa che il Santo Padre Benedetto XVI lascerà il suo ministero petrino, non ha lasciato indifferente il mondo. Cattolici laici e religiosi, politici, laicisti, atei, scrittori, giornalisti di ogni ordine e grado hanno commentato l'evento. Ho sentito e letto commenti stupidi, frivoli, indegni, ipocriti ma purtroppo anche offensivi e questo, mi rammarica dirlo, anche e soprattutto dal mondo cattolico. Mi dispiace apprendere come, in un momento così doloroso nella storia della Chiesa, voci autorevoli del mondo intellettuale e religioso cattolici si scaglino contro questa decisione del Santo Padre dimostrando una totale assenza di carità e rispetto per la persona del Sommo Pontefice. E' stato detto e scritto che il Santo Padre ha abbandonato la Barca di Pietro, che è sceso dalla croce.....Credo che questi commenti siano davvero fuori luogo, disonesti ed odiosi. Come cattolici che amano la Chiesa non possiamo lasciarci andare a simili giudizi, lesivi ed offensivi di Cristo stesso. Noi crediamo per fede che la Santa Chiesa è il Corpo Mistico di Gesù Cristo e che il Sommo Pontefice è 'il dolce Cristo in terra', come soleva chiamarlo santa Caterina da Siena. Non si può giudicare negativamente la decisione del Papa senza lanciare una pietra contro Nostro Signore! E di pietre, in questi giorni, ne sono state lanciate tante! Non si può offendere il Santo Padre, credendo di non ledere la Chiesa e Gesù stesso che l'ha istituita e la governa, da più di 2000 anni, anche tra le tempeste, nella persona del Papa; non si può pensare di criticare il gesto del Papa senza infliggere un'ulteriore ferita al Corpo già martoriato e piagato di Gesù. Le critiche al Santo Padre Benedetto XVI sono critiche al Signore stesso, sono mancanza d'amore, di fiducia, di rispetto e di carità, quella stessa carità che il Papa ha esercitato eroicamente verso tutti i suoi figli e fratelli nella fede. Mi risuonano nella mente le parole di san Gaspare del Bufalo: 'Non debbo, non posso, non voglio!' allorquando si rifiutò di giurare fedeltà all'imperatore (l'talia sta subendo le nefaste e sanguinose conseguenze della rivoluzione francese), contro le direttive papali, pur sapendo che questo gli avrebbe comportato l'esilio. Infatti venne allontanato da Roma con una prima destinazione a Imola, poi a Bologna, indi per sette mesi nel carcere di San Giovanni a Monte e più tardi a Lugo. Sofferenze, esilio e patimenti per restare fedele al Santo Padre! Dunque, seppur nella tristezza, nello sgomento, nell'incapacità di capire, restiamo anche noi fedeli al Papa, non rendiamo ancor più dolorosa questa sua amara scelta tanto sofferta. Il Santo Padre non è uno sprovveduto, lo abbiamo seguito nel suo sapiente Magistero, conquistati dalla sua grande umiltà e quindi dobbiamo continuare a fidarci di lui e soprattutto confidare nel Signore che non lascerà la Sua Chiesa in balia delle forze del Maligno. L'arrogante saccenza non si addice agli umili, devoti, amanti, confidenti, coraggiosi, saggi figli della Santa Madre Chiesa. Non imitiamo il popolo ebreo osannante e che, dopo pochi giorni, urla 'Crucifige, crucifige!'. Non lanciamo pietre, esse peseranno come macigni sul Cuore di Gesù.
mercoledì 13 febbraio 2013
Il Signore ci guiderà
Cari fratelli e sorelle,
come sapete ho deciso (grazie per la vostra simpatia!)di rinunciare al ministero che il Signore mi ha affidato il 19 aprile 2005. Ho fatto questo in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede. Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura. Ringrazio tutti per l'amore e per la preghiera con cui mi avete accompagnato. Grazie!..... Ho sentito quasi fisicamente, in questi giorni per me non facili, la forza della preghiera, che l’amore della Chiesa, la preghiera vostra, mi porta. Continuate a pregare per me, per la Chiesa, per il futuro Papa. Il Signore ci guiderà.
Mercoledi delle ceneri
Oggi, con l'imposizione delle Sacre Ceneri inizia il nostro percorso quaresimale, di purificazione, di adesione al Vangelo, di intima interiorità, di riflessione, di meditazione. Il
Santo Padre Benedetto XVI nel suo messaggio per la Quaresima 2013 ha posto l'accento della sua meditazione sulle virtù della FEDE e della CARITA' donandoci parole di una bellezza e di una profondità tali che sembrano scaturite direttamente dalla sua anima limpida, pura ed umile:
Cari fratelli e sorelle,
la celebrazione della Quaresima, nel contesto dell’Anno della fede, ci offre una preziosa occasione per meditare sul rapporto tra fede e carità: tra il credere in Dio, nel Dio di Gesù Cristo, e l’amore, che è frutto dell’azione dello Spirito Santo e ci guida in un cammino di dedizione verso Dio e verso gli altri. (...)La fede è conoscere la verità e aderirvi (cfr 1 Tm 2,4); la carità è «camminare» nella verità (cfr Ef 4,15). Con la fede si entra nell'amicizia con il Signore; con la carità si vive e si coltiva questa amicizia (cfr Gv 15,14s). La fede ci fa accogliere il comandamento del Signore e Maestro; la carità ci dona la beatitudine di metterlo in pratica (cfr Gv 13,13-17). Nella fede siamo generati come figli di Dio (cfr Gv 1,12s); la carità ci fa perseverare concretamente nella figliolanza divina portando il frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22). La fede ci fa riconoscere i doni che il Dio buono e generoso ci affida; la carità li fa fruttificare (cfr Mt 25,14-30)(.....) Alla luce di quanto detto, risulta chiaro che non possiamo mai separare o, addirittura, opporre fede e carità. Queste due virtù teologali sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto o una «dialettica»(.....)Talvolta si tende, infatti, a circoscrivere il termine «carità» alla solidarietà o al semplice aiuto umanitario. E’ importante, invece, ricordare che massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il «servizio della Parola». Non v'è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l'evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana...Il rapporto che esiste tra queste due virtù è analogo a quello tra due Sacramenti fondamentali della Chiesa: il Battesimo e l'Eucaristia. Il Battesimo (sacramentum fidei) precede l'Eucaristia (sacramentum caritatis), ma è orientato ad essa, che costituisce la pienezza del cammino cristiano. In modo analogo, la fede precede la carità, ma si rivela genuina solo se è coronata da essa. Tutto parte dall'umile accoglienza della fede («il sapersi amati da Dio»), ma deve giungere alla verità della carità («il saper amare Dio e il prossimo»), che rimane per sempre, come compimento di tutte le virtù (cfr 1 Cor 13,13)....
Carissimi fratelli e sorelle, in questo tempo di Quaresima, in cui ci prepariamo a celebrare l’evento della Croce e della Risurrezione, nel quale l’Amore di Dio ha redento il mondo e illuminato la storia, auguro a tutti voi di vivere questo tempo prezioso ravvivando la fede in Gesù Cristo, per entrare nel suo stesso circuito di amore verso il Padre e verso ogni fratello e sorella che incontriamo nella nostra vita. Per questo elevo la mia preghiera a Dio, mentre invoco su ciascuno e su ogni comunità la Benedizione del Signore!
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
PER LA QUARESIMA 2013
PER LA QUARESIMA 2013
Credere nella carità suscita carità
«Abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16)
«Abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16)
L'intero testo qui
martedì 12 febbraio 2013
Oremus pro Pontifice nostro, Benedicto
Oremus pro Pontifice nostro, Benedicto.
Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra et non tradat eum in animam inimicorum eius.
lunedì 11 febbraio 2013
giovedì 7 febbraio 2013
Io sto col Prof. Giovanni Zenone
Sono molto dispiaciuta per quello che sta succedendo in 'casa cattolica' a Verona da svariati mesi ai danni del Prof. Giovanni Zenone, insegnante di religione, direttore e co-fondatore della casa editrice cattolica Fede&Cultura (QUI) e del blog culturale LA VOCE DI DON CAMILLO (QUI), nonchè autore di diversi libri. Non conosco personalmente il professore ma mi sembra che la sua situazione mi tocchi da vicino per tantissime ragioni. Una per tutte: avendo avuto modo di frequentare, seppur in modo molto marginale, il suo 'ambiente editoriale' in modo particolare qualche autore, sono diventata un'assidua lettrice dei libri stampati da Fede&Cultura (ho sempre ammirato il Prof. ed i suoi collaboratori per il coraggio dimostrato nel dare vita ad una casa editrice cattolica in tempi di crisi economica, sociale, morale e religiosa). Premetto che Giovanni Zenone è sposo e papà di sei figli, cattolico come si dovrebbe essere, innamorato di Gesù, della Chiesa e fedele al suo Magistero, assiduo nella preghiera e nei sacramenti e insegnante cattolico di prim'ordine che fa un’opera apologetica di portata
nazionale. Ebbene, il vescovo di Verona lo ha rimosso dall'incarico di insegnante di religione per presunte carenze pedagogiche e didattiche, nonostante abbia ricevuto i premi “Attilio
Mordini” dall’Associazione Europea Scuola e
Professionalità docente e “Giuseppe
Sciacca” dal Vaticano nella persona del Cardinale
Castrillon Hoyos con la seguente motivazione: “Docente di straordinaria perizia
e qualità pedagogiche, ha dato impulso alla diffusione di una sana cultura
teologica e storica, scevra da compromessi ideologici e unicamente orientata a
superiori finalità spirituali nel rispetto della verità oggettiva, secondo il perenne
insegnamento del Magistero della
Chiesa”, nonostante l’apprezzamento e la benedizione di Papa Benedetto XVI che
conserva nel suo studio privato più d’un libro pubblicato dalla casa editrice
che Zenone dirige e nonostante il desiderio di tre dei suoi allievi di entrare in Seminario. Finora egli ha accettato in silenzio e con dolore la decisione del vescovo (ha presentato ricorso ma è stato respinto), in un'intervista ha detto:
“Mi hanno sottratto, con una motivazione paradossale, una parte essenziale della
mia vita, quella legata alla formazione umana e spirituale dei
giovani”. Ora “Non mi resta – sostiene ancora Zenone – che procedere con un ricorso canonico alla
Santa Sede e uno civile per contrastare e respingere quella che appare come una
gravissima ingiustizia". Spero che questa storia, che appare come una storia di persecuzione,
incomprensibile e deleteria per l’immagine e l’identità di una Diocesi e dell'intera comunità cattolica possa risolversi nel migliore dei modi e cioè con il reintegro del Prof. all'insegnamento della religione cattolica nel suo Liceo.
mercoledì 6 febbraio 2013
Is better and healthier to give than to receive
Lo psicologo, dott. Michael Poulin, dell'Università di Buffalo (USA), dopo uno studio durato cinque anni ha concluso che è meglio dare (ed anche più salutare) che ricevere. Lo studio è stato pubblicato sull'American Journal of Health, (qui per saperne di più). Egli è convinto che dare assistenza agli altri protegga la propria salute e allunghi la vita e conclude dicendo: "Le nostre conclusioni sono che aiutare gli altri riduce la mortalità andando specificamente a incidere sul rapporto fra mortalità e stress". Non sembra, invece, che ci siano analoghi benefici per quelli che ricevono l'aiuto. Bene, diamoci da fare se vogliamo vivere a lungo, in salute ed andare in Paradiso!!!! Gesù Cristo questo lo ha predicato già 2000 anni fa......
martedì 5 febbraio 2013
'Famiglia Cristiana'
La rivista 'Famiglia Cristiana' in questi giorni ha prestato, dietro compenso, naturalmente, come ogni rivista, le sue pagine per farsi promotrice della campagna pubblicitaria ideata dal Dipartimento delle Pari opportunità e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali contro l'omofobia (qui, nel sito del Dipartimento, il testo delirante che spiega cos'è l'omofobia). Lo slogan di questa pubblicità è 'Si, alle differenze, no all'omofobia'.
Quel 'e non c'è niente da dire', che campeggia in grande sul cartellone, tuona come una minaccia! E' una pubblicità bavaglio, che vorrebbe mettere a tacere ogni opinione diversa.....l'opinione di noi cattolici che seguiamo il Magistero della Santa Chiesa e di tutti coloro i quali abbiano ancora del buon senso nella testa! Eccome se c'è da dire...... Famiglia Cristiana non crede ci sia da dire. Don Alberione (il fondatore dei Paolini) avrebbe invece da dire in merito. Ed anche don Orione che mise al bando la lettura di Famiglia Cristiana!!!!!!
lunedì 4 febbraio 2013
Un fallimento chiamato Europa
L'Europa nata vent'anni fa con il Trattato di Maastricht è un'istituzione moribonda che l'establishment delle Nazioni che ve ne fanno parte si ostinano a tenere in vita. L'Unione Europea si è rivelata un fallimento dal punto di vista sia economico che politico. L'euro avrebbe dovuto portare maggiore solidità e coesione economica ed invece i Paesi membri stanno vivendo una crisi profondissima, sottoposti a leggi di austerità volute dalla Germania e dalla Banca Centrale Europea. La prova del fallimento economico è dimostrata dall'aumento del debito pubblico nell'eurozona e della disoccupazione. Altrettanto evidente è il fallimento politico dell'Europa. Siamo minacciati dall'entrata in Europa della Turchia ed in tema di politica estera è palese la negligenza con cui sono state affrontate le crisi irachena, libica, nei Balcani e nel Medio Oriente: senza coesione e convergenza di giudizi tra i vari Stati membri. Anche in tema di diritti umani e di difesa della democrazia l'Unione registra un altro clamoroso fallimento. Le lobbies europeiste a favore dell'omosessualità e della cultura della morte in genere, sono molto attive: stanno lavorando affinché sia introdotta la proibizione dell'obiezione di coscienza per medici ed infermieri in tema di aborto e perché venga esteso a tutti gli Stati il reato di omofobia. A questo riguardo il 24 maggio 2012 (da notare come questo sia il giorno della Madonna Ausiliatrice) il parlamento europeo ha votato una risoluzione contro l'omofobia e la transfobia, esortando gli Stati aderenti a garantire la protezione di gay, lesbiche e transgender, impedendo ogni forma esplicita di dissenso e di critica. Inoltre l'Unione esercita una pressione giuridica e morale intollerabile contro quei Paesi membri (Irlanda, Malta, Polonia ed Ungheria) che resistono all'aborto o che intendono fare un'inversione di marcia o che proteggono l'istituzione del matrimonio tra un uomo ed una donna. Il 10 dicembre 2012 a questa Europa malata e moribonda è stato assegnato un ridicolissimo Nobel per la pace. Un premio immeritato!
In casa Italia, tra i leader dell'Unione più docile agli ordini di BCE c'è Mario Monti che, per 'salvare' l'Italia, mantenendola nell'euro, ha attuato una politica di rigore aumentando la pressione fiscale ed ottenendo in tal modo un disastroso aumento della disoccupazione, il crollo dei consumi e della produzione industriale, l'aumento dell'inflazione e del debito pubblico. Lo proporremo per un bel Nobel.......complimenti in anticipo.......
sabato 2 febbraio 2013
Lo sguardo di Maria
A partire dal 9 luglio 1796, mentre i feroci saccheggiatori di Napoleone Bonaparte invadevano lo Stato Pontificio, accadde che a Roma più di cento immagini, per lo più raffiguranti la Vergine Maria, le 'Madonnelle' si animarono, cioè muovevano gli occhi, e questi cambiavano colore e mutavano espressione. Il fenomeno prodigioso era cominciato qualche giorno prima nella città di Ancona proprio davanti a Napoleone che ne rimase scosso. I Francesi che, venuti in Italia, si resero artefici di soprusi, ruberie, vilipendio alla religione e di spietate repressioni, provocarono in tutta la Penisola il fenomeno delle Insorgenze: una vera e propria resistenza a carattere popolare contro l'invasore francese che veniva a stravolgere il diritto pubblico, amministrativo, penale e privato del popolo italiano, imponendo di fatto un radicale mutamento dello stile di vita e l'ateismo. Le insorgenze durarono due anni, dal Tirolo alla Calabria, dal Piemonte alla Sardegna e finirono represse nel sangue. Gli occhi della Vergine Maria furono il punto di riferimento per tutti i Romani, nessuno poteva smarrirsi guardando Maria; ella donava luce, sicurezza, protezione, conforto in quel periodo così doloroso. I prodigi delle immagini di Maria che a Roma muovevano gli occhi sono ricordati nelle diverse edicole con delle iscrizioni. Ad esempio a piazza Barberini, all'angolo tra via Veneto e via San Basilio, a piazza del Gesù, in via delle Botteghe Oscure, a piazza dei Calcarari. Davanti ad alcune di queste immagini che si animarono sono posti degli ex-voto con date recenti, segno che la Vergine Maria continua ancora ai nostri giorni a donare la sua luce, la sua protezione ed il suo conforto.
Questa storia l'hanno narrata Vittorio Messori ed Andrea Cammilleri in un bel libro dal titolo 'Gli occhi di Maria' (Ed Rizzoli)
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