Nella storia della Chiesa vi sono stati molti papi
“riformatori”, ma papa Bergoglio sembra appartenere ad un’altra categoria, fin
qui estranea ai Romani pontefici, quella dei “rivoluzionari”.
I riformatori
infatti vogliono riportare la dottrina e i costumi alla purezza e alla
integrità originaria e, sotto questo aspetto, possono essere definiti anche
“tradizionalisti”. Tali furono, ad
esempio, Pio IX e Pio X.
I rivoluzionari sono invece coloro che vogliono
operare una frattura tra passato e presente, situando in un utopico futuro
l’ideale da raggiungere.
La rottura con il passato di papa Francesco è di
ordine linguistico, più che dottrinale, ma il linguaggio, nell’epoca dei media,
ha un potere di cambiamento superiore alle idee che esso necessariamente
veicola.
Non a caso, nella conferenza stampa di presentazione dell’esortazione
pontificia Amoris laetitia, il cardinale Schönborn l’ha definita «un evento
linguistico». La scelta di uno “stile” di linguaggio, espresso attraverso
parole, gesti e anche omissioni, implica un modo di pensare, e veicola
implicitamente una nuova dottrina. Ma la pretesa di operare una rivoluzione
linguistica negando che essa sia anche una rivoluzione dottrinale, porta
necessariamente alla confusione.
E la confusione, il disorientamento, una certa
schizofrenia, sembra essere la cifra distintiva dell’attuale pontificato.
Tra i
più recenti esempi di confusione è quella relativa al termine di povertà. Si
confonde tra la povertà del Vangelo e quella delle ideologie social-comuniste. La
prima è uno stato di perfezione che nasce dalla scelta volontaria di singoli,
la seconda è una condizione sociale imposta come obbligatoria dall’alto.
Inoltre, se sul piano personale gli uomini di Chiesa e i cattolici in generale
devono vivere in spirito di povertà, nel senso di non essere attaccati ai
propri beni, la Chiesa come istituzione non deve essere povera, ma deve avere
tutti i mezzi materiali necessari per esercitare la sua missione.
Privare la
Chiesa di questi mezzi significa mortificarla e indebolire la sua azione nel
mondo. Sotto questo aspetto, il richiamo alla povertà di papa Bergoglio rischia
di togliere alla Chiesa la sua capacità di cambiare il mondo per immergerla nel
processo di secolarizzazione che sta dissolvendo quello che fu l’Occidente
cristiano.
(Roberto de Mattei su Il Tempo, 18 maggio 2016)
E 'tragico.
RispondiEliminaHo avuto la speranza - se lui è di 80 anni. ma
http://bazonline.ch/panorama/leute/Franziskus-schliesst-vorzeitigen-Ruecktritt-aus/story/30288516
:-( er tritt nicht aus, viele Änderungen warten......
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