Il card. Angelo Bagnasco (Presidente della Conferenza Episcopale Italiana- CEI) ha detto, giorni fa, dopo il terribile assassinio di Padre Jacques Hamel nella chiesa di Saint Etienne a Rouen in Francia, che avere i musulmani a Messa è un evento 'enorme'!
Ecco cos'ha detto a tal proposito Mons. Antonio Livi:
(...) Di “enorme” in questa uscita del portavoce, c’è solo
l’insensatezza (che spero non sia davvero di tutta intera la Conferenza
Episcopale Italiana) e la stupidità di esprimersi in questo modo di fronte a
eventi come quello di cui si sta parlando. Queste dichiarazioni rispondono
evidentemente al dettato di una legge non scritta, ma rigorosamente applicata
all’unisono da tutti i poteri forti del nostro mondo occidentale, siano essi
poteri ecclesiastici che civili (politica, finanza, informazione).
La legge è che non bisogna condannare nulla, ma proprio
nulla, se la condanna deve mettere in cattiva luce la religione dell’islam,
senza troppo distinguere tra islam considerato moderato e il cosiddetto islam
radicalizzato, e senza sottilizzare troppo sulle intenzioni di guerra santa
professate dall’autoproclamato Stato islamico. Non bisogna parlare male
dell’islam e non bisogna presentare le vittime cristiane dell’islam come
vittime e/o come cristiane. Bisogna
parlare d’altro. Meglio tornare a parlare un’altra volta, come da anni,
dell’uguaglianza di tutte le religioni, che sono tutte per la pace e non usano
mai la violenza per imporsi le une sulle altre. In questa linea di retorica
pacifista, l’idea di invitate i musulmani a Messa costituisce una trovata
geniale. Così almeno dice (non so se lo pensa davvero) il portavoce della Cei.
Ma c’è un problema. Oltre alla responsabilità istituzionale
che obbliga in un certo grado ed entro certi limiti la Chiesa gerarchica a
occuparsi di diplomazia inter-religiosa (buon vicinato, rispetto incondizionato
per l’altro, silenzio sulle colpe altrui e richiesta di perdono per la proprie
colpe, vere o presunte che siano, non importa), c’è anche – ed è la più
importante, anzi è quella essenziale, tanto che se manca quella non c’è proprio
più Chiesa – la responsabilità di dare a Cristo Gesù, realmente presente «in
corpo, sangue, anima e divinità» nell’Eucaristia, il dovuto culto adorazione.
Nelle chiese cattoliche questo culto si dà con la santa Messa
e con la “riserva” eucaristica nel
Tabernacolo.
Per questo le chiese cattoliche non sono un semplice luogo di
incontro della comunità, e quindi non sono qualcosa di analogo alle sinagoghe e
alle moschee: sono – in senso proprio, cioè in senso teologico e soprannaturale
– la “casa di Dio”.
Sono un “luogo sacro”, e la profanazione di un luogo sacro
è un orrendo peccato agli occhi di Dio, perché è esattamente il contrario di
ciò che Dio ordina nel primo comandamento del Decalogo.
Anche il sacerdote cattolico
è una “persona sacra”, come la Chiesa ha sempre riconosciuto; è una “persona
sacra” per effetto della consacrazione sacerdotale ricevuta nel momento in cui
un vescovo gli ha conferito il sacramento dell’Ordine, che imprime nell’anima
del soggetto un “carattere” indelebile, come il Battesimo.
E’ vero che il mondo contemporaneo è dominato, nella sua
cultura apparentemente egemone, dall’ideologia del secolarismo e dal processo
sociale della secolarizzazione, quindi anche dalla smania di dimenticare, anzi di
rimuovere ogni forma di presenza del Sacro. E’ vero che molti pensatori
protestanti (a cominciare da Paul Tillich) pretendono che anche i cristiani di
oggi sappiano accettare la secolarizzazione come un fatto positivo, che
addirittura risponderebbe al messaggio cristiano originario; è vero che Martin
Lutero ha abolito il sacramento dell’Ordine sacro e che per i luterani i preti
cattolici, considerati alla stregua dei “pastori” protestanti, non hanno alcun
carattere sacro.
Ma tutto ciò non toglie che la nostra condizione di
cattolici ci impone in termini assoluti (cioè, non in termini relativi a
qualche convenienza politica del momento) di professare in ogni luogo e in ogni
tempo la nostra santa fede, il cui nucleo fondamentale è il mistero della Santissima
Trinità e il mistero dell’Incarnazione del Verbo, che è Gesù Cristo, vero Dio e
vero Uomo.
Professare questi misteri della fede non è compatibile con l’invito,
rivolto ai musulmani, di riunirsi con i
cattolici nelle chiese cattoliche per manifestare i propri sentimenti di
pace.
Fare opera di pacificazione, di perdono e di ricerca di
un’intesa su qualche valore condivisibile è legittimo, anzi doveroso, in quanto
corrisponde a quel dialogo inter-religioso che è stato promosso dal Vaticano II
con il decreto 'Nostra Aetate'. Ma fare questa opera di pacificazione nel modo
che è stato ora prospettato è assurdo. E’ un «gesto enorme», nel senso che è
un’enorme (e abnorme) testimonianza di fede al contrario. Alla fine risulta una
vera e propria profanazione, la seconda per quanto riguarda la chiesa di Saint
Etienne a Rouen, già orribilmente profanata dall’assassinio rituale di un
sacerdote cattolico mentre celebrava la Santa Messa.
E’ inutile far finta di non sapere (lo sanno tutti) che i
musulmani che si vogliono invitare a partecipare alla santa Messa professano
una fede religiosa che è non solo diversa ma esplicitamente contraria alla fede
cattolica. I musulmani non accettano in alcun modo quelli che sono i
fondamentali misteri della fede cattolica che nella Messa si celebrano, anzi,
li considerano bestemmie contro l’unico Dio, e sono sempre in qualche modo
ostili a noi che siamo, ai loro occhi, gli infedeli, gli idolatri.
Che cosa si spera dunque di ottenere dall’ingresso dei
musulmani nelle nostre chiese quando viene celebrata la Messa? Nessuno di loro
penserà di entrare in luogo sacro, dove si svolge una funzione sacra e si adora
il vero Dio in tre Persone, dove si celebra sacramentalmente il sacrificio
redentore del Figlio di Dio per la remissione dei nostri peccati. Nessuno di
loro, entrando in chiesa, si farà il segno della Croce con l’acqua benedetta
(un sacramentale che prepara i fedeli all’atto penitenziale e alla degna
ricezione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia). Nessuno di loro si
inginocchierà al momento della consacrazione per adorare il Santissimo
Sacramento dell’Altare. Soprattutto, nessuno di loro ascolterà l’omelia del
sacerdote celebrata come commento liturgico al Vangelo di Gesù Cristo
proclamato nella Messa: al massimo, la potranno considerare come qualcosa di
analogo (e di contrario) ai sermoni del loro imam.
A che pro tutto questo? Per il bene del dialogo
inter-religioso? Per la pace nel mondo? Sono tutti risultati che corrispondono
a una pia illusione irenista.
Quello che realmente ne risulterà è un’empia
profanazione della Santa Messa, del luogo sacro dove essa viene celebrata e
della persona sacra del celebrante, che sull’altare è Cristo stesso, in quanto
presta la voce e i gesti a Cristo sommo ed eterno Sacerdote, che si fa Vittima
perla nostra salvezza.
E se qualcuno, leggendo queste poche righe, penserà che qui
si dà troppa importanza al dogma e che quello che conta è la pastorale e
l’azione ecumenica, ebbene, sappia che è vittima di accecamento prodotto dalla
falsa teologia e dai cattivi pastori.
La fede della Chiesa è quella che ho
ricordato; nessun Concilio e nessun papa l’ha voluta cambiare, né avrebbe
potuto. E sappia che nessuna pastorale e nessuna iniziativa ecumenica raggiunge
i suoi veri scopi se ignora o contraddice il dogma.
Tratto da LaNuovaBussolaQuotidiana
Per leggere gli interventi di Mons. A. Livi vai su FidesetRatio
Perchè il silenzio di fronte alla profanazione dell'Eucarestia e degli sputi sul Crocifisso a Venezia, nella chiesa di San Zulian? E della rottura del braccio al Crocifisso del '700, credo sempre a Venezia (ma non sono sicura)? Se continua csì io prendo le distanze da questo cristianesimo 'cattolico' buonista a tutti i costi e che 'disintegra' solo i cristiani stessi, da queste gerarchie e non che parlano a cavolo, da questi che forse pensavano di fare sempre e per sempre i 'preti' dalla pancia piena e senza dover prendere mai posizione, io ,fra un poco, prenderò le distanze!!
RispondiEliminaA proposito delle profanazioni che citi, qualcuno ha sollevato il dubbio che non siano vere. Ne ho letto anch'io e sicuramente prenderò spunto per parlarne perché anche se gli episodi non fossero veri ce ne sono altri che invece lo sono e credo che, continuando in questa totale indifferenza da parte dei ns pastori, ne succederanno di altri. E' bene prendere le distanze, dobbiamo farlo per amore di Cristo nostro Signore e Salvatore, è bene denunciare i silenzi, le profanazioni, le eresie e l'indifferenza, dei quali, in questo tragico momento, la Chiesa si sta macchiando, ma è ancora meglio pregare e sostenere i pastori che invece non offendono la Santa Religione. Stringiamoci a loro con tutte le ns forze e saremo al sicuro dagli sbandamenti e dall'errore ai quali ci vuole piegare la logica della mondanità.
RispondiEliminaGrazie per la visita e....sursum corda!