Nel suo ultimo articolo su 'Le Figaro', Mathieu Bock-Côté prende di mira “la trasformazione del cattolicesimo in utopia multiculturale”. Lo fa partendo dal nuovo libro di Laurent Dandrieu, “Église et immigration. Le grand malaise”, in cui il giornalista francese non esita a parlare di “suicidio di civiltà” causato anche dall’atteggiamento di tanti ambienti cattolici.
Fatto salvo il “dovere di ospitalità e assistenza alle persone in difficoltà”, Bock-Côté spiega che un conto è accogliere un rifugiato, altra cosa accogliere milioni di migranti, “come è il caso oggi con la massiccia immigrazione nel continente europeo”. Non si può assimilare la figura del migrante a quella dei rifugiati in difficoltà, in fuga dalle guerre e dalla fame. Inoltre, una nazione ha il diritto di difendere i suoi confini?
“La chiesa cattolica e Papa Francesco vedono nelle grandi migrazioni un impeto a formare una nuova umanità, unita alla fine, come se la divisione del mondo in nazioni e civiltà fosse un divario storico che è finalmente possibile superare. L’umanità può ancora sperimentare la sua unità: la città cosmopolita sarebbe una redenzione“.
Ma una nazione non è solo una costruzione giuridica, è anche una realtà storica e culturale, con una propria personalità.
E tuttavia “il patriottismo diventa rapidamente un peccato, quando affermato dagli europei. Ma la chiesa non è l’unica colpevole: c’è la naturale tendenza della modernità a condannare e a non comprendere le specificità storiche”.
Bock-Côté afferma che esiste “uno strano discorso sulla religione che domina la mente pubblica e ci spingerebbe a credere che le religioni siano intercambiabili. Per essere assolutamente universale, il cattolicesimo ha forse dimenticato l’intimo e insostituibile legame con la civiltà europea? Non vi è motivo di temere la scristianizzazione dell’Europa. Ma si può anche temere la de-europeizzazione del cristianesimo. Papa Francesco non sembra troppo interessato a tenere in vita la civiltà europea. Assolutizzare l’altro e dimenticare se stessi non è un segno di grandezza morale, ma di stupidità politica. Coloro che vorrebbero evangelizzare di nuovo l’Europa dovrebbero vedere nel cattolicesimo un punto di partenza ispiratore, non un marchio vergognoso“.
Mathieu Bock-Côté è uno dei filosofi canadesi di maggior successo. Il suo lavoro si concentra sul multiculturalismo, le mutazioni della democrazia contemporanea e la questione nazionale nel Quebec.
Il suo ultimo libro 'Le multiculturalisme comme religion politique', 'Il multiculturalismo come religione politica', è stato appena pubblicato dalle Editions du Cerf.
Tratto da QUI
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