Le Sacre Spine, attribuite alla corona della Passione di Nostro Signore, sono custodite ed esposte alla venerazione dei fedeli in varie parti del mondo. Già un primo calcolo effettuato nel sec. XIX dallo studioso Fleury ne contava circa 200, mentre il più recente censimento datato 2012 e realizzato da Menna ne annovera ben 2.283. L'Italia può vantarne 995 distribuite a L’Aquila, Sulmona, Lanciano, Vasto, Andria, Bari, Pompei, Crotone, Roma, Vicenza, Pisa, Barletta e San Giovanni Bianco.
Le Sacre spine di Andria e di San Giovanni Bianco, nei giorni scorsi, si sono rese artefici di un prodigio inspiegabile.
Nella città di Andria ha avuto inizio tra le 16.10 e le 17.10 di venerdì santo, quando si sono notate in prossimità dell'apice della spina tre piccole gemme (l'ultimo evento miracoloso era avvenuto nell'anno 2005).
A San Giovanni Bianco la sera della Domenica di Pasqua, quando sulla spina sono spuntate piccole gemme e la stessa si sarebbe colorata di rosso vermiglio.
Entrambi gli eventi sono accomunati da una singolare coincidenza: l'Annunciazione della nascita di Gesù e la sua morte il Venerdì Santo sono cadute entrambe nella stessa data, il 25 marzo.
La prossima sovrapposizione del Venerdì Santo e dell'Annunciazione del Signore sarà nel 2157, fra 141 anni.
L'ultima volta che la spina a San Giovanni Bianco fiorì risale a 84 anni fa, nel 1932, un miracolo che interessò anche le altre spine conservate in Italia.
UN PO' DI STORIA
Tutto cominciò quando, secondo la tradizione cristiana, il re Luigi IX di Francia acquistò dall’imperatore latino di Costantinopoli Baldovino II, insieme ad altre preziose reliquie, l’intera corona che, arrivata a Parigi nel 1239, fu custodita nella Sainte-Chapelle, costruita appositamente, mentre oggi è conservata nel tesoro della Cattedrale di Notre-Dame. In realtà, già in quest’epoca, la corona era solo un anello di giunchi, privo di spine, le quali erano state precedentemente donate dagli stessi sovrani bizantini e, dal momento dell’acquisto, anche dallo stesso Luigi IX, che aveva provveduto ad offrirle alle chiese più importanti della Francia.
Con Carlo d’Angiò alcune spine arrivarono in Italia. In particolare ad Andria, dove la presenza della Sacra Spina è attestata a partire dal 1308, in seguito ad un dono da parte di Beatrice d’Angiò, figlia di Carlo II d’Angiò, in occasione delle sue nozze con Bertrando del Balzo, duca di Andria.
Con Carlo d’Angiò alcune spine arrivarono in Italia. In particolare ad Andria, dove la presenza della Sacra Spina è attestata a partire dal 1308, in seguito ad un dono da parte di Beatrice d’Angiò, figlia di Carlo II d’Angiò, in occasione delle sue nozze con Bertrando del Balzo, duca di Andria.
A San Giovanni Bianco la Sacra Spina giunge tra il 1495 e il 1496 grazie a Vistallo Zingoni, di nobile famiglia bergamasca.
Ad Andria il primo miracolo attestato avvenne il 25 marzo 1633 anno in cui il giorno dell’Annunciazione coincise con il Venerdì Santo, esso si è manifestò in vari modi: con rigonfiamenti, con la liquefazione in gocce di sangue vivo delle diciassette macchie violacee presenti sulla spina, fino alla comparsa di escrescenze biancastre argentee di pochi millimetri, mentre una vera e prodigiosa fioritura, avvenne per la prima volta nel 1842. I prodigi si susseguirono negli anni 1853, 1864, 1910, 1921, 1932 e 2005.
Il 23 marzo del 1799 la Sacra Spina di Andria venne trafugata durante il saccheggio dei giacobini francesi e di essa si persero le tracce fino al 1837, data in cui fu ritrovata a Venosa. Grazie all’intercessione di mons. Cosenza, la famiglia presso la quale fu ritrovata la spina la restituì alla Chiesa. In quella occasione, la spina manifestò il miracolo dal 24 ottobre, giorno in cui la reliquia fu nuovamente trasferita ad Andria, fino a metà novembre.