L'8 febbraio 1865, esattamente 150 anni fa, venivano poste le basi per la nascita della genetica. Tutto grazie agli studi ed alle tesi di Gregor Johann Mendel (1822-1884) naturalista, matematico e frate agostiniano, ceco di lingua tedesca, a ragione considerato il precursore della moderna genetica per le sue osservazioni sui caratteri ereditari. Purtroppo la figura di questo monaco, divenuto anche abate del suo Monastero, ed i suoi studi, sono sempre stati sottovalutati dagli ambienti accademici dell'epoca. A riprova di come sotto un regime totalitario la scienza subisca un gravissimo degrado, in tempi di occupazione prima nazista e poi comunista (Mendel viveva in Cecoslovacchia, all'epoca parte dell'Impero Austro-Ungarico), si ebbe tutto l'interesse a farlo dimenticare, usando anche mezzi violenti e coercitivi come la persecuzione, l'internamento nei gulag o la morte per tutti gli scienziati che osavano sostenere le sue tesi; subirono queste sorti il genetista Vavilov ed i biologi Tulaikov e Karpechenko.
Inoltre in Russia i seguaci di Mendel venivano privati delle cattedre, emarginati e persino condannati a morte. L’accusa al padre della genetica era duplice: essere stato un prete cattolico e aver proposto, con le sue leggi, una “superstizione metafisica”.
Per conoscere meglio la vita di Mendel, le sue profonde radici nella storia del monachesimo, i suoi hobby e le sue idee, il sito di TEMPI offre in regalo un libro storico a cura di Francesco Agnoli ed Enzo Pennetta, che oltre a tracciare il ritratto umano e scientifico di Mendel, racconta anche la storia di don Lazzaro Spallanzani, il “Galilei della biologia”.
Clicca qui per scaricare il pdf del volume “Lazzaro Spallanzani e Gregor Mendel. Alle origini della Biologia e della Genetica”.
Ecco: http://annotatiunculae.blogspot.de/2013/08/maria-himmelfahrt-in-stare-brno.html
RispondiEliminaGracias, Martina por compartir.
RispondiEliminaMuy interesante.
Un beso grande.
Amalia, tanti cattolici hanno dato un contributo importantissimo alla scienza in ogni campo.
EliminaUn abbraccio