La Messa è finita. Nel senso che ormai pare stia andando a farsi benedire l’osservanza delle più elementari norme liturgiche. Che non ci sia più religione in alcune celebrazioni eucaristiche è una questione seria. E padre Serafino Tognetti, monaco e primo successore di don Divo Barsotti alla guida della Comunità dei Figli di Dio, non può fare a meno di rilevarlo in questo provocatorio volumetto (Mostrami Signore, la tua via). In appendice a un testo denso di stupore per il paradosso del cristianesimo la cui forza si sprigiona nella debolezza («Cercate voi in tutta la letteratura di tutto il mondo, antica e moderna, studiate tutte le religioni del mondo e ditemi se trovate un Re - Agnello o una divinità che si faccia mite, vittima») ecco alcune osservazioni appassionate sulla realtà sconfortante di certe Messe odierne. Sotto la sua lente finisce quindi l’uso «ultimamente in voga» di applaudire in chiesa.
Il tema non è nuovo. Già Joseph Ratzinger nell’Introduzione allo spirito della liturgia aveva tuonato: «Là, dove irrompe l’applauso per l’opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta di intrattenimento a sfondo religioso ». Sulla stessa scia padre Tognetti: «Il tempio di Dio non è il luogo degli applausi. Con l’applauso si sposta l’attenzione: si celebra l’uomo al posto di Dio». Non siamo di fronte a un cantante, a un calciatore o a un funambolo del circo, rimarca con ironia l’autore. «Nessuno applaude nel rimirare estasiato un tramonto sull’oceano, o nell’osservare ammirato il volo degli uccelli nel cielo. L’applauso è sempre in relazione agli uomini, quando fanno qualcosa di bello, qualcosa che ci piace». Ma il protagonista per eccellenza della celebrazione è Gesù: "Probabilmente sotto la croce a nessuno venne in mente di applaudire. Nel momento della Resurrezione, poi, non c’era nessuno, e se c’era dormiva (le guardie). E nella Messa non succede la stessa cosa: morte e Resurrezione? La Messa è il Sacrificio di Cristo, non altro, da vivere con timore e tremore, nella preghiera, nell’adorazione, nella lode…». La verità è che si smarrisce quell’atteggiamento di meraviglia e composta gratitudine che dovrebbe avere il fedele e trasformiamo la chiesa in un teatrino molto umano» annota amaramente Tognetti. Per non parlare di ciò che accade dopo la benedizione: «Ci rimango sempre male quando dopo aver detto 'La Messa è finita, andate in pace', l’assemblea si trasforma in un mercato…». O quel che avviene nelle Messe nuziali: «Sono ancora matrimoni o sedute fotografiche?».
di A. Giuliano, da Avvenire, del 19.06.2014, pag. 25
Danke, wunderbar.
RispondiEliminaJa der Applaus. Ich singe in einer Choral-Schola gregorianische Gesänge. Hauptsächlich im tridentinischen Ritus (Messe oder Vesper). Manchmal singen wir in Novus Ordo. Schrecklich, es gibt immer Applaus, obwohl wir sagen, es nicht applaudiert werden.
Jos.m.betle, der Applaus ist wirklich schrecklich! Ich tue es nie, nie, niemals, und ich liebe gregorianische Gesänge; schön dass Du in einer Choral-Schola singst.
RispondiEliminaLo peor no es que aplaudan, sino que alguno habrá que mientras aplaudan él silbará, ya puestos...
RispondiEliminaUn abbraccio.
JUAN IGNACIO, non sapevo che qualcuno in Chiesa si permette anche di fischiare!
RispondiEliminaUn abbraccio anche a te