Il Papa sta mostrando in modo sempre più chiaro l’incorenza tra il suo magistero e la sua pastorale. E’ chiaro che come maestro della fede non può legittimare la sodomia, altrimenti sarebbe eretico, cosa impensabile, data l’infallibilità pontificia.
Invece egli mostra chiaramente di mancare gravemente al suo ufficio pastorale lasciando credere o sospettare con le sue parole ambigue ed equivoche, le sue sleali ed astute reticenze, le sue opportunistiche negligenze e soprattutto con una condotta verso i sodomiti, di non volerli affatto correggere, dando al contrario tutta l’impressione, benchè falsa, di approvare la loro condotta.
Ad aggravare la sua doppiezza e disonestà, egli evita sempre, dopo il fatto e le immancabili discussioni che sorgono, di chiarire con franchezza, senza rispetto umano o timore di dispiacere al mondo, la sua posizione, e di ribadire i sani princìpi della dottrina e della pastorale, così da fugare dubbi, sospetti e timori, da evitare lo scandalo e il turbamento nei fedeli e negli onesti, permettendo così ai sodomiti di credere che egli abbia abolito la proibizione della sodomia, compromettendo la propria credibilità, suscitando sdegno, dividendo la Chiesa e mettendo in crisi la stessa fede di molti fedeli.
(Padre Giovanni Cavalcoli)
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