Oggi la Santa Chiesa ricorda l'apostolo Tommaso, quell'apostolo che disse di dover mettere il dito nelle piaghe di Gesù per poter credere alla sua risurrezione: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo" (Gv 20, 25). Credere per vedere e vedere per credere, sembra uno scioglilingua, ma credo che un'affermazione sia inseparabile dall'altra. Per l'essere umano quanto è importante vedere? Quanto è importante rendersi conto di persona, con i propri occhi? Non si tratta di mancanza di fiducia, ma di un diritto di esercitare la propria capacità di discernimento. Quel che più mi affascina nelle parole e nel comportamento di san Tommaso non è tanto il fatto che egli esprima la volontà di vedere, quanto il desiderio di toccare. Quel voler toccare ha tutto il sapore della realtà, racchiude in sé la possibilità dell'essere umano di rapportarsi con il mondo intero, di poterlo conoscere, comprendere, amare. Racchiude le infinite possibilità dell'essere umano di entrare in sintonia con l'intera opera della creazione, con la natura, con ogni essere umano, con ogni essere vivente, con le persone che ama e che gli stanno accanto. Vuol dire dare spazio alla concretezza, alla certezza, alla capacità di realizzazione dei propri sogni. Vuol dire avere la capacità di credere e di sognare. Vuol dire saper usare la ragione e renderla teneramente serva della fede. Vuol dire mettersi al servizio della sacralità della vita, donare se stessi per entrare in sintonia con chiunque sia pronto a lasciarsi guardare negli occhi ed a lasciarsi toccare. Vuol dire amare, trascendere la carne ed intravedere l'anima. Vuol dire saper usare di ogni bene, messo a disposizione da Dio. Vuol dire vibrare all'unisono con il Cielo ed attraverso di esso con la Terra. Vuol dire confondersi tra le pieghe della Divinità, sfiorando l'Umanità. Vuol dire perdersi nel tempo e nello spazio per ritrovarsi nell'infinita eternità. Vuol dire trasmettere la certezza della fede che da Tommaso scorrerà fino ai nostri giorni, a noi, tra le nostre dita, nel nostro cuore e nella nostra mente. Poter toccare Cristo per Tommaso ha significato rendersi personalmente conto che Gesù è davvero la Via, la Verità e la Vita che feconda ogni spazio del cuore rendendolo illimitato ed eterno. Tommaso ha posto il dito nella piaga del Sacro Costato ed ha percorso l'intero dolore di tutta l'umanità, celata con amore in quel Cuore Divino. Ha compreso, fino in fondo, il sacrificio di Gesù sulla croce, il suo dolore, le sue piaghe, il suo sangue versato per redimere l'intera umanità ed aprire la Via del Paradiso. Con Tommaso ciascuno di noi potrà dire di aver visto, con gli occhi della carne, il Signore Gesù e di averLo toccato. Tommaso ci ha prestato le sue dita affinché anche noi potessimo, con amore e devozione, accostarci a Lui, il Dio che si è fatto Carne e constatare, con stupore e sorpresa, ogni giorno, che Egli è vivo e presente in mezzo a noi. Tommaso ci ha fatto un grande dono.......
Abito la Terra di Mezzo, in servizio permanente effettivo, tra un fonendo ed una tazza, di ricetta in ricetta
La mia Terra di Mezzo
Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....
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mercoledì 3 luglio 2013
Se non tocco.........
Oggi la Santa Chiesa ricorda l'apostolo Tommaso, quell'apostolo che disse di dover mettere il dito nelle piaghe di Gesù per poter credere alla sua risurrezione: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo" (Gv 20, 25). Credere per vedere e vedere per credere, sembra uno scioglilingua, ma credo che un'affermazione sia inseparabile dall'altra. Per l'essere umano quanto è importante vedere? Quanto è importante rendersi conto di persona, con i propri occhi? Non si tratta di mancanza di fiducia, ma di un diritto di esercitare la propria capacità di discernimento. Quel che più mi affascina nelle parole e nel comportamento di san Tommaso non è tanto il fatto che egli esprima la volontà di vedere, quanto il desiderio di toccare. Quel voler toccare ha tutto il sapore della realtà, racchiude in sé la possibilità dell'essere umano di rapportarsi con il mondo intero, di poterlo conoscere, comprendere, amare. Racchiude le infinite possibilità dell'essere umano di entrare in sintonia con l'intera opera della creazione, con la natura, con ogni essere umano, con ogni essere vivente, con le persone che ama e che gli stanno accanto. Vuol dire dare spazio alla concretezza, alla certezza, alla capacità di realizzazione dei propri sogni. Vuol dire avere la capacità di credere e di sognare. Vuol dire saper usare la ragione e renderla teneramente serva della fede. Vuol dire mettersi al servizio della sacralità della vita, donare se stessi per entrare in sintonia con chiunque sia pronto a lasciarsi guardare negli occhi ed a lasciarsi toccare. Vuol dire amare, trascendere la carne ed intravedere l'anima. Vuol dire saper usare di ogni bene, messo a disposizione da Dio. Vuol dire vibrare all'unisono con il Cielo ed attraverso di esso con la Terra. Vuol dire confondersi tra le pieghe della Divinità, sfiorando l'Umanità. Vuol dire perdersi nel tempo e nello spazio per ritrovarsi nell'infinita eternità. Vuol dire trasmettere la certezza della fede che da Tommaso scorrerà fino ai nostri giorni, a noi, tra le nostre dita, nel nostro cuore e nella nostra mente. Poter toccare Cristo per Tommaso ha significato rendersi personalmente conto che Gesù è davvero la Via, la Verità e la Vita che feconda ogni spazio del cuore rendendolo illimitato ed eterno. Tommaso ha posto il dito nella piaga del Sacro Costato ed ha percorso l'intero dolore di tutta l'umanità, celata con amore in quel Cuore Divino. Ha compreso, fino in fondo, il sacrificio di Gesù sulla croce, il suo dolore, le sue piaghe, il suo sangue versato per redimere l'intera umanità ed aprire la Via del Paradiso. Con Tommaso ciascuno di noi potrà dire di aver visto, con gli occhi della carne, il Signore Gesù e di averLo toccato. Tommaso ci ha prestato le sue dita affinché anche noi potessimo, con amore e devozione, accostarci a Lui, il Dio che si è fatto Carne e constatare, con stupore e sorpresa, ogni giorno, che Egli è vivo e presente in mezzo a noi. Tommaso ci ha fatto un grande dono.......
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Tener siempre fe.
RispondiEliminaEsta entrada me ha gustado mucho, Martina. Está llena de bellas palabras.
Un beso grande.
Hola Martina...bellisimas palabras y ante la actitud de Tomas la Misericordia ....El quiere que le toquemos!!!! y nos dá al dia infinitas posibilidades de hacerlo!! un abrazo fuerte!!!
RispondiEliminaAMALIA, grazie! Sono contenta che la mia meditazione ti sia piaciuta. Ho voluto 'difendere' Tommaso dall'accusa di incredulità, penso che se lo merita! Un grandissimo abbraccio
RispondiEliminaGOSSPI, ciao!!!!Bello vederti qui! Non riesco a vedere in Tommaso la sua incredulità, quanto il suo forte e casto desiderio di toccare il Signore come segno d'amore.....Grazie! Un abbraccio forte anche a te.