Oggi ci troviamo in un secondo illuminismo, che non solo ha
lasciato dietro di sé il "Deus sive natura", ma ha anche smascherato
come irrazionale l'ideologia marxista della speranza e al suo posto ha
postulato una meta razionale del futuro, che porta il titolo di nuovo ordine
mondiale e ora deve divenire a sua volta la norma etica essenziale. Resta in
comune con il marxismo l'idea evoluzionistica di un mondo nato da un caso
irrazionale e dalle sue regole interne, che pertanto - diversamente da quanto
prevedeva l'antica idea di natura - non può contenere in sé nessuna indicazione
etica. Il tentativo di far derivare dalle regole del gioco dell'evoluzione
anche regole del gioco per l'esistenza umana, quindi una specie di nuova etica,
è in verità assai diffuso, ma poco convincente. Crescono le voci di filosofi come Singer, Rorty, Sloterdijk,
che ci dicono che l'uomo avrebbe ora il diritto e il dovere di costruire un
mondo nuovo su base razionale. Il nuovo ordine mondiale, della cui necessità
non si potrebbe dubitare, dovrebbe essere un ordine mondiale della razionalità.
Fin qui tutti sono d'accordo.
Ma cosa è razionale? Il criterio di razionalità
viene assunto esclusivamente dalle esperienze della produzione tecnica su basi
scientifiche. La razionalità è nella direzione della funzionalità,
dell'efficacia, dell'accrescimento della qualità della vita. Lo sfruttamento della natura, che vi è connesso, diviene
sempre più un problema a motivo dei disagi ambientali che stanno divenendo
drammatici. Con molta maggiore disinvoltura avanza frattanto la manipolazione
dell'uomo su se stesso. Le visioni di Huxley divengono decisamente realtà:
l'essere umano non deve più essere generato irrazionalmente, ma prodotto
razionalmente. Ma dell'uomo come prodotto dispone l'uomo. Gli esemplari
imperfetti vanno scartati, per tendere all'uomo perfetto, sulla via della
pianificazione e della produzione. La sofferenza deve scomparire, la vita essere solo
piacevole. Tali visioni radicali sono ancora isolate, per lo più in molte
maniere attenuate, ma il principio di comportamento, secondo cui è lecito
all'uomo fare tutto ciò che è in grado di fare, si afferma sempre di più. La
possibilità come tale diviene un criterio per sé sufficiente. In un mondo
pensato in modo evoluzionistico è anche di per sé evidente che non possano
esistere valori assoluti, ciò che è sempre cattivo e ciò che è sempre buono, ma
la ponderazione dei beni rappresenta l'unica via per il discernimento di norme
morali. Ciò però allora significa che scopi più elevati, presunti risultati ad
esempio per la guarigione di malattie, giustificano anche lo sfruttamento
dell'uomo, se solo il bene sperato appare abbastanza grande.
Ma così nascono nuove oppressioni, e nasce una nuova classe dominante. Ultimamente, del destino degli altri uomini, decidono coloro che dispongono del potere scientifico e coloro che amministrano i mezzi. Non restare indietro nella ricerca diviene un obbligo cui non ci si può sottrarre, che decide esso stesso la sua direzione.
Ma così nascono nuove oppressioni, e nasce una nuova classe dominante. Ultimamente, del destino degli altri uomini, decidono coloro che dispongono del potere scientifico e coloro che amministrano i mezzi. Non restare indietro nella ricerca diviene un obbligo cui non ci si può sottrarre, che decide esso stesso la sua direzione.
Card. Joseph
Ratzinger
Seminario Ambrosetti di Cernobbio (2001)
Palabras llenas de interés.
RispondiEliminaEl mundo debería de ser cada día mejor y conservar todo lo bueno.
Un beso grande,Martina.
Feliz semana.
AMALIA, sono parole profetiche....un grande abbraccio
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