La mia Terra di Mezzo

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mercoledì 22 febbraio 2017

Ecumenismo: un pò di chiarezza

Eresie e scismi hanno ferito la Chiesa sin dal suo sorgere. Pertanto una prima risposta ci giunge dagli albori dei primi secoli (Giustino, Ireneo): la regula fidei, ovvero la “forma cattolica e apostolica della fede”: l’unità è il frutto della verità della fede espressa e professata nella sua integralità: nella sua forma cattolica.
 
Questo principio apostolico e patristico è alla base dello stesso Decreto sull’ecumenismo del Vaticano II, 'Unitatis redintegratio'(QUI IL TESTO INTERO) dove sono contenuti i principi cattolici dell’Ecumenismo. Pertanto un autentico ecumenismo attraverso un dialogo nella verità e nella carità mira al ristabilimento pieno dell’unità.
 
Una unità che è già data nella forma cattolica della fede, ferita, e offuscata dalle divisioni, e verso cui “spingono” gli stessi elementi di grazia e di santificazione presenti in vario grado nelle diverse chiese o comunità cristiane separate (cf. Decreto sull’Ecumenismo del Vaticano II Unitatis Redintegratio nn. 1,2 3,4; CCC nn. 818,819).
 
Ma vi sono tendenze teologiche ecumeniche ambigue e devianti dai fondamenti cattolici. Uno per tutti un certo ecumenismo detto della “complementarietà”! Di cosa si tratta?
 
In sintesi: un itinerario comune per tutte le confessioni, che orienta i cristiani verso il traguardo della comunione ecclesiale intesa come una unità nella diversità riconciliata.
 
Il problema è che questa “unità” non si dà più nella forma cattolica dell’unica Chiesa ma si deve ancora raggiungere.
 
(...)L’espressione “unità nella diversità riconciliata” è così spiegata da san Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ut unum sint: «l’unità è la piena unità nella Fede; mentre le diversità sono le diverse tradizioni liturgiche, spirituali e disciplinari proprie delle singole Chiese; diversità legittime, che non si oppongono all’unità [di Fede] della Chiesa» (Ut unum sint, n° 54).
 
L’ecumenismo complementare invece ritiene conciliabile ciò che è in palese contrasto con la dottrina della fede cattolica; una sorta di conciliazione degli opposti!
 
(...)Secondo questa “via”, l’unione nella Verità sarà raggiunta se da una parte i Cattolici e dall’altra poniamo i Luterani, si sforzeranno di penetrare profondamente nelle loro Verità fino a vedere la propria Tradizione in uno nuova luce.
 
Allora, dove prima avevano visto una contraddizione (tra le due Tradizioni ossia tra le due Verità) potranno vedere una posizione complementare. Ora non si comprende come “penetrando profondamente” in due “verità tra loro contraddittorie”, sia possibile giungere a vederle “in una nuova luce”, vale a dire come verità “complementari” l’una all’altra.
 
Una vera e propria sfida alla semplice logica aristotelica: non si può ritenere complementare ciò che è in palese contraddizione! E ancor più non possono esserci due verità!
 
(Don Matteo De Meo, parroco, teologo ed esorcista della diocesi di San Severo in provincia di Foggia.)
 
Tratto da QUI

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