Nel caso in cui una persona commetta atti morali
oggettivamente gravi in piena coscienza, sana di mente, con libera decisione,
con l’intento di ripetere quest’atto in futuro, è impossibile applicare il
principio della non-imputabilità della colpa a causa delle circostanze
attenuanti.
L’applicazione del principio della non-imputabilità a queste coppie
di divorziati-risposati rappresenterebbe una ipocrisia ed un sofisma gnostico.
Se la Chiesa ammettesse queste persone, anche in un solo caso, alla Santa
Comunione, essa contraddirebbe ciò che professa nella dottrina, offrendo essa
stessa una contro-testimonianza pubblica contro l’indissolubilità del
matrimonio e contribuendo così alla crescita della “piaga del divorzio”
(Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, 47).
Al fine di evitare una tale intollerabile e scandalosa
contraddizione, la Chiesa, interpretando infallibilmente la verità Divina della
legge morale e dell’indissolubilità del matrimonio, ha osservato immutabilmente
per duemila anni la pratica di ammettere alla Santa Comunione solo quei
divorziati che vivono in perfetta continenza e “remoto scandalo”, senza alcuna
eccezione o privilegio particolare.
Il primo compito pastorale che il Signore ha affidato alla
sua Chiesa è l’insegnamento, la dottrina (vedi Mt 28, 20). L’osservanza dei
comandamenti di Dio è intrinsecamente connessa alla dottrina.
Per questa ragione la Chiesa ha sempre respinto la contraddizione fra la dottrina e la vita, qualificando una simile contraddizione come gnostica o come la teoria luterana eretica del “simul iustus et peccator”.
Tra la fede e la vita dei figli della Chiesa non dovrebbe esserci contraddizione.
Per questa ragione la Chiesa ha sempre respinto la contraddizione fra la dottrina e la vita, qualificando una simile contraddizione come gnostica o come la teoria luterana eretica del “simul iustus et peccator”.
Tra la fede e la vita dei figli della Chiesa non dovrebbe esserci contraddizione.
Quando si tratta dell’osservanza del comandamento espresso
di Dio e dell’indissolubilità del matrimonio, non si può parlare di
interpretazioni teologiche opposte. Se Dio ha detto: “Non commetterai
adulterio”, nessuna autorità umana potrebbe dire: “in qualche caso eccezionale
o per un fine buono tu puoi commettere adulterio”.
(Mons. A.Schneider)
(Mons. A.Schneider)
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