Affermare che i divorziati risposati non sono pubblici
peccatori significa simulare il falso. Inoltre, essere peccatori è la vera
condizione di tutti i membri della Chiesa militante sulla terra. Se i
divorziati-risposati dicono che i loro atti volontari e deliberati contro il
sesto comandamento di Dio non sono affatto peccati o peccati gravi, essi
s’ingannano e la verità non è in loro, come dice San Giovanni: “Se diciamo di
essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se
confessiamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto, ci perdonerà i nostri
peccati e ci purificherà da ogni iniquità. Se diciamo “Non abbiamo peccato”, facciamo
di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi” (1 Gv 1, 8-10).
L’accettazione da parte dei divorziati-risposati della
verità che essi sono peccatori ed anche pubblici peccatori non toglie nulla
alla loro speranza cristiana. Soltanto l’accettazione della realtà e della
verità li rende capaci di intraprendere il cammino di una penitenza fruttuosa
secondo le parole di Gesù Cristo.
L’Esortazione apostolica Familiaris Consortio insegna: ”Anche coloro che si sono allontanati dal comandamento del Signore e continuano
a vivere in questa condizione (divorziati-risposati) potranno ottenere da Dio
la grazia della conversione e della salvezza, se avranno perseverato nella
preghiera, nella penitenza e nella carità”(n. 84).
Nessun commento:
Posta un commento