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martedì 15 ottobre 2019

Come decadde la civiltà cristiana /2

La grandezza della civiltà cristiana.
La civiltà medievale, quando ben studiata, appare tanto grande e forte che non si capisce come possa essere caduta. In verità, è quando si considerano i resti che ancora sopravvivono della Civiltà Cristiana, e la forza dei medesimi dopo 400 anni di Rivoluzione, che si capisce quanto fu grande il medioevo.

Ma allora, come è riuscita la Rivoluzione ad abbattere questo ordine?

Il tallone d'Achille: l'orgoglio e la sensualità

Per quanto fosse sacrale, la Civiltà Cristiana, come tutto quanto esiste sulla terra, aveva i suoi punti deboli. Essa presentava due talloni d'Achille, due punti vulnerabili.

Questi due talloni sono l'orgoglio e la sensualità.

Di tutte le debolezze dell'uomo, quella che più urta contro tutta la struttura della società medievale è l'orgoglio. L'orgoglioso rifiuta una enorme serie di gerarchie che stanno sopra di lui, si irrita con esse fino al punto di non poterle sopportare. A sua volta la sensualità cozza contro ogni freno. Un individuo orgoglioso e sensuale fino in fondo è un anarchico. Lo sviluppo dell'anarchia avviene in modo progressivo, di generazione in generazione, per mezzo dell'abolizione di tutte le disuguaglianze che disturbano l'orgoglio e di tutte le leggi che frenano la sensualità.

La struttura gerarchica solidissima del medioevo, che si erse nella bufera e che resistette ai peggiori marosi, cadde quando essa era nella sua fase trionfale: non per opera dei suoi avversari - non furono i barbari o i turchi ad abbatterla - ma a causa di un veleno interno, del peccato. I responsabili, coloro che iniziarono a peccare, furono i membri della Cristianità che non reagirono come avrebbero dovuto.

Immenso peccato della Cristianità

Vi fu, in un determinato momento, un peccato che potremmo chiamare il peccato immenso. Cluny, l'ordine religioso che diede origine alla fase più splendente del medioevo, si rilassò, e rilassandosi distrusse le condizioni di resistenza di quell'ordine sacrale e gerarchico. La marea montante dell'orgoglio e della sensualità, incontrando anche queste complicità, giunse ad un grado tale che, nel secolo XVI, quel che doveva accadere accadde. Le acque si erano alzate a tal punto che finirono con l'aprire una prima breccia nella diga.
Come si sviluppò il processo di deterioramento.
Quando in una società l'orgoglio e la sensualità crescono senza essere seriamente combattuti, tutto l'edificio crolla. L'uguaglianza completa è il sogno esplicito o implicito dell'individuo che si consegna all'orgoglio, che, se non frenato, provoca la caduta di tutte le gerarchie. D'altro canto a causa dell'orgoglio, che porta l'uomo a rifiutare la dottrina della Chiesa, e a causa della sensualità, che porta le persone a vivere abitualmente in stato di peccato mortale e perciò in stato di ribellione contro la dottrina della Chiesa, comincia a nascere il sogno di una Chiesa senza Gerarchia, che ammette il divorzio, l'immoralità, che non condanna le mode indecenti, che lascia la sensualità espandersi a piacimento.

Qual è la conseguenza? Secondo Paul Bourget, quando gli uomini non vivono in accordo con le loro idee, finiscono con mettere le idee d'accordo con la loro vita. Quando un uomo diviene abitualmente orgoglioso, sebbene riconosca che la umiltà è una virtù, egli tende ad ammettere dottrine che, in ultima analisi, nascono dall'orgoglio. Quando vive in modo sensuale, tende ad ammettere dei principi che muovono nella direzione del libertarismo. Se egli non pone le azioni in accordo con le idee, finisce col porre le idee in accordo con gli atti. Le eresie esplodono da questo genere di cause. E tutta la struttura sociale rovina a partire da questo punto.

Niente di più forte di una società cattolica, sacrale, gerarchica, con uomini umili e casti. Niente di più debole di questa società se gli uomini divengono orgogliosi e sensuali.

Il medioevo conosce degli alti e bassi, che in qualche parte d'Europa vengono superati, e crisi di orgoglio e sensualità, anch'esse dominate. Fra queste crisi c'è quella del secolo XIII, quando Nostro Signore suscita l'ordine del francescani, che praticano in modo esimio l'umiltà e la purezza; suscita pure l'ordine dei domenicani, per combattere su un terreno più intellettuale di quello dei soli costumi, quegli stessi difetti. S. Francesco, S. Domenico, S. Alberto Magno, S. Tommaso d'Aquino, S. Bonaventura e tanti altri santi di questi ordini, respingono la marea montante della sensualità e dell'eresia e salvano il medioevo. Nel secolo XV l'orgoglio e la sensualità cresceranno di nuovo, in modo enorme, forse senza precedenti. I santi che predicano la necessità di una riforma dei costumi per ridare vita alla purezza e all'umiltà, come S. Bernardino da Siena, non vengono ascoltati.

San Vincenzo Ferreri comincia a predicare che la fine del mondo è vicina, e che egli è l'angelo predetto dall'Apocalisse per annunciare tutta una serie di catastrofi. E le catastrofi cominceranno di fatto nel secolo XVI, col protestantesimo. Come ha dimostrato il prof. Plinio Correa de Oliveira nell'opera RCR, questo processo di decadenza della civiltà medievale diede origine alle tre grandi Rivoluzioni della storia dell'Occidente:
 
la Pseudo-Riforma, la Rivoluzione Francese ed il Comunismo.

Queste tre Rivoluzioni sono di fatto tre tappe di una sola Rivoluzione, che "vuole distruggere tutto un ordine di cose legittimo, e sostituirlo con una situazione illegittima. Infatti l'ordine di cose che si sta distruggendo è la Cristianità medievale. Ora, la Cristianità non è stata un ordine qualsiasi, possibile come sarebbero possibili molti altri ordini. E' stata la realizzazione, nelle condizioni inerenti ai tempi e ai luoghi, dell'unico vero ordine tra gli uomini, ossia della Civiltà Cristiana.
Nell'enciclica Immortale Dei, Leone XIII ha descritto in questi termini la Cristianità medievale:

'Fu già tempo che la filosofia del Vangelo governava gli Stati, quando la forza e la sovrana influenza dello spirito cristiano era entrata bene addentro nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli, in tutti gli ordini e ragioni dello Stato, quando la religione di Gesù Cristo posta solidamente in quell'onorevole grado che le conveniva, traeva su fiorente all'ombra del favore dei Prìncipi e della dovuta protezione dei magistrati; quando procedevano concordi il Sacerdozio e l'Impero, stretti avventurosamente fra loro per amichevole reciprocanza di servigi. Ordinata in tal guisa la società, recò frutti che più preziosi non si potrebbe pensare, dei quali dura e durerà la memoria, affidata ad innumerevoli monumenti storici, che niuno artifizio di nemici potrà falsare od oscurare'.
Così quanto è stato distrutto dal secolo XV ad ora e la cui distruzione è oggi ormai quasi interamente compiuta, è la disposizione degli uomini e delle cose secondo la dottrina della Chiesa, maestra della Rivelazione e della legge naturale. Questa disposizione è l'Ordine per eccellenza. Ciò che si vuole instaurare è, per diametrum, il suo contrario. Quindi, la Rivoluzione per eccellenza". ("RCR" del prof. Plinio Correa de Oliveira, Parte I, cap. VII, 1E ed 1F)


1 commento:

  1. https://www.youtube.com/watch?v=Z4i7NvRQyuE
    En defensa de la tradición -Parte 15
    la libertad religiosa que proclama el vaticano dos es una victoria masónica.

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