La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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mercoledì 2 ottobre 2019

Saremo giudicati dal tribunale di Dio!

«Dio citerà in giudizio ogni tua azione, anche ciò che è occulto, bene o male».(Qo 12,14). Una domanda possiamo fare adesso: Dove avverrà il giudizio particolare, alla nostra morte? Ecco la risposta di sant’Alfonso de’ Liguori: «È sentimento comune dei teologi, che nel luogo e all’ora stessa in cui avverrà la separazione dell’anima dal corpo s’innalzerà il tribunale di Cristo; lì si farà il giudizio e Dio pronunzierà la sentenza».
Appare chiaro che la cosa più importante per un migliore incontro con Dio subito dopo la morte è la preparazione (sia prossima che remota) con l’assistenza alla persona inferma che muore. Chi è vicino alla morte deve ricordare le parole di Gesù che dice:
 * «Beati coloro che muoiono nel Signore» (Ap 14,13), ossia che muoiono con la grazia di Dio nell’anima (e non con la “disgrazia” del peccato mortale nell’anima!).
 * «Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!» (Mt 7,13-14).
 * «Se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà» (Mt 24,43-44).
 * «Vegliate dunque perché non sapete né il giorno, né l’ora» (Mt 25,13).
Queste parole di Gesù, questi insegnamenti e questi richiami così importanti che Egli ha fatto scrivere agli Evangelisti non possono lasciare indifferente soprattutto chi si trova infermo, al terminale della propria esistenza, preoccupato, senza scampo, della penosa resa dei conti di tutta la vita, da sottoporre al Giudice supremo, Cristo Gesù nostro Signore.
Si sa che san Francesco d’Assisi, grandissimo predicatore evangelico, scrisse nella Regola serafica che tutti i suoi frati predicatori evangelizzassero le anime predicando costantemente sulle cose più fondamentali per la vita cristiana e per la salvezza eterna delle anime, ossia la predica sui «vizi e le virtù, la pena e la gloria».
Quanta sapienza divina in questa norma del Serafico Padre e quale immensità di grazie si avrebbe se venisse sempre messa in pratica da tutti i predicatori francescani! La predica sui “vizi”, da combattere e sradicare, infatti, fa capire bene che a causa di essi si meriterà la “pena” (che potrà essere anche quella dell’Inferno eterno!). La predica sulle “virtù”, da acquistare e praticare, invece, fa capire bene che con esse si merita la gloria del Paradiso con la beatitudine eterna.
Questa è la vera, l’autentica formazione cristiana, che san Francesco d’Assisi dava con la sua predicazione e che stabilì anche per tutti i suoi frati, volendo appunto che tutti possano conoscere il Vangelo della salvezza per la vita cristiana genuina, che è quella vissuta lottando contro i vizi che portano alla perdizione eterna e sforzandosi, al contrario, di acquistare le sante virtù che fanno meritare la gloria eterna del Paradiso di Dio.
Capire queste cose è di primaria importanza e di massimo interesse per ogni uomo, mentre non capirle e trascurarle può farci vivere con il rischio della rovina di una vita intera vissuta per nulla o per le miserie di questo mondo che sta tutto «sotto il potere di satana» (1Gv 5,19), come ha scritto san Giovanni l’Evangelista. Guai a chi è vissuto secondo il mondo di Satana e dovrà affrontare il Giudizio di Dio!
 
Beato, invece, chi vive secondo la vita e il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo!
 
DIO CITERA' IN GIUDIZIO OGNI TUA AZIONE, ANCHE CIO' CHE E' OCCULTO!
Meditazioni sui Novissimi di p. Stefano Maria Manelli, fondatore dei Francescani dell'Immacolata.

 

 

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