La mia Terra di Mezzo

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mercoledì 16 ottobre 2019

Come decadde la civiltà cristiana /3

1) Pseudo-Riforma e Rinascimento.
Dopo aver descritto la decadenza del medioevo, occorre parlare delle successive tappe del processo rivoluzionario.
Questo nuovo stato d'animo conteneva un desiderio possente, sebbene più o meno inconfessato, di un ordine di cose fondamentalmente diverso da quello che era giunto al suo apogeo nei secoli XII e XIII. Anche nell'Umanesimo e nel Rinascimento troviamo perciò l'ostilità al soprannaturale e al Magistero della Chiesa, così come all'austerità dei costumi.

"Il tipo umano, ispirato ai moralisti pagani, che quel movimento introdusse come ideale in Europa, e la cultura e la civiltà coerenti con esso, è il precursore dell'uomo avido di guadagni, sensuale, laico e pragmatista dei nostri giorni, della cultura e della civiltà materialistiche in cui ci andiamo immergendo sempre più.

In alcune parti d'Europa, esso si sviluppò senza portare all'apostasia formale. Notevoli resistenze gli si opposero. Ed anche quando si installava nelle anime, non osava chiedere - almeno all'inizio - una rottura formale con la fede.

Ma in altri paesi attaccò apertamente la Chiesa. L'orgoglio e la sensualità, nel cui soddisfacimento consiste il piacere della vita pagana, suscitarono il protestantesimo.
L'orgoglio diede origine allo spirito di dubbio, al libero esame, all'interpretazione naturalistica della Scrittura. Produsse la rivolta contro l'autorità ecclesiastica, espressa in tutte le sette con la negazione del carattere monarchico della Chiesa universale, cioè con la rivolta contro il papato. Alcune, più radicali, negarono anche quella che si potrebbe chiamare l'alta aristocrazia della Chiesa, ossia i Vescovi, suoi prìncipi. Altre ancora negarono lo stesso sacerdozio gerarchico, riducendolo ad una semplice delegazione del popolo, unico vero detentore del potere sacerdotale.
Sul piano morale, il trionfo della sensualità nel protestantesimo si affermò con la soppressione del celibato ecclesiastico e con l'introduzione del divorzio". ("RCR" del prof. Plinio Correa de Oliveira, Parte I, cap. III, 5B)


2) Rivoluzione Francese

Questa tendenza ugualitaria, che si era già manifestata in materia religiosa, passò anche nel campo politico.

"Allo scopo di evitare qualsiasi equivoco, conviene sottolineare che questa esposizione non contiene l'affermazione che la repubblica sia un regime politico necessariamente rivoluzionario. Leone XIII ha messo in chiaro, parlando delle diverse forme di governo, che 'ognuna di esse è buona, purché sappia procedere rettamente verso il suo fine, ossia verso il bene comune, per il quale 'autorità sociale è costituita'. (Enciclica Au milieu des sollicitudes, del 16.2.1892)
Qualifichiamo come rivoluzionaria, questo sì, l'ostilità professata, per principio, contro la  monarchia e contro l'aristocrazia, come se fossero forme essenzialmente incompatibili con la dignità umana e l'ordine normale delle cose.
E' l'errore condannato da S. Pio X nella lettera apostolica Notre Charge Apostolique, del 25 agosto 1910". ("RCR" del prof. Plinio Correa de Oliveira, Parte I, cap. III, 5E)
Una prima manifestazione di egualitarismo politico, fu la Rivoluzione Inglese, che decapitò Carlo I, proclamò la repubblica in Inghilterra, ed abolì virtualmente i titoli di nobiltà. Precisamente fu la setta di Cromwell, i Puritani, la quale non ammetteva disuguaglianze religiose, che, coerentemente, insorse anche contro le disuguaglianze civili. Perché se qualcuno odia le disuguaglianze a causa dell'orgoglio, questi è disturbato sia dalla disuguaglianza religiosa quanto da quella civile, e finisce con scagliarsi contro ambedue. Questa Rivoluzione suscitò una reazione dopo la morte di Oliver Cromwell. Suo figlio Richard rimase al governo molto poco tempo, e subito dopo ebbe luogo il ristabilimento della monarchia con Carlo II.

La continuità del processo rivoluzionario

Ma questa tendenza rivoluzionaria esplose sopratutto in Francia, paese che era stato fortemente lavorato dal protestantesimo.

Nel secolo XVI, una gran parte della Francia divenne protestante, e se non fosse stato per l'ausilio di Federico II, Re di Spagna, e l'influenza dei Papi, lo sarebbe divenuta interamente. La Rivoluzione continuò ad avere un carattere religioso, e diede vita al Giansenismo, una forma travestita di Protestantesimo. Il Giansenismo produsse un progressivo raffreddamento religioso, che culminò nello scetticismo, ossia nello spirito di dubbio nei confronti della religione. Coi giansenisti incontriamo i gallicani, che sono cattolici, ma negano l'autorità del Papa sulla Chiesa di Francia.
Il naturalismo rinascimentale si sviluppò, e divenne Deismo, ossia accettazione vaga di un Dio impersonale. Il Deismo genera una mentalità atea che si esprime nella corrente culturale detta dell'enciclopedismo, che elaborò la dottrina della completa uguaglianza civile.

Uno studio attento dell'Assolutismo monarchico, dimostra che la politica dei monarchi assoluti, in tutto quel che non pregiudicava la loro autorità, era segnata dallo spirito ugualitario. La riduzione dei privilegi del clero e della nobiltà, fatta in modo progressivo dai Re assoluti, andava nella direzione di un'equiparazione politica di tutti i cittadini, sotto il potere dello Stato. I favoritismi continui dei Re, nei confronti della parte più attiva e sviluppata della plebe, cioè della borghesia, contribuì ancor più ad una situazione di uguaglianza politica.
La corruzione dei costumi, che era cresciuta dalla fine del medioevo, raggiunse nel 1700 un grado inimmaginabile.
La Rivoluzione Francese, continuatrice del Rinascimento e del Protestantesimo

La Francia, imbevuta degli elementi che nei paesi nordici avevano prodotto il protestantesimo, si preparava, attraverso l'enciclopedismo e l'assolutismo, ad una convulsione profonda, che altro non sarebbe stata se non la proiezione, nella sfera religiosa, filosofica, politica, sociale ed economica, dei principi protestanti.
Alla fine del secolo XVIII il protestantesimo era consumato, minato al suo interno dai progressi crescenti del dubbio e dello scetticismo, stancato ed invecchiato, mancava di forza di espansione. Umanesimo e Rinascimento erano sorti da molto tempo. Ma ciò che questi 3 movimenti avevano di più dinamico e fondamentale, ossia lo spirito che li aveva suscitati, sopravviveva ed era più forte che mai. Questo spirito doveva lanciare la Francia, e poi l'intera Europa, in un cataclisma liberale e ugualitario.

La Rivoluzione Francese fu notevolmente segnata dallo spirito protestante; la Chiesa Costituzionale da lei organizzata, altro non era se non uno strumento mal nascosto per impiantare in Francia un vero protestantesimo. Lo spirito ugualitario, anti-monarchico ed anti-aristocratico della Rivoluzione Francese è la proiezione, nella sfera civile, della tendenza ugualitaria che portò il protestantesimo a rifiutare gli elementi aristocratico e monarchico della gerarchia ecclesiastica.
Il fermento comunista che lavorava all'estrema sinistra di questa Rivoluzione, e che finì per esplicitarsi in movimenti come quello di Babeuf, non era se non la copia laica dei movimenti pre-comunisti, come quello dei Fratelli Moravi, che brulicavano in quella che si potrebbe chiamare la estrema sinistra protestante.
 
La completa laicizzazione dello Stato, la continua evocazione dei modelli del paganesimo classico, mostrano nella Rivoluzione Francese gli effetti dell'Umanesimo, del Rinascimento e dell'Enciclopedismo.



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