3) Comunismo
Nel protestantesimo erano nate alcune sette che, trasponendo direttamente le loro tendenze religiose nel campo politico, avevano preparato l'avvento dello spirito repubblicano. S. Francesco di Sales, nel secolo XVII, mise in guardia il duca di Savoia contro queste tendenze repubblicane (Sainte -Beuve, Etudes des lundis -XVIIème siècle- Saint Francois de Sales, Librairie Garnier, Parigi 1928, pag. 364). Altre sette, spingendosi più avanti, adottarono principi che, se non si possono chiamare comunisti in tutto il senso odierno del termine, sono perlomeno pre-comunisti.
Dalla Rivoluzione Francese nacque il movimento comunista di Babeuf. E più tardi, dallo spirito sempre più attivo della Rivoluzione, sorsero le scuole del comunismo utopistico del secolo XIX e il comunismo detto scientifico di Marx". ("RCR" del prof. Plinio Correa de Oliveira, Parte I, cap. III, 5D)
La Rivoluzione Francese, apparentemente chiusa con l'instaurazione dell'Impero, si propagò per tutta Europa negli zaini dei soldati di Napoleone. Le guerre e rivoluzioni che segnarono il periodo dal 1814 al 1918, furono un insieme di convulsioni nel corso delle quali tutta l'Europa si trasformò secondo lo spirito della Rivoluzione Francese.
Nel protestantesimo erano nate alcune sette che, trasponendo direttamente le loro tendenze religiose nel campo politico, avevano preparato l'avvento dello spirito repubblicano. S. Francesco di Sales, nel secolo XVII, mise in guardia il duca di Savoia contro queste tendenze repubblicane (Sainte -Beuve, Etudes des lundis -XVIIème siècle- Saint Francois de Sales, Librairie Garnier, Parigi 1928, pag. 364). Altre sette, spingendosi più avanti, adottarono principi che, se non si possono chiamare comunisti in tutto il senso odierno del termine, sono perlomeno pre-comunisti.
Dalla Rivoluzione Francese nacque il movimento comunista di Babeuf. E più tardi, dallo spirito sempre più attivo della Rivoluzione, sorsero le scuole del comunismo utopistico del secolo XIX e il comunismo detto scientifico di Marx". ("RCR" del prof. Plinio Correa de Oliveira, Parte I, cap. III, 5D)
La Rivoluzione Francese, apparentemente chiusa con l'instaurazione dell'Impero, si propagò per tutta Europa negli zaini dei soldati di Napoleone. Le guerre e rivoluzioni che segnarono il periodo dal 1814 al 1918, furono un insieme di convulsioni nel corso delle quali tutta l'Europa si trasformò secondo lo spirito della Rivoluzione Francese.
Finito il Terrore, la borghesia, desiderosa di eliminare in tutta l'Europa le
antiche classi privilegiate, continuò ad affermare gli "immortali
principi" del 1789. Essa lo faceva in modo ambiguo ed imprudente, non
temendo di suscitare nelle masse popolari la tendenza all'uguaglianza e alla
libertà complete, al fine di ottenere il loro appoggio nella lotta contro la
monarchia, l'aristocrazia ed il clero. Questa imprudenza facilitò in larga
misura lo sbocciare del movimento che avrebbe messo in scacco il potere della
borghesia. Se tutti gli uomini sono liberi e uguali, con che diritto esistono i
ricchi? Con che diritto i figli ereditano, senza lavorare, i beni dei loro
padri?
Già prima che l'industrializzazione formasse le grandi concentrazioni di proletari sottonutriti, il comunismo utopistico proclamava essere una illusione la mera uguaglianza politica istituita dalla borghesia, ed esigeva l'uguaglianza sociale ed economica assoluta. L'anarchismo, che sognava una società senza autorità, si propagava. Questi principi radicali minarono dopo poco la mentalità di numerosi monarchi, di potestà e nobiltà civili ed ecclesiastiche, ed istillarono in larghissime fasce di beneficiari dell'ordine allora vigente una certa simpatia per la "generosità" degli ideali libertari e ugualitari, così come una "cattiva coscienza" quanto alla legittimità dei poteri di cui si trovavano investiti. I leaders marxisti conoscono, in misura maggiore o minore, le idee di Marx, ma la base comunista generalmente non ne conosce la dottrina. Quello che la spinge a radunarsi attorno ai suoi capi sono vaghe idee di uguaglianza e giustizia, diffuse dal socialismo utopistico. Se i marxisti incontrano fuori dal loro ambiente, in certe zone dell'opinione pubblica, un'aura di simpatia, lo devono ancora all'irradiazione universale di principi ugualitari della Rivoluzione Francese e al sentimentalismo romantico del socialismo utopistico.
Già prima che l'industrializzazione formasse le grandi concentrazioni di proletari sottonutriti, il comunismo utopistico proclamava essere una illusione la mera uguaglianza politica istituita dalla borghesia, ed esigeva l'uguaglianza sociale ed economica assoluta. L'anarchismo, che sognava una società senza autorità, si propagava. Questi principi radicali minarono dopo poco la mentalità di numerosi monarchi, di potestà e nobiltà civili ed ecclesiastiche, ed istillarono in larghissime fasce di beneficiari dell'ordine allora vigente una certa simpatia per la "generosità" degli ideali libertari e ugualitari, così come una "cattiva coscienza" quanto alla legittimità dei poteri di cui si trovavano investiti. I leaders marxisti conoscono, in misura maggiore o minore, le idee di Marx, ma la base comunista generalmente non ne conosce la dottrina. Quello che la spinge a radunarsi attorno ai suoi capi sono vaghe idee di uguaglianza e giustizia, diffuse dal socialismo utopistico. Se i marxisti incontrano fuori dal loro ambiente, in certe zone dell'opinione pubblica, un'aura di simpatia, lo devono ancora all'irradiazione universale di principi ugualitari della Rivoluzione Francese e al sentimentalismo romantico del socialismo utopistico.
Conferme dai documenti del Magistero Ecclesiastico.
Oltre alla solida dimostrazione storica, fino ad oggi non confutata da alcuno, la teoria delle tre rivoluzioni trova fondamento in numerosi documenti del Magistero della Chiesa, di cui ne citiamo alcuni emblematici a diverso titolo.
A proposito dell'esecuzione di Luigi XVI, nel 1793, Papa Pio VI diresse una allocuzione al Concistoro nella quale mostra il vero carattere della Rivoluzione Francese. Egli afferma che Luigi XVI fu assassinato in odio alla fede, da una cospirazione preparata da calvinisti alleati ai filosofi atei del secolo XVIII. Ciò dimostra il legame esistente fra protestantesimo e Rivoluzione Francese. Entrambi avevano lo stesso obiettivo finale e lo stesso spirito.
Oltre alla solida dimostrazione storica, fino ad oggi non confutata da alcuno, la teoria delle tre rivoluzioni trova fondamento in numerosi documenti del Magistero della Chiesa, di cui ne citiamo alcuni emblematici a diverso titolo.
A proposito dell'esecuzione di Luigi XVI, nel 1793, Papa Pio VI diresse una allocuzione al Concistoro nella quale mostra il vero carattere della Rivoluzione Francese. Egli afferma che Luigi XVI fu assassinato in odio alla fede, da una cospirazione preparata da calvinisti alleati ai filosofi atei del secolo XVIII. Ciò dimostra il legame esistente fra protestantesimo e Rivoluzione Francese. Entrambi avevano lo stesso obiettivo finale e lo stesso spirito.
splendidamente come il libero esame protestante aprì la strada al filosofismo del sec. XVII e questi, a sua volta, preparò l'ateismo moderno.
Papa Pio XII espone il legame esistente tra le tre tappe della Rivoluzione in
numerosi documenti, e, in modo particolarmente efficace, sia dal punto di vista
teologico che da quello sociale, nel discorso "Nel contemplare" del
12/10/1952.
Durante il Concilio Vaticano II, fu presentata una petizione, firmata da 213 Vescovi, che chiedeva la condanna del comunismo. In questa petizione si affermava che gli errori comunisti hanno la loro origine nei principi della Rivoluzione Francese. L'importanza di questo documento sta nel fatto che quei Vescovi avevano sottoscritto questa affermazione.
Durante il Concilio Vaticano II, fu presentata una petizione, firmata da 213 Vescovi, che chiedeva la condanna del comunismo. In questa petizione si affermava che gli errori comunisti hanno la loro origine nei principi della Rivoluzione Francese. L'importanza di questo documento sta nel fatto che quei Vescovi avevano sottoscritto questa affermazione.
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