Unioni (in)civili: accordo fatto nella maggioranza di governo. Per evitare la caduta dello stesso, Renzi lo sottoporrà al voto di fiducia. E' stata stralciata la stepchild adoption (adozione del figliastro) ed aggiustati gli articoli 2 e 3 per evitare l’equiparazione al matrimonio naturale, tra uomo e donna. In questo modo questo ddl sarà votato anche dall’NCD di Angelino Alfano, seguirà l'approvazione del Senato, sempre che non abbia qualche esito il ricorso alla Corte Costituzionale di una cinquantina di senatori per essere stato violato l’articolo 72 della Costituzione, che impone il passaggio di ogni disegno di legge dalla Commissione competente. Il ddl Cirinnà così modificato è diventato accettabile ed auspicabile, obiettivo congiunto voluto sia dal leader dell’NCD sia dal segretario della Conferenza Episcopale, mons. Galantino: sì alle unioni civili (distinte dal matrimonio), no alle adozioni. Renzi, il mister Bean di casa nostra, è l’attore principale ma una mano decisiva gliel’ha data il segretario della CEI che ha garantito il via libera alle unioni gay, se prive dell’adozione e di alcune attribuzioni matrimoniali. È questo senz’altro il dato più sconcertante! Soprattutto se messo a confronto con l’atteggiamento della CEI nel 2007, che promosse il Family Day per bloccare i Di.Co.
Cosa è cambiato da allora? Considerato che le coppie omosessuali conviventi in Italia risultano essere 7500 su oltre 24 milioni di nuclei familiari, dove le coppie sono formate da un uomo e da una donna, nel rispetto della legge naturale? Purtroppo ciò che in realtà è cambiato è l’atteggiamento dei vertici della Chiesa italiana, Papa compreso (che ha asserito di non volersi immischiare nei fatti della politica italiana), che appaiono oggi più inclini al compromesso politico oltre che ad accettare una visione della Chiesa slegata dalla legge naturale, dalla morale cattolica ed in netto contrasto con il Magistero e gli insegnamenti di Gesù Cristo.
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