Mario Mieli,
fondatore e ideologo del movimento
omosessualista italiano. Proveniente da una famiglia benestante, dopo
aver abbracciato la dottrina marxista ed aver, in un primo momento, aderito a
“Lotta Continua”, nel 1971, rientrato in
Italia da un’esperienza londinese dove era entrato in contatto con il
Gay Liberation Front, sarà tra i
fondatori del “Fuori!” (Fronte
Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani), la prima espressione
organizzata del movimento omosessualista in Italia.
Teorico di una rivoluzione gay in chiave
marxista Mieli, il cui motto di battaglia parlava chiaro,
“Lotta dura, Contronatura!“ proponeva l’emancipazione
dell’uomo tramite la “prassi” sessuale contronatura o “perversa”, da lui
sintetizzata in un altro suo celebre slogan “Mens sana in corpore
perverso“.
Secondo Mario Mieli gli uomini nascono “naturalmente” con
un’innata tendenza polimorfa e “perversa”, caratterizzata da una «pluralità
delle tendenze dell’Eros e da l’ermafroditismo originario e profondo di ogni
individuo». Da qui discende che ogni persona sarebbe
potenzialmente transessuale se non fosse influenzata, fin dall’infanzia, dalla
società eteronormativa che obbliga l’individuo a considerare l’eterosessualità
come “normalità” e tutto il resto come perversione. Un processo che Mieli chiama
“educastrazione”, attraverso cui la società agisce
repressivamente sui bambini «allo scopo di costringerli a rimuovere le
tendenze sessuali congenite che essa giudica perverse».I tradizionali valori familiari naturali e cristiani
costituiscono un ostacolo per la realizzazione di tale rivoluzione
sociale e vengono, dunque, liquidati da Mieli come “pregiudizi di
certa canaglia reazionaria” che, trasmessi con l’educazione, hanno la colpa
di “trasformare il bambino in adulto eterosessuale“. Coerentemente con il
suo pensiero, l’ideologo omosessualista si espresse esplicitamente anche in
materia di sessualità infantile, diventando uno dei teorici della pedofilia e
della relazione omosessualità-pedofilia. Anche i bambini possono infatti,
secondo Mieli, “liberarsi” dai pregiudizi sociali e trovare la realizzazione
della loro “perversità poliforme” grazie ai pedofili, specie se
omosessuali.
Mieli rivendica l’illimitato diritto di scelta dell’individuo, al di là di
ogni principio morale, definendo positivamente la coprofagia, il sadismo, l'omicidio consenziente, in vista della creazione di una “società armonica” auspicata e teorizzata, nella quale tutti gli individui hanno il diritto a realizzare la propria
insindacabile volontà, seguendo gli istinti e le passioni, libere da qualsiasi
“freno” morale.
Nel 1983, dopo essersi dedicato nell’ultimo periodo all’esoterismo e alla magia,
Mario Mieli, coerentemente con il proprio pensiero, si suicidò all’età
di trent’anni nella sua abitazione di Milano. A lui è intitolato il
“Circolo
di cultura omosessuale Mario Mieli“, sorto a Roma nello stesso anno
della sua morte, tutt’oggi in prima linea nel promuovere e diffondere le sue
folli e perverse teorie nella nostra società.
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